RiGenerazione Scuola, il Piano del Ministero per la transizione ecologica e culturale
Opportunità per le scuole e applicazioni concrete per l’educazione civica.
Nel vocabolario Treccani, alla voce
Rigenerazione si legge: “l’azione di rigenerare, il fatto di rigenerarsi e di
venire rigenerato. In senso sociale, morale o religioso, rinascita,
rinnovamento radicale, redenzione che si attua in una collettività”.
Rigenerazione è il termine scelto per il nuovo piano lanciato dal Ministero
dell’Istruzione la scorsa estate ed entrato nel vivo questo mese.
RiGenerazione Scuola – come si legge nella pagina web dedicata
– “mira a rigenerare la funzione educativa della scuola per ricostruire il
legame fra le diverse generazioni, per insegnare che lo sviluppo è sostenibile
se risponde ai bisogni delle generazioni presenti e non compromette quelle
future, per imparare ad abitare il mondo in modo nuovo. La scuola crea,
così, non solo il nuovo alfabeto ecologico ma si trasforma in luogo nel quale
si azzerano i conflitti tra le generazioni e si impara a crescere in modo
sostenibile”. Ma cosa significa? Di fatto avviare e realizzare una transizione
ecologica e culturale delle scuole.
Il piano prevede tre ambiti in cui vengono suddivisi gli obiettivi
ispirati all’agenda 2030: Sociali, Ambientali ed Economici.
Recuperare la socialità, superare il
pensiero antropocentrico, maturare la consapevolezza del legame tra solidarietà
ed ecologia, abbandonare la cultura dello scarto a vantaggio della cultura circolare sono tutti obiettivi dell’ambito sociale.
Nell’ambito ambientale rientrano: Maturare la consapevolezza
del legame imprescindibile fra le persone e la ‘casa comune’; Diventare
consapevoli che i problemi ambientali vanno affrontati in modo sistemico e
Imparare a minimizzare gli impatti dell’azione dell’uomo sulla natura.
Per quanto riguarda invece gli obiettivi economici troviamo: conoscere la bioeconomia;
conoscere il sistema dell’economia circolare; acquisire la consapevolezza che
gli sconvolgimenti climatici sono anche un problema economico e imparare a
costruire i mestieri e le imprese del futuro a zero emissioni, circolari e
rigenerative.
Linee di indirizzo che rientrano
facilmente nell’insegnamento dell’educazione civica come sottolinea Barbara
Floridia, sottosegretaria all’Istruzione ed ideatrice del Piano, interpellata da
Orizzonte Scuola in occasione del lancio della prima settimana della
RiGenerazione: “Da qui in avanti sia le scuole che i Comuni e gli enti del
terzo settore avranno strumenti e risorse per poter non solo accompagnare i
ragazzi verso nuovi modelli comportamentali e nuovi stili di vita, ma anche per
implementare l’offerta formativa dell’educazione civica, un punto presente nel
Pilastro legato a cittadinanza ed educazione ambientale. Inoltre puntiamo a perfezionare
sempre di più le competenze dei nostri studenti, anche nell’ottica di
avvicinare la nostra popolazione studentesca ai cosiddetti ‘green jobs’ una
volta usciti da scuola”. Strumenti e risorse dunque per ampliare il bagaglio di
conoscenze degli studenti di ogni età.
RiGenerazione Scuola fonda le proprie
radici infatti su quattro pilastri da ‘Rigenerare’ appunto: i saperi, i comportamenti, le infrastrutture
fisiche e digitali e le opportunità.
Ma cosa offre in
concreto per le scuole? La sottosegretaria Floridia spiega: “Il Piano mette a disposizione subito 2
milioni di euro, una cifra che con un bando pubblico consente a ciascun
istituto di accedere ad un contributo fino a 25 mila euro per progetti legati
alla sostenibilità ambientale, al progresso sostenibile ed all’economia
circolare. Si tratta di un primo stanziamento all’interno di un quadro molto
più ampio che porterà alla scuola italiana nuove opportunità, nuovi luoghi da
abitare, nuovi abitudini e nuovi saperi”.
“Ogni scuola può proporre iniziative –
continua Floridia – sul sito del ministero dell’Istruzione c’è una sezione
dedicata al Piano RiGenerazione Scuola in cui si può vedere come tante scuole
si siano già attivate con iniziative e progetti. Ciascun istituto può
utilizzare le risorse messe a disposizione tramite bando, ed entrare così in
contatto costante con la rete dei ‘rigeneratori’ della Green Community. In
questo modo le nostre scuole saranno aperte a esperti che dialogheranno
direttamente con i ragazzi di temi ambientali, di biodiversità, di cambiamenti
climatici, di risorse forestali, aiutando a comprendere quanto le azioni di
ciascuno abbiano un impatto sul pianeta e cosa possiamo fare come singoli e
come collettività per ridurre ed eliminare gli effetti negativi che esse
possono produrre sull’ambiente”.
Quali sono i passaggi
che una scuola deve fare per aderire al Piano? “Tutte le scuole possono liberamente
aderire ed anzi sono invitate a farlo – rimarca la sottosegretaria
all’Istruzione – Pensiamo di inserire il Piano tra gli obiettivi che le scuole
potranno far entrare nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF)”.
Oltre allo stanziamento di 2 milioni di
euro per i progetti proposti dalle scuole, Barbara Floridia ha spiegato che
sono diversi i fondi a disposizione. “All’interno del pilastro relativo alla
rigenerazione delle infrastrutture scolastiche 1 miliardo verrà dedicato alle
aule verdi ed ai laboratori Green. In più ci sono altre risorse, quasi 4
miliardi per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza delle scuole.
Si tratta di uno dei più grandi investimenti mai realizzati per mettere la
sostenibilità al centro di tutte le strategie legate al mondo della scuola. Un
percorso importantissimo in cui tutta la comunità scolastica, dirigenti e
docenti in primis, sono chiamati a dare il proprio contributo”, ha concluso.
Un programma ambizioso e di grandi
dimensioni che si preannuncia aperto a tutte le realtà scolastiche che vorranno
partecipare come già alcuni hanno fatto, tra cui l’Istituto Comprensivo
‘Portella della Ginestra’ di Vittoria (Ragusa).
Il progetto della scuola, spiega la
dirigente scolastica Daniela Mercante ha per prima cosa un hashtag
#vogliamocambiareilmondocominciandodallascuola. È un progetto di educazione e
sostenibilità, per affrontare la complessità e le urgenze di questo nostro
tempo, interpretandoli secondo il canone della sostenibilità. Legare la
sostenibilità all’educazione, al soggetto che apprende e all’adulto impegnato
nell’educazione ed alla loro relazione, significa assumere un altro sguardo sui
percorsi formativi, rafforzando l’attitudine degli insegnanti a tener conto
della personalità dei ragazzi, potenziandone sia le competenze cognitive che
quelle non cognitive, introducendo modalità didattiche che valorizzino la
personalità degli studenti, abbandonando la logica che la conoscenza sia frutto
di meri meccanismi. Il nostro progetto – continua la dirigente – prende le
mosse dalla sostenibilità declinata dai 17 obiettivi dell’Agenda 2030 e dal
filo rosso che li lega; e muove dunque da un’idea di scuola legata a competenze
non solo cognitive, ma anche e soprattutto emozionali, le character skills,
quali appunto l’amicalità, la grinta, la passione ideale, l’apertura
all’esperienza, la responsabilità, che sono le condizioni per un approccio non egoistico,
individualista, distruttivo della vita e del lavoro”.
“Più di ogni altra opportunità –
prosegue Mercante – questo Piano Rigenerazione Scuola, così pensato con i suoi
4 pilastri di rigenerazione richiama anche ad una prospettiva interiore, volta a
suscitare nei giovani le forze profonde per ‘Reincantare il mondo’ (come
direbbe Bernard Stiegler), per imparare ad abitare il mondo in un modo nuovo. È
la strada per l’equità sociale: in questa che è la scuola con un altissimo
numero di alunni con disabilità, di alunni non italofoni, di alunni con bisogni
educativi speciali, significa andare verso un nuovo modello di società con
nuovi stili di vita, riuscendo a diffondere un nuovo modo di vivere e pensare
che non prevede lo scarto – neanche delle persone più fragili – né l’usa e
getta – non solo delle cose, ma anche dei sentimenti, degli affetti, delle
relazioni. E una scuola che non scarta è una scuola che si prende cura, delle
piante, degli animali, delle cose, dei luoghi, delle persone. È quindi una scuola
inclusiva per definizione, perché ciascuno in essa trova i propri tempi, i
propri spazi, le proprie attività e affronta l’apprendimento secondo le proprie
capacità, possibilità, potenzialità”.
Per partecipare, dice la preside, non è difficile, “tra
le econews (sul sito) sono pubblicati gli Avvisi emanati dal Ministero
dell’Istruzione per sostenere le scuole a sviluppare iniziative di educazione
ambientale, educazione alla sostenibilità, educazione alimentare e alla salute,
recupero e riprogettazione di materiali, riflessioni sulla biodiversità,
riciclo dei rifiuti, consumo responsabile ed efficientamento energetico,
mobilità sostenibile, laboratori green (orti, aule all’aperto e spazi verdi),
bio-agricoltura, bio-economia, economia circolare, cittadinanza del mare”.
“Le scuole interessate a presentare la
candidatura si impegnano a sviluppare iniziative per fornire strumenti
didattici sulla transizione ecologica, sviluppare metodologie e strumenti di
formazione per docenti e alunni, sperimentare prassi innovative, creare legami
educativi con il territorio e rendere ripetibili le esperienze scolastiche.
Ciascuna scuola può proporre la propria candidatura con una sola proposta progettuale. Le
candidature devono essere inviate esclusivamente attraverso la piattaforma
PimerMonitor, accessibile dal percorso SIDI – Applicazioni SIDI – Gestione
Finanziario Contabile – Monitoraggio e rendicontazione”, spiega la dirigente
scolastica.
Da Preside ai colleghi dice
“partecipate, perché oggi il concetto di sostenibilità ha a che fare col valore
molto più profondo di giustizia, ed in particolare di giustizia
intergenerazionale: ‘per sviluppo sostenibile – recita il Rapporto ONU ‘Our
common future’ – s’intende uno sviluppo in grado di assicurare il
soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la
possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. La scuola crea,
così, non solo il nuovo alfabeto ecologico ma si trasforma in luogo nel quale
si azzerano i conflitti tra le generazioni e si impara a crescere in modo
sostenibile. Il dirigente scolastico funge da collettore delle innovazioni,
delle esperienze di cambiamento che avvengono all’interno della scuola che
dirige; e fa squadra non solo dentro il singolo istituto, ma anche con le realtà
locali, quelle istituzionali e quelle nazionale; per proiettare la scuola in un
futuro più verde, più digitale, più sano, più forte, più uguale”.
All’interno del Piano è stata promossa
anche una rete
nazionale, una community – in
continuo aggiornamento – composta da rappresentanti di amministrazioni
pubbliche, istituzioni culturali, scientifiche, di ricerca, organizzazioni no
profit e profit che hanno il compito di dare aiuto concreto ed esperto allo
stesso Ministero e alle Istituzioni Scolastiche per la realizzazione di
iniziative in linea con il Piano. Realtà in grado di fornire il proprio know
how per aiutare le scuole a creare percorsi efficaci nel raggiungimento degli
obiettivi specifici. Realtà che già da tempo lavorano in questo settore, su
questi temi, e che hanno messo a disposizione il loro bagaglio di conoscenze ed
esperienze. Tra queste Legambiente e Cittadinanzattiva che Orizzonte Scuola ha interpellato per
comprendere il loro impegno in questo settore.
“Legambiente vi partecipa attraverso la
Green Community con due progetti sui quali lavora da tempo con le scuole –
spiega Claudia Cappelletti responsabile Scuola di Legambiente – Si
tratta di ‘Scuole Sostenibili’, attraverso il quale proponiamo agli istituti
scolastici di sottoscrivere un impegno sulla sostenibilità ambientale e
culturale: un patto attraverso il quale la scuola si impegna a mettere in atto
una serie di azioni finalizzate alla riduzione dell’impatto ambientale degli
stili di vita a scuola, per poi tentare anche un coinvolgimento delle
amministrazioni proprietarie degli edifici scolastici per un miglioramento in
chiave sostenibile promosso dal basso. ‘Quindi +Scienza’, è invece il progetto
pensato per sostenere i docenti in un percorso interdisciplinare nella cornice
dell’educazione civica, attraverso un corso che, a partire dalla cittadinanza
scientifica come nutrimento dei valori costituzionali, offre un percorso che si
sviluppa nello sviluppo sostenibile e nella cittadinanza digitale”.
“Per il momento da parte del Ministero è
stata fatta una raccolta di buone pratiche a scuola – continua Cappelletti –
Come rappresentanti della società civile abbiamo per il momento dato la
disponibilità di far parte di un percorso, ma dobbiamo ancora condividere degli
obiettivi concreti che ci vedono protagonisti attivi. In tal senso abbiamo
chiesto al MI di istituire un tavolo partecipativo per fare sintesi
dell’esperienza ma anche per costruire un piano nazionale che sia di
alimentazione culturale e di allineamento operativo per dare opportunità di crescita
comune al mondo della scuola, non frammentato in tanti modi di interpretare la
sostenibilità”.
Necessario dunque per Legambiente
continuare a fare rete e incrementare la partecipazione attiva perché,
sottolinea la responsabile Scuola di Legambiente, “le criticità come sempre non
mancano, la vera scommessa è la transizione ecologica. Non ci possiamo fermare
all’insegnamento dell’educazione civica – conclude – ma chiediamo che si
sviluppino veri e propri patti educativi di comunità per una giusta transizione
ecologica, tenendo al centro diversi obiettivi tra cui la povertà educativa”.
Altra realtà che si occupa di temi
legati al Piano RiGenerazione è Cittadinanzattiva che “da anni si occupa di
sviluppo sostenibile impegnandosi nella promozione di nuovi modelli,
coinvolgendo attivamente i cittadini per aumentarne la consapevolezza e
incentivarne la partecipazione nella definizione e adozione di modelli e
politiche più sostenibili, promuovendo l’educazione ad un consumo consapevole e
ad un utilizzo sicuro e responsabile dei servizi, con una particolare
attenzione alle nuove generazioni” come spiega Tiziana Toto. In particolare dal 2019 Cittadinanzattiva è promotrice, insieme alla
Fondazione Unipolis, del progetto ‘O.R.A. Open Road Alliance’, dedicato alla mobilità sostenibile che
ha coinvolto le scuole superiori di II grado delle 14 città metropolitane: “Con
un percorso formativo ad hoc, e un contest di idee – spiega Toto – si è voluto
promuovere una nuova cultura della mobilità attraverso l’educazione a un nuovo
modello più sostenibile, basato sull’attenzione ai temi ambientali, la
condivisione dei mezzi, la sicurezza, un orientamento alla multi modalità e
all’interoperabilità e a un approccio più consapevole al trasporto pubblico.
L’intero progetto, che si colloca nell’ambito degli SDGs dell’Agenda 2030
dell’ONU, vuole contribuire alla riduzione dell’impatto della mobilità dal
punto di vista ambientale-sociale-economico verso un approccio più
sostenibile”.
“Il protagonismo dei ragazzi, elemento
centrale del progetto, è ben rappresentato dal Manifesto
della mobilità sostenibile che è stato redatto interamente grazie ai contributi
delle classi partecipanti. Il progetto è stato ideato con lo scopo di creare
empowerment tra i giovani, trasformando la scuola nel luogo di innesco di una
riflessione più ampia sulla mobilità del presente e del futuro, fino a
coinvolgere le diverse comunità di riferimento. A nostro avviso – sottolinea la
rappresentante di Cittadinanzattiva – partire dai giovani, promuovendo la loro
partecipazione attiva, è fondamentale per costruire comunità intelligenti,
inclusive, sostenibili e favorire il dialogo tra gli stakeholder sulle tematiche
più rilevanti. Il progetto ha inoltre avuto l’ambizione di misurare l’impatto
effettivo delle varie azioni in termini di miglioramento della conoscenza,
delle competenze, delle motivazioni e soprattutto dei cambiamenti di
comportamento e attitudini sulla strada”.
Dunque un progetto “perfettamente in
linea con gli obiettivi” di RiGenerazione Scuola che è “stato presentato come
esperienza concreta” all’interno della Green Community perché per
Cittadinanzattiva “il valore aggiunto di progetti come O.R.A. consiste nel
protagonismo dei beneficiari inseriti in un percorso circolare: prima come
discenti e poi promotori di un nuovo modello tra pari (approccio peer2peer), la
comunità locale e nazionale”.
L’intento di mettere a sistema le buone
prassi realizzate negli ambiti scolastici, di diversi gradi, rappresenta
un’occasione per la definizione di una nuova scuola, il cui primo passo è stato
fatto proprio attraverso l’introduzione dell’educazione civica, intesa come
luogo in cui delineare un approccio nuovo e sostenibile che coinvolge i diretti
destinatari degli interventi ma anche i docenti, mediante specifici strumenti
formativi. Lo stesso progetto O.R.A., di cui Cittadinanzattiva e Fondazione
Unipolis sono promotori, è stato spesso inserito da docenti e dirigenti
scolastici all’interno del percorso di educazione civica in quanto rispondente
alle linee guida per la costruzione di città e ambienti più inclusivi e
sostenibili, agendo sulla capacità dei giovani destinatari di comprendere e
agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica,
culturale e sociale delle comunità”, evidenzia Tiziana Toto.
Come Legambiente anche Cittadinanzattiva
sottolinea la necessità di fare rete: “l’impegno, che ora è quanto mai
necessario, è quello di creare sinergia tra i partecipanti alla Rete di
RiGeneratori della Green Community in un’ottica di scambio, di condivisione e
di sviluppo futuro che possa concretamente supportare il lavoro del Ministero e
della Cabina di Regia. Come Cittadinanzattiva continueremo a pianificare e
realizzare azioni che coinvolgano direttamente le scuole e i giovani cittadini,
per contribuire alla costruzione di un nuovo approccio più sostenibile delle
nostre comunità”, conclude Tiziana Toto.
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La prima edizione della ‘Settimana
nazionale della RiGenerazione’, indetta dal Ministero dell’Istruzione, si è svolta dal 3 al 5 novembre 2021
a Roma alla presenza – nella giornata inaugurale – del Ministro dell’Istruzione
Patrizio Bianchi, della Sottosegretaria Floridia, delle scuole e dei partner
dell’iniziativa. In contemporanea, centinaia di scuole su tutto il territorio
nazionale hanno aderito con le loro iniziative che sono state raccolte
all’interno del sito dedicato al Piano.
Eccone alcuni.
L’Istituto Tecnico
Agrario Garibaldi di Roma ha scelto di partecipare partendo dalle caratteristiche peculiari della
scuola. Considerando che il Piano prevede la tutela e la salvaguardia della
biodiversità diventa fondamentale lo sviluppo delle filiere produttive
agroalimentari che valorizzino i prodotti tipici territoriali con particolare
attenzione alle fasi produttive orientate sempre più verso il modello
agroecologico, quindi assenza di diserbanti o pesticidi. Tra i temi peculiari
dell’Istituto, l’agricoltura di precisione e l’economia circolare con
l’utilizzo di eventuali scarti di produzione come nuove fonti energetiche.
L’ Istituto
Comprensivo Via Baccano di Roma ha già all’attivo numerosi progetti in tema di Educazione ambientale e sostenibilità:
dallo studio delle bottigliette alla preparazione del detersivo per i piatti
ecosostenibile. In particolare la biblioteca della scuola è attrezzata con
strumenti plastic free.
L’Istituto Comprensivo
John Dewey di San Martino in Pensilis (Campobasso) ha realizzato l’iniziativa ‘Un albero per
il futuro’. Sono 120 le piante messe a dimora dalle alunne e dagli alunni delle
classi prime della scuola secondaria di primo grado. Un progetto che rientra
nell’iniziativa nazionale “TREE 4 future” in collaborazione con i Carabinieri
della Biodiversità del Nucleo Territoriale di Isernia e con la partecipazione
attiva delle Amministrazioni locali dei tre Comuni, sedi dei plessi scolastici.
La scuola
Primaria “C. Pedotti” di Luvinate (Varese) i occasione della Settimana nazionale della
RiGenerazione ha realizzato diverse attività. La riduzione degli sprechi e
compostiera scolastica: gli alunni al termine del momento della mensa hanno
registrato quali alimenti sono stati completamente consumati e quali no. Hanno
pesato la frazione umida e gli scarti in generale, riempiendo la compostiera
del giardino con scarti di frutta e verdura. In questo modo il terriccio
ottenuto è adatto ad essere utilizzato per l’orto della scuola. Inoltre gli
alunni e le alunne per tutta la settimana hanno raggiunto la scuola in
bicicletta, riducendo così le emissioni di CO2. Riutilizzando vecchie casse di
legno per vini, gli alunni hanno poi realizzato delle bug hotel per gli insetti
impollinatori. Sempre con cassette di legno, ma di frutta e verdura, sono state
realizzate delle fioriere per aromi e piante perenni per decorare l’ingresso
della scuola. Infine, gli alunni più grandi si sono trasformati in peer
educator suggerendo ai più piccoli buone pratiche per evitare l’uso di plastica
e imballaggi in generale per la merenda.
Nell’Istituto
Comprensivo Briosco di Padova ciascuna classe ha scelto un luogo di cui prendersi cura: l’aula, il
giardino, la propria camera, un angolo del quartiere per costruire insieme il
benessere che gli ambienti devono promuovere. Ogni luogo vissuto infatti è
frutto di comportamenti individuali e sociali.
L’Istituto Tecnico
Tecnologico e Liceo Scientifico Guglielmo Marconi – Margherita Hack di Bari ha scelto, nei giorni dal 3 al 5
novembre, di attivare un laboratorio di riciclo creativo per la produzione di
vasi che saranno utilizzati per la semina di leguminose (piante che
arricchiscono il terreno di azoto oltre ad essere un’ottima fonte nutritiva di
proteine vegetali) ed il trapianto di ortive ed erbe aromatiche (“orto in
barattolo e bottiglia”), ma anche di alberi di Ceratonia siliqua (carrubo),
pianta arborea sempreverde (e pertanto ad elevato potere CO2 assorbente) della
macchia mediterranea. In seguito, le piante saranno messe a dimora in
contenitori più grandi sempre ottenuti con materiali di riciclo per la
creazione di piccoli “orti in cassetta”, mentre i carrubi, non disponendo di un
vero e proprio cortile scolastico, saranno donati (quando sufficientemente
grandi) al comune per implementare il verde urbano intorno alla scuola e messi
a dimora dagli studenti in una giornata apposita.
L’Istituto
Comprensivo Mariano Rossi di Sciacca (Agrigento) ha aderito al progetto “Adottiamo il Borgo
dello Stazzone”, in collaborazione con l’associazione ambientalista Marevivo,
adottando così un tratto di lungomare della città di Sciacca, al fine di
provvedere alla raccolta delle plastiche spiaggiate, alla ripulitura del sito
in questione e, di fatto, promuovere i valori di salvaguardia ambientale e
senso. L’attività si svolgerà con cadenza mensile per l’intero anno scolastico.
Con il progetto “Orto Didattico” si sono realizzate delle aiuole, collocate nel
giardino di pertinenza della scuola, per la piantumazione di piantine di
ortaggi del territorio. L’obiettivo è educare gli alunni alla riflessione di
coltivazioni con metodi biologici e sostenibili, scoprire il valore del cibo e
della biodiversità.
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