Intervista
di Papa Francesco
a La Stampa–Vatican Insider:
L’Europa non deve sciogliersi, vanno rispettate le
identità dei popoli ma senza chiusure. Alla politica servono creatività e
prudenza nell’accogliere i migranti.
Il Sinodo sull’Amazzonia sarà una risposta all’emergenza
ambientale planetaria, ma nasce dalla Chiesa e avrà una dimensione
evangelizzatrice
di Michele Raviart – Città del Vaticano
L’Europa va salvata perché è un patrimonio che “non può e non deve
sciogliersi”. Dialogo e ascolto “a partire dalla propria identità” e dai valori
umani e cristiani sono l’antidoto contro sovranismi e populismi e il motore per
“un processo di rilancio”, “che vada avanti senza interruzioni”. Parte dalla
situazione attuale dell’Unione Europea l’intervista rilasciata da Papa Francesco a
Domenico Agasso, vaticanista del quotidiano “La Stampa” e coordinatore di
“Vatican Insider”, e affronta temi come l’immigrazione, il cambiamento
climatico e il prossimo Sinodo sull’Amazzonia.
Il sogno dei padri fondatori
europei
L’auspicio è che l’Europa torni a essere quella del “sogno dei padri
fondatori”. Una visione concretizzata dall’attuazione di quell’unità storica e
culturale, oltre che geografica, che caratterizza il Vecchio Continente.
Sebbene ci siano stati “problemi di amministrazioni e dissidi interni”, spiega
Papa Francesco, la designazione di una donna, Ursula von der Leyen, a capo
della Commissione Europea, “può essere adatta a ravvivare la forza dei padri
fondatori”, perché “le donne hanno la capacità di accomunare e di unire”.
L’Europa riparta dai suoi
valori umani e cristiani
La sfida principale per far ripartire l’Europa nasce dal dialogo.
“Nell’Unione Europea ci si deve parlare, confrontare, conoscere”, afferma il
Papa, spiegando come il “meccanismo mentale” dietro ogni ragionamento debba
essere “prima l’Europa, poi ciascuno di noi”. Per fare questo, ribadisce,
“occorre anche l’ascolto”, mentre molto spesso si vedono solo “monologhi di
compromesso”. “Il punto di partenza e di ripartenza sono i valori umani,
della persona umana. Insieme ai valori cristiani: l’Europa ha radici umane e
cristiane, è la storia che lo racconta. E quando dico questo, non separo
cattolici, ortodossi, e protestanti. Gli ortodossi hanno un ruolo preziosissimo
per l’Europa. Abbiamo tutti gli stessi valori fondanti”.
L’identità non si negozia, ma
deve aprirsi al dialogo
Il Papa spiega: “Ciascuno di noi” è ovviamente importante, non è
secondario, Infatti ogni dialogo deve “partire dalla propria identità”. Fa un
esempio: ”Io non posso fare ecumenismo se non partendo dal mio essere
cattolico, e l’altro che fa ecumenismo con me deve farlo da protestante,
ortodosso … La propria identità non si negozia, si integra. Il problema delle
esagerazioni è che si chiude la propria identità, non ci si apre. L’identità è
una ricchezza - culturale, nazionale, storica, artistica - e ogni paese ha la
propria, ma va integrata col dialogo. Questo è decisivo: dalla propria identità
aprirsi al dialogo per ricevere dalle identità degli altri qualcosa di più
grande”.
Preoccupato da sovranismo e
populismo
In questo senso, il Papa si dice preoccupato del sovranismo: “È un
atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perché si sentono discorsi che
assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. ‘Prima noi. Noi… noi…’: sono pensieri
che fanno paura. Il sovranismo è chiusura. Un paese deve essere sovrano, ma non
chiuso. La sovranità va difesa, ma vanno protetti e promossi anche i rapporti
con gli altri paesi, con la Comunità europea. Il sovranismo è un’esagerazione
che finisce male sempre: porta alle guerre”. Il populismo, poi, è un modo di
imporre un atteggiamento che conduce ai sovranismi e non va invece confuso con
il “popolarismo” che è cultura del popolo e la possibilità che questo si
esprima.
Migranti: prima di tutto il
diritto alla vita
Ricevere, accompagnare, promuovere e integrare sono invece i criteri da
seguire quando si parla di immigrazione e di accoglienza. Prima di tutto,
ribadisce il Papa, c’è il diritto alla vita, “il più importante di tutti”.
Bisogna poi sempre ricordare le condizioni di guerra e di fame da cui
provengono le persone che fuggono. Allo stesso modo “i governi devono pensare e
agire con prudenza”, perché “chi amministra è chiamato a ragionare su quanti
migranti si possono accogliere”. Ci possono essere anche soluzioni creative,
pensando, per esempio, a quanti Stati hanno carenze di manodopera nel settore
agricolo: “Mi hanno raccontato che in un Paese europeo ci sono cittadine
semivuote a causa del calo demografico: si potrebbero trasferire lì alcune
comunità di migranti, che tra l’altro sarebbero in grado di ravvivare
l’economia della zona”.
Aiutare i paesi poveri per
fermare i flussi migratori
Francesco aggiunge un’altra riflessione: “Sulla guerra, dobbiamo
impegnarci e lottare per la pace. La fame riguarda principalmente l’Africa. Il
continente africano è vittima di una maledizione crudele: nell’immaginario
collettivo sembra che vada sfruttato. Invece una parte della soluzione è
investire lì per aiutare a risolvere i loro problemi e fermare così i flussi
migratori”.
Amazzonia, un “Sinodo di
urgenza”
Il prossimo ottobre in Vaticano si svolgerà il Sinodo sull’Amazzonia,
figlio della Laudato Si’, sottolinea il Papa, che ribadisce: non è
un’enciclica verde ma un’enciclica sociale basata sulla custodia del Creato.
Nello stesso tempo è un “Sinodo di urgenza”. Francesco, infatti, si dice sconvolto
dal fatto che il 29 luglio l’uomo ha già consumato tutte le risorse
rigenerabili per l’anno in corso. Questo, insieme allo scioglimento dei
ghiacciai, al rischio di innalzamento del livello degli oceani, all’aumento dei
rifiuti di plastica in mare, la deforestazione e altre situazioni critiche, fa
sì che il pianeta viva in “una situazione di emergenza mondiale”.
Un lavoro di comunione guidato
dallo Spirito Santo
Il Sinodo, tuttavia, avverte il Papa, “non è una riunione di
scienziati o di politici. Non è un parlamento: è un’altra cosa. Nasce dalla
Chiesa e avrà missione e dimensione evangelizzatrici. Sarà un lavoro di
comunione guidato dallo Spirito Santo”. I temi importanti sono quelli che
riguardano “i ministeri dell’evangelizzazione e i diversi modi di
evangelizzare”, spiega Francesco, mentre la questione dei “viri probati”, la
possibilità di ordinare uomini anziani e sposati là dove mancano sacerdoti, non
sarà uno dei temi principali del Sinodo, ma è “semplicemente un numero
dell’Instrumentum Laboris”.
L’Amazzonia è decisiva per il
futuro del pianeta
Il Papa spiega la scelta di fare un Sinodo per l’Amazzonia, una
regione che coinvolge ben nove Stati: è “un luogo rappresentativo e decisivo …
contribuisce in maniera determinante alla sopravvivenza del pianeta. Gran parte
dell’ossigeno che respiriamo arriva da lì. Ecco perché la deforestazione
significa uccidere l’umanità”.
La politica elimini connivenze
e corruzioni
“La minaccia della vita delle popolazioni e del territorio -
sottolinea ancora - deriva da interessi economici e politici dei settori
dominanti della società”. Così la politica deve “eliminare le proprie
connivenze e corruzioni. Deve assumersi responsabilità concrete, per esempio
sul tema delle miniere a cielo aperto, che avvelenano l’acqua provocando tante
malattie”.
Fiducia nei giovani
La fiducia per un nuovo atteggiamento verso la cura del Creato viene
dai movimenti giovanili - afferma infine il Papa - come quello creato da Greta
Thunberg: “Ho visto un loro cartello che mi ha colpito: ‘Il futuro siamo
noi!’”. Significa promuovere un’attenzione alle piccole cose quotidiane che
“incide” nella cultura “perché si tratta di azioni concrete”.
da Vatican News
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