LE AGGREGAZIONI SOCIALI?
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di Rino La
Placa *
La rielezione del presidente della Repubblica, Mattarella-bis, merita e giustifica molti commenti e tante considerazioni.
In
questa sede desidero farne soltanto una, con la quale intendo far riferimento
alla formazione socio-politica e alla crisi dei partiti e dell’associazionismo.
Formazione
politica: la recente settimana quirinalizia ha fatto emergere la centralità del
Parlamento nel nostro assetto costituzionale, ma anche -ancora una volta- la
scarsa qualità della classe dirigente politica.
È
lontana da me ogni alterigia nostalgica che vuole assegnare pagelle a questo o
a quel parlamentare, neppure è in discussione il rispetto che si deve ai coloro ai
quali il popolo sovrano ha affidato la propria rappresentanza.
Non
si può però negare che si è assistito ad una performance del Parlamento
italiano poco esaltante, in cui sono apparsi assai affievoliti la tendenza
unitiva e costruttiva, il confronto leale, la percezione della opportunità, il
valore della coerenza.
Alla
fine, si è dovuto chiedere al presidente Mattarella di riconsiderare
l’annunciata e naturale conclusione del suo apprezzato servizio e chiedergli di
continuare a guidare il Paese con un formale, unitario invito e con una larga
maggioranza di voti.
La crisi dei partiti e delle aggregazioni (associazioni, movimenti …) è sotto gli occhi di tutti, è conclamata e, poiché non siamo in una piccola polis per cui ci si vede tutti in piazza per discutere e decidere, c’è il rischio di una grave crisi del sistema democratico e dell’organizzazione della rappresentanza.
Infatti, la vita associativa, vissuta sin dalla giovane età, permette di maturare valori civici ed etici, di sperimentare il dialogo, il confronto intra ed extra, la progettazione la cooperazione, l'intraprendenza, la lungimiranza, la competenza, il generoso impegno per costruire il bene comune ...
C’è
il rischio, ma non penso ad una crisi in atto della democrazia italiana giacché
sono convinto che l’attuale patologia può e deve essere rapidamente superata.
In
questa prospettiva spero che le varie articolazioni della società, le tante
aggregazioni sociali, le associazioni riprendano vita e vitalità per
contribuire a un veloce risanamento della rappresentanza mediante un’attiva e
competente partecipazione alla vita politica.
Non
c’è bisogno di professionisti della politica ma di uomini politici che prestino
il loro servizio con competenza e passione, con professionalità generosa.
La
mia esperienza umana e civile, memore del grande ruolo formativo
dell’associazionismo cattolico, mi spinge a sperare e sollecitare una ripresa e
un rilancio delle numerose associazioni dell’area cattolica, nelle quali
occorre riscoprire – alla luce del Vangelo e del Magistero della Chiesa – il
valore e la nobiltà dell’impegno civile e politico per un doveroso servizio alla
comunità.
I
cambiamenti sociali intervenuti, le scoperte scientifiche, le innovazioni
tecnologiche non possono essere causa e ragione di individualismi, di scontri,
di muri e incomprensioni, di litigi e di insulti.
Predisponiamoci
ad accogliere i tanti pressanti inviti di Papa Francesco al dialogo, alla
collaborazione, all’armonia, alla fratellanza umana e sforziamoci di costruire
un mondo più sereno fra persone eguali a cominciare, ovviamente, dal piccolo
mondo di ciascuno di noi.
*già
parlamentare e vice presidente nazionale AIMC
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