domenica 20 febbraio 2022

LO SCAUTISMO. PEDAGOGIA ESPERIENZIALE


 Qualità e caratteristiche dell’esperienza nello scautismo.

 Il 22 febbraio di ogni anno le guide e gli scout  celebrano la memoria del fondatore del Movimento scout, Robert Baden-Powell il più grande movimento educativo mondiale.

In tale occasione guide e scout rinnovano la loro Promessa; "Con l'aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e il mio Paese, per aiutare gli altri in ogni corcostanza e per osservare la Legge scout"

Nel mondo esistono  oltre 540 associazioni (nazionali o regionali) con circa 40 milioni di scout e di guide, giovani e adulti, maschi e femmine, in 216 differenti paesi e territori.

"La vera felicità consiste nel fare felici gli altri" (Baden-Powell)

Lo scautismo è una “pedagogia esperienziale”.  L’applicazione del suo metodo si sviluppa attraverso il procedere di esperienze vissute nelle quali è implicita un’intenzione educativa. Ognuna di esse, infatti, è funzionale e utile alla crescita e sviluppo globale della persona, dalle competenze materiali fino alla dimensione fisica e spirituale. Dalla più tenera età fino all’età adulta e oltre. 

La “pedagogia esperienziale” dello scautismo richiede una definizione delle sue caratteristiche tipiche e specifiche e della loro motivazione e qualità. Non ogni esperienza, nell’applicazione del metodo, ha obbligatoriamente un fine pedagogico se non applicata in un quadro educativo e secondo certe modalità. Per “esperienza”, nell’ambito del metodo scout, intendiamo le attività proposte dagli educatori nello sviluppo dei programmi ai gruppi/unità o al singolo ragazzo. Le esperienze sono da considerare sia in senso oggettivo, ossia come attività, sia in senso soggettivo, ossia come esse sono vissute e percepite dal ragazzo durante e dopo lo svolgimento. Il ragazzo in crescita coglie di esse prima di tutto l’aspetto oggettivo e solo progressivamente acquista consapevolezza del proprio vissuto, scoprendo che l’avventura della sua vita si fonda su un personale impegno di autoeducazione. 

Caratteristica, questa, tipica del metodo scout. (Citazione B.-P.) L’educatore propone consapevolmente le attività sapendo e fidando nel riscontro soggettivo del ragazzo che, attraverso di esse, ne apprende il senso affinando il proprio ruolo come soggetto nella relazione con gli altri. E’ la cosiddetta intenzionalità (o coscienza) educativa dei capi che giustifica e accompagna la loro presenza nelle attività scout. Nulla, o poco, è lasciato al caso, se non il ruolo, la reazione specifica e la posizione che ciascun partecipante assume spontaneamente. 

Le attività o esperienze proposte nello scautismo nei suoi programmi e nei tempi e modi adeguati, si caratterizzano per la contestuale presenza di diversi elementi. Ciascuno di essi, considerato a sé stante, può anche essere presente nelle esperienze proposte da altri gruppi, agenzie educative o organizzazioni a scopo non espressamente educativo. E’ solo la composizione armonica tra le differenti caratteristiche dell’attività scout che assicura l’originalità ed efficacia educativa. In particolare, la corretta interazione tra gli elementi che illustreremo favorisce il coinvolgimento sensoriale ed emotivo di tutto il ragazzo, di tutte le sue facoltà, e non solo di quelle intellettuali. 

Un’esperienza scout normalmente richiede una forte componente di fisicità e di percezione sensoriale in ogni partecipante. L’immersione e il contatto con la natura, richiesto costantemente da Baden Powell nei suoi manuali anche per i lupetti e le coccinelle, sono il segno di un’importante ed essenziale allenamento dei sensi e della fisicità di ognuno …..

 Segue: https://www.agesci.it/?wpfb_dl=2157


SCAUTISMO, LA PEDAGOGIA IN AZIONE

 

 

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