venerdì 3 giugno 2022

UN SOFFIO DI AMORE E DI SPERANZA

 PENTECOSTE


UN  SOFFIO


di AMORE 

e di SPERANZA


"Veni creator Spiritus, vieni Spirito Creatore, visita le anime dei tuoi fedeli, riempi i cuori dei tuoi fedeli con la grazia  che proviene dall'alto".

-         Vincent Dollmann, Arcivescovo di Cambrai*

Questa preghiera di invocazione allo Spirito Santo, conosciuta fin dal IX secolo, viene cantata in occasione della festa di Pentecoste. Attesta che lo Spirito Santo è una Persona divina in cui siamo chiamati a credere e che possiamo pregare. Ci dispone ad accoglierlo e a vivere secondo i suoi doni.

Così, l'esperienza degli apostoli nella Pentecoste è anche la nostra. Lo Spirito Santo ci è stato dato al momento del Battesimo, come un fuoco, per introdurci alla vita eterna, una vita d'amore che non può essere spenta. Ci viene donata in modo nuovo, come un soffio, al momento della Cresima, per guidarci lungo il cammino della testimonianza.

Per vivere con questo respiro di amore e di speranza, possiamo contare sui doni che lo Spirito Santo sviluppa in ciascuno di noi. Nella Prima Lettera ai Corinzi, San Paolo afferma: "Vi sono varietà di doni spirituali, ma si tratta dello stesso Spirito; vi sono varietà di ministeri, ma si tratta dello stesso Signore; vi sono varietà di operazioni, ma si tratta dello stesso Dio che opera ogni cosa in tutti gli uomini" (1 Cor 12,4-6).

Per San Paolo, Dio riempie ogni membro della sua Chiesa dei doni più diversi attraverso l'azione concreta dello Spirito Santo. Egli indica i criteri per questo:

- Egli parla innanzitutto di una diversità di doni spirituali (carismata in greco). Una parola che dovrebbe essere tradotta come dono gratuito di Dio, dono di Dio.

- L'apostolo prosegue indicando una diversità di ministeri (diaconia in greco). Ma piuttosto che parlare di "ministeri", sarebbe più corretto parlare di "servizi". Paolo usa questo termine sia per indicare la raccolta di denaro (Rm 15,25) sia una missione ecclesiale (Rm 11,13). San Paolo vuole sottolineare che ogni dono di Dio è al servizio della comunità; noi oggi diremmo al servizio del bene comune.

- Infine, l'apostolo parla di una diversità di operazioni (energèmata in greco). Questo termine evoca la forza che proviene da Dio e designa quindi gli atti in cui si manifesta la potenza divina.

Attraverso questi tre termini, dono, servizio e modalità di azione, si esprimono le caratteristiche del dono di Dio nella Chiesa: è grazioso, una pura grazia senza meriti da parte dell'uomo; è ordinato alla comunità, non può che arricchire e sviluppare la vita ecclesiale e, più in generale, la vita sociale; infine, è fecondo, porta frutti di carità.

Indicando i criteri per discernere i doni dello Spirito, San Paolo vuole renderci più consapevoli della nostra responsabilità nell'impiegare i doni ricevuti da Dio. Possiamo chiederlo alla Vergine Maria. Mentre preghiamo il rosario, riprendiamo il titolo con cui Dio l'ha salutata: "Piena di grazia". Può essere tradotto come: "voi che eravate e siete oggetto dei doni di Dio". Questo titolo è come un nome nuovo che Dio ha dato a Maria; noi lo abbiamo ricevuto a nostra volta nel battesimo, che ci ha resi cristiani e partecipi dei doni di Dio. La Vergine Maria ci conservi l'umiltà di chiederli e il coraggio di viverli, affinché il Regno di Dio, il Regno della giustizia e della pace, si stabilisca nel nostro mondo.

"Vieni, Spirito Creatore [...] infiammaci con la tua luce, riempi i nostri cuori con il tuo amore”.

*Assistente Ecclesiastico UMEC-WUCT

 

 

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