- di Andrea Andretto
Nei mesi di gennaio e febbraio
tutte le scuole sono chiamate a esprimere la valutazione conclusiva del primo
trimestre/quadrimestre, compresa quella sintetica degli insegnamenti
dell’Educazione Civica. Il presente contributo vorrebbe aiutare le singole scuole
ad avere delle coordinate essenziali per assolvere agli adempimenti normativi,
affinché il momento della valutazione possa essere – a tutti gli effetti – un
tempo formativo non solo per gli studenti ma anche per l’intero Collegio dei
Docenti che, verosimilmente, sta lavorando a perfezionare un Curriculo
d’Istituto dell’insegnamento dell’Educazione Civica. In questo articolo sono
offerti solo alcuni iniziali spunti per riflettere sul tema della valutazione
di questo insegnamento.
PRIMA TAPPA: TEMPO FORMATIVO PER I DOCENTI
L' ansia di dover “inserire” una valutazione
in pagella per non incorrere in spiacevoli inadempienze normative potrebbe
indurre i singoli Consigli di Classe a non porsi alcuni interrogativi
fondamentali di fronte a un insegnamento che presenta ancora i caratteri della
novità. Come docenti e come coordinatori delle attività educative e didattiche
siamo prima di tutto chiamati a domandarci che cosa stiamo valutando. All’inizio
del mese di settembre abbiamo ipotizzato di far raggiungere ai nostri allievi
determinate competenze attraverso la spiegazione di contenuti precisi entro il
quadro normativo di riferimento. Domandarsi che cosa stiamo valutando significa
prima di tutto cercare di capire se le attività che abbiamo pensato sono state
realmente “alla portata” dei nostri allievi o se sono state progettate solo a
partire dall’ansia di avere dei contenuti da valutare. In modo particolare,
verificare il motivo che ci ha spinti a progettare determinati moduli di
apprendimento e il loro esito sarà per ogni singolo Consiglio di Classe e ogni
Collegio Docenti l’occasione propizia per capire se ciò che si è fatto possa
essere definitivamente implementato nel curricolo trasversale d’Istituto per
l’insegnamento dell’Educazione Civica. In pari tempo, a ogni membro del
Consiglio di Classe e del Collegio Docenti sarà richiesto di essere capace –
con estrema umiltà e trasparenza – di riconoscere se una determinata attività
proposta in un particolare periodo non sia adatta, e debba quindi essere
riposizionata in un tempo diverso dell’iter formativo oppure debba essere
trattata con una metodologia diversa.
SECONDA TAPPA: L’ALLIEVO DIVENTA
PROTAGONISTA.
Come abbiamo già messo in
evidenza, la normativa prevede che l’insegnamento dell’Educazione Civica
competa a tutti i docenti del Consiglio di Classe, i quali poi si troveranno a
valutare le competenze raggiunte da parte dell’allievo. Ne viene dunque che,
nel corso del trimestre/quadrimestre, più voci si “sono concertate” nell’introdurre
gli allievi ai contenuti specifici programmati dai diversi Consigli. Proprio
per questo motivo diventa dunque fondamentale che l’allievo, prima di essere
valutato, possa comunicare ai suoi docenti come ha vissuto il tempo
dell’apprendimento e quello della prova di valutazione. Sarebbe dunque
fondamentale, proprio come previsto dalla normativa relativa alla
certificazione delle competenze, che l’allievo potesse comunicare ai suoi
docenti (p.e. attraverso l’attivazione di un semplice modulo google preparato
dal Consiglio di Classe) quali sono stati i lati positivi e quelli di maggiore
criticità nella conduzione delle diverse fasi dell’apprendimento. Questa
seconda tappa potrebbe dunque configurarsi come un elemento strategico per una
scuola della “corresponsabilità educativa”. L’auto-valutazione dell’allievo
permetterà a ogni docente di avere una panoramica molto più chiara prima di
formulare una valutazione sintetica e darà anche modo all’intero Collegio
Docenti di portare a coerenza il lavoro proposto nella tappa precedente, relativamente
alla definizione e “stabilizzazione” dei contenuti specifici del curricolo
d’Istituto.
TERZA TAPPA: OSSERVARE E
DICHIARARE PER VALUTARE.
La valutazione e il giudizio di una competenza non sono mai solo il frutto di una prova di verifica somministrata all’allievo. Si pensa dunque che possa essere importante, per ogni Consiglio di Classe, non solo la progettazione della modalità con le quali i singoli contenuti delle discipline verranno erogati e le relative competenze attese, ma anche gli indicatori che si vogliono osservare ai fini della valutazione finale. Per formulare la “griglia di osservazione” che potrebbe poi trovare compimento nella “griglia di valutazione”, è necessario che ogni Consiglio di Classe, guardando all’originalità dei membri che la compongono e ai contenuti che intende affrontare, provi a elaborare quali fattori intende osservare affinché la valutazione non sia solo l’esito di una prova di verifica (orale o scritta) nella quale si ripetono dei contenuti che non sono in grado di dare una forma ai vissuti dell’allievo stesso[1]
Ne viene dunque che, per esprimere una valutazione corretta e personalizzata
degli apprendimenti di Educazione Civica, sarà necessario porre la
concentrazione sulla modalità con la quale – anche a livello formale –
pianifichiamo l’insegnamento dell’Educazione Civica. Tra i mesi di settembre e
ottobre anche il docente referente per il Consiglio di Classe dell’insegnamento
dell’Educazione Civica deve presentare un “piano di lavoro”. Una scuola che si
possa dire effettivamente di qualità è chiamata a dichiarare quali attività
pensa di proporre per far raggiungere determinate competenze, e cosa voglia
osservare ai fini della valutazione. Inoltre, rendere trasparente sul sito
internet della scuola il piano di lavoro del Consiglio di Classe per
l’insegnamento dell’Educazione Civica, le griglie di osservazione e di valutazione,
potrebbe permettere alla scuola stessa di evitare le spiacevoli contestazioni
di una valutazione che – forse più delle altre – non può limitarsi a dare un
giudizio sulle sole conoscenze. C’è poi un ulteriore aspetto da prendere in
considerazione. Anche l’insegnamento dell’Educazione Civica chiede di essere
inclusivo, rispettando le modalità di apprendimento degli allievi BES. Un
lavoro didatticamente serio e rigoroso richiede dunque di pensare, a norma
della legge 170/2010, quali misure compensative e dispensative possano essere
riconosciute agli allievi che ne necessitino per il raggiungimento delle
singole competenze. Allo stesso modo, gli allievi dichiarati diversamente abili
ai sensi della legge 104/92 sono a tutti gli effetti dei cittadini che hanno
diritto di maturare – con le relative misure di semplificazione o
differenziazione – le competenze dell’insegnamento dell’Educazione Civica. Sarebbe
infine interessante che, prima della formulazione della valutazione finale, la
medesima griglia di osservazione potesse essere compilata dagli studenti per
cercare di capire come gli stessi – in itinere – hanno osservato l’incidenza
che i contenuti appresi hanno avuto sulla loro modalità di agire come
cittadini.
[1] Non infrequentemente è capitato che Dirigenti
Scolastici e Docenti con una spiccata sensibilità educativa, di fronte alla
mancanza di senso civico dei propri allievi (dentro e fuori le mura
scolastiche), si siano interrogati sul fatto che l’in- segnamento
dell’Educazione Civica corre il rischio di formare solo teoricamente degli
onesti cittadini. In pari tempo si dovrà tenere in considerazione il fatto che
il voto dell’insegnamento dell’Educazione Civica non corrisponde a quello della
condotta.
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