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martedì 15 ottobre 2024

INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL SERVIZIO DELL'UOMO


 Suor Petrini: l'Intelligenza artificiale uno strumento al servizio dell'umanità

 Il segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano interviene al Global Standard Symposium di Nuova Delhi, auspicando l'introduzione di "politiche condivise" che guidino lo sviluppo delle nuove tecnologie: "Una vera rivoluzione cognitivo-industriale". Presente una delegazione del Dicastero per la Comunicazione guidata da monsignor Ruiz

 

- Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano

 "Sebbene rappresenti un importante risultato del progresso tecnologico, l'Intelligenza artificiale (IA) rimane uno strumento al servizio dell'essere umano". Questa la posizione espressa da suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, intervenuta al Global Standard Symposium (GSS-24) di Nuova Delhi, in India, nell'incontro di alto livello incentrato sulle leadership e il loro ruolo nel "disegnare il futuro dell'innovazione". Suor Petrini guida la delegazione della Santa Sede è Raffaella, presente anche una delegazione del Dicastero per la Comunicazione guidata da monsignor Lucio Adrián Ruiz

Progresso tecnologico e sviluppo umano

Il segretario generale del Governatorato ha esordito legando il concetto di "progresso tecnologico" a quello di "sviluppo umano", notando come, da una parte, gli strumenti più innovativi permettano "di ridurre i rischi, di migliorare il nostro lavoro e le nostre condizioni di vita" e come dall'altra la società sia chiamata ad un loro utilizzo "eticamente responsabile". Ciò si rende vero per le tecnologie "relativamente semplici" ma "ancora più necessario in relazione all'uso dell'IA", capace di rappresentare, riprendendo il concetto espresso da Papa Francesco nel corso della sua partecipazione alla sessione del G7 sul tema, "una vera e propria rivoluzione cognitivo-industriale".

Uno sviluppo etico per l'IA

I criteri scelti per "allenare" tali tecnologie sono, nella visione di suor Raffaella Petrini, "fattori cruciali" nel determinare "se i diritti umani fondamentali sono rispettati", se tali sistemi sono "affidabili e duraturi" e se essi risultino effettivamente "sostenibili". In tale contesto, la "cooperazione internazionale", basata su un "dialogo onesto", risulta "essenziale nello stabilire politiche condivise che possano guidare lo sviluppo di questi modelli secondo standard di sicurezza e principi etici." Un compito "impegnativo", tuttavia "necessario per produrre riflessioni condivise e soluzioni politiche volte a ricercare ciò che è buono e giusto".

L'algor-etica delle nuove tecnologie

Durante il suo intervento, il segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano cita ancora Francesco, che nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2024 notava la "necessità di un dialogo interdisciplinare finalizzato a uno sviluppo etico degli algoritmi – l’algor-etica –, in cui siano i valori a orientare i percorsi delle nuove tecnologie". La tecnologia, ha ricordato ancora la religiosa, "è nata con uno scopo", ovvero quello di rimanere "uno strumento per costruire il bene di ogni essere umano e un domani migliore per tutti". Una concreta "ispirazione" nell'applicazione di tale auspicio "esemplifica oggi una forma concreta di solidarietà che permette ai governi di stabilire priorità e alle organizzazioni di assumersi responsabilità per tutti i loro interlocutori".

La proposta per un'Agenzia internazionale

Una cooperazione tra Stati che, in conclusione di intervento, suor Petrini definisce, al pari di Papa Francesco, "politica sana che coinvolgendo diversi settori e competenze, può presidiare lo sviluppo tecnologico e creare le condizioni per rendere possibile e fruttuoso il buon uso della tecnologia, compresa l'IA". In una risposta a margine del suo messaggio, il Segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano ha ricordato la proposta avanzata dalla Santa Sede per la creazione di un'Agenzia internazionale relativa all'IA volta a "sviluppare un quadro normativo e operativo" sul suo utilizzo "pacifico".

 

Vatican News



lunedì 11 marzo 2024

LEGGE NATURALE e SVILUPPO UMANO

 Nella legge naturale la via dell’autentico sviluppo umano

 In occasione 750° anniversario della morte di san Tommaso d’Aquino si è svolta all’abbazia di Fossanova la due-giorni di studio che ha avuto come sottotitolo “Approfondimenti per e dalle Scienze Sociali”. L’incontro si è articolato in quattro sessioni: Ontologia sociale e chiavi teologiche; Diritto naturale e mondo sociale;  Economia, Politica e Governance;  Natura umana, tecnologia e cambiamento sociale, Il Doctor Angelicus morì il 7 marzo 1274.

  Pubblichiamo di seguito una traduzione dall’inglese del messaggio inviato da Papa Francesco ai partecipanti al Laboratorio su “L’ontologia sociale e il diritto naturale dell’Aquinate in prospettiva” patrocinato dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

 Mi ha fatto molto piacere apprendere che la Pontificia Accademia di Scienze Sociali abbia scelto di celebrare il 750° anniversario della morte di San Tommaso d’Aquino sponsorizzando un Laboratorio sul tema: “Ontologia sociale e diritto naturale dell’Aquinate in prospettiva. Approfondimenti per e dalle Scienze Sociali”. Esprimo la mia gratitudine a tutti i partecipanti a questo importante incontro e nella preghiera offro i miei auspici per la fecondità delle vostre discussioni.

 Sicuramente San Tommaso non ha coltivato le scienze sociali così come noi le intendiamo oggi. Tuttavia, il suo studio rigoroso delle implicazioni filosofiche e teologiche del dato biblico che l’uomo è creato: «a immagine di Dio» (Gn 1, 27), che trovò espressione nei suoi vari scritti, si può dire che abbia contribuito a preparare la strada allo sviluppo di queste scienze moderne. L’opera di Tommaso dimostra sia il suo impegno a comprendere la Parola di Dio rivelata in tutte le sue dimensioni, sia, al tempo stesso, la sua notevole apertura a ogni verità accessibile alla ragione umana. Il Dottore Angelico era profondamente convinto che, dal momento che Dio è la verità e la luce che illumina ogni comprensione, non ci possa essere alcuna contraddizione di fondo tra la verità rivelata e quella scoperta attraverso la ragione. Centrale alla sua comprensione del rapporto tra fede e ragione era la sua convinzione del potere del dono divino della grazia di risanare la natura umana indebolita dal peccato e di elevare la mente attraverso la partecipazione alla conoscenza e all’amore di Dio, e di conseguenza di abilitarci a comprendere e ordinare in modo corretto le nostre vite come singoli e come società.

 Le scienze sociali contemporanee si accostano alle tematiche dell’uomo e al perseguimento dello sviluppo umano attraverso una serie di approcci e metodi che dovrebbero essere fondati nell’irriducibile realtà e dignità della persona umana. L’Aquinate è stato in grado di attingere ad una ricca eredità filosofica che ha interpretato attraverso le lenti del Vangelo, allo scopo di affermare che la persona, come «quanto di più nobile si trova in tutto l’universo» (ST I, q. 29, a. 3) [testo in italiano tratto da Somma Teologica, Nuova Edizione in lingua italiana a cura di P. Tito S. Centi e P. Angelo Z. Belloni, 2009, ndt], è il pilastro dell’ordine sociale. Creati ad immagine e somiglianza di Dio Unitrino, gli individui sono destinati, attraverso relazioni personali e interpersonali, a vivere, crescere e svilupparsi in comunità. Per questa ragione, «è naturale che gli esseri umani vivano in società con molti altri, per procurarsi, con il loro lavoro manuale e fisico, illuminati dalla luce della loro intelligenza e dalla forza della loro volontà, i beni materiali e spirituali per il loro benessere e buon vivere, per la loro felicità» (De regno, B. I . c. 1).

 Attingendo da principi già stabiliti da Aristotele, Tommaso così sosteneva che i beni spirituali precedono quelli materiali e che il bene comune della società precede quello degli individui, in quanto l’uomo è per natura un “animale politico”. Il suo legame con le opere etiche e politiche dei grandi pensatori classici appare evidente dai suoi commentari, e si riflette specialmente nelle questioni che dedica alla giustizia, in particolare nel suo celebre Trattato sul Diritto (ST I-II , qq. 90-108). Mentre è indubitabile la sua influenza nel dar forma al pensiero morale e giuridico moderno, un recupero della prospettiva filosofica e teologica che ha informato la sua opera può risultare alquanto promettente per la nostra disciplinata riflessione sulle pressanti questioni sociali del nostro tempo.

 L’Aquinate sostiene l’intrinseca dignità e unità della persona umana, che appartiene sia al mondo fisico in virtù del corpo che a quello spirituale in virtù dell’anima razionale: una creatura capace di distinguere tra vero e falso in base al principio di non-contraddizione, ma anche di discernere il bene dal male. Questa capacità innata di discernere e di ordinare o disporre atti al loro fine ultimo attraverso l’amore, chiamata tradizionalmente “legge naturale”, come dichiara il Catechismo della Chiesa Cattolica, citando Tommaso: «altro non è che la luce dell’intelligenza infusa in noi da Dio. Grazie ad essa conosciamo ciò che si deve compiere e ciò che si deve evitare. Questa luce o questa legge Dio l’ha donata alla creazione» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1955).

 Oggi è essenziale recuperare una considerazione di questa «inclinazione naturale a conoscere la verità su Dio, e a vivere in società» (ST I-II, q. 92, a. 2) al fine di modellare il pensiero sociale e le politiche in modalità che promuovano, anziché impedire, l’autentico sviluppo umano dei singoli e dei popoli. Per questo motivo, il mio Predecessore e io abbiamo riaffermato costantemente l’importanza della legge naturale nelle discussioni concernenti le sfide etiche e politiche del nostro tempo. Con le parole di Benedetto XVI , «una tale legge morale universale è saldo fondamento di ogni dialogo culturale, religioso e politico e consente al multiforme pluralismo delle varie culture di non staccarsi dalla comune ricerca del vero, del bene e di Dio» (Lett. Enc. Caritas in Veritate, 59).

 La fiducia di Tommaso in una legge naturale scritta nel cuore dell’uomo può così offrire freschi e validi spunti al nostro mondo globalizzato, dominato dal positivismo giuridico e dalla casistica, anche se continua a cercare solide fondamenta per un giusto e umano ordine sociale. Infatti, seguendo Aristotele, Tommaso era ben consapevole della complessità che comporta applicare la legge alle azioni concrete, e perciò enfatizzava l’importanza della virtù di epikeia. Con le sue parole: «gli atti umani, che sono oggetto della legge, consistono in fatti contingenti e singolari, che possono variare in infiniti modi […]. Ma in certi casi osservare queste leggi sarebbe contro la giustizia e contro il bene comune, che è lo scopo della legge». Di conseguenza: «è invece un bene seguire ciò che esige il senso della giustizia e il bene comune, trascurando la lettera della legge» (ST II-II , q. 120, a. 1).

 Se il Dottore Angelico fonda la sua comprensione della dignità dell’uomo e le esigenze di un’“ontologia sociale” nella natura umana, e dunque nell’ordine della creazione, come pensatore cristiano egli, necessariamente, aggiunge anche che la nostra natura umana, ferita dal peccato, è guarita ed elevata dalla grazia, frutto della redenzione operata da Cristo. All’inizio della sua grande Cristologia, la terza parte della Summa Theologiae, Tommaso afferma, in continuità con l’insegnamento delle Scritture e dei Padri della Chiesa, che l’Incarnazione del Figlio di Dio rivela la suprema dignità della natura umana. Questa convinzione è stata eloquentemente riaffermata nel nostro tempo dall’insegnamento del Concilio Vaticano II , che cioè: «Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo a sé stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione» (Cost. Past. Gaudium et spes, 22). La pienezza di grazia presente nell’umanità del Redentore è poi comunicata alle membra del suo Corpo, la Chiesa, a cui tutta l’umanità è chiamata. Come Capo di quel Corpo, Cristo distribuisce la sua grazia in vari modi a ciascun membro, a seconda dei suoi unici doni e vocazioni.

 L’intuizione di Tommaso circa questa effusione di grazia redentiva e la varietà dei modi in cui tale grazia è comunicata per l’edificazione del Corpo ha ricche implicazioni per la comprensione delle dinamiche di un solido ordine sociale fondato sulla riconciliazione, sulla solidarietà, sulla giustizia e sulla cura reciproca. In questo senso Benedetto XVI poteva affermare che, proprio come oggetto dell’amore di Dio, l’uomo e la donna divengono a loro volta soggetti di carità, chiamati a riflettere tale carità e a tessere reti di carità (cfr. Caritas in Veritate, 5) a servizio della giustizia e del bene comune.

 È questa maggiore dinamica di carità ricevuta e donata che ha dato vita alla Dottrina sociale della Chiesa (cfr. ibid), che cerca di esplorare come i benefici sociali della Redenzione possano rendersi visibili nella vita di uomini e donne, in quanto esseri sociali la cui individualità è ineluttabilmente immersa in una storia, cultura e tradizione più grande. Qui, fa notare Tommaso, vediamo il cuore della vita Cristiana come atto di culto sacerdotale volto alla glorificazione di Dio e alla santificazione del mondo. In questa prospettiva, il Dottore Angelico sostiene risolutamente la priorità delle opere di misericordia. Con le sue parole: «Noi non esercitiamo il culto verso Dio con sacrifici e con offerte esteriori a vantaggio suo, ma a vantaggio nostro e del prossimo: egli, infatti, non ha bisogno dei nostri sacrifici, ma vuole che essi gli vengano offerti per la nostra devozione e a vantaggio del prossimo. Perciò la misericordia ... è un sacrificio a lui più accetto, assicurando esso più da vicino il bene del prossimo» (ST II-II , q. 30, a. 4 ad 1).

 Cari amici, in questi anni del mio pontificato ho cercato di privilegiare il gesto della lavanda dei piedi, seguendo l’esempio di Gesù, che nell’Ultima Cena si è tolto il mantello e ha lavato i piedi dei suoi discepoli uno ad uno. La lavanda dei piedi è senza dubbio un simbolo eloquente delle Beatitudini proclamate dal Signore nel Discorso della Montagna e della loro concreta espressione in opere di misericordia. Con questo gesto, il Signore ha voluto lasciarci: «un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi» (Gv 13, 15). Di fatto, come insegna l’Aquinate, con un’azione così straordinaria Cristo: «ha mostrato tutte le opere di misericordia» (In Ioan. XIII ). Gesù sapeva che, quando si tratta di ispirare il cuore dell’uomo, gli esempi sono più importanti di un fiume di parole.

 In questi giorni, mentre vi accostate al ricco patrimonio di pensiero religioso, etico e sociale che San Tommaso d’Aquino ci ha lasciato in eredità, ho fiducia che troverete ispirazione e illuminazione per i vostri propri contributi alle varie scienze sociali, nel rispetto dei loro propri metodi e obiettivi. Rinnovo i miei buoni auspici per le vostre decisioni e prego affinché ciascuno di voi, nel proprio lavoro e nella propria vita, trovi realizzazione nel nostro comune impegno di contribuire ad un futuro di fraternità, giustizia e pace per tutti i membri della nostra famiglia umana. Su ciascuno di voi, e sui vostri cari, invoco di cuore abbondanti benedizioni dal Signore.

 Dal Vaticano, 7 marzo 2024

 FRANCESCO


Osservatore Romano



giovedì 12 gennaio 2023

SVILUPPO INTEGRALE e ISTRUZIONE DI QUALITA'


Comece: puntare allo sviluppo integrale della persona e a un'istruzione di qualità

 In un documento che sarà presentato il 13 gennaio alla Commissione europea, le Conferenze episcopali dell’Ue, le associazioni familiari cattoliche e Don Bosco International chiedono il miglioramento delle competenze, della riqualificazione e della formazione e che al centro del progresso educativo ci sia la persona umana. E richiamano al Global Compact on Education lanciato da Papa Francesco perché l’educazione sia creatrice di fraternità, pace e giustizia

 - di Tiziana Campisi – Città del Vaticano

 La Commissione delle Conferenze episcopali dell'Unione europea (Comece), la Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa (Fafce) e DonBosco International (Dbi), nel loro ruolo di stakeholder e partner delle istituzioni dell'Ue, presenteranno, venerdì 13 gennaio, il loro contributo alla consultazione della Commissione europea sull'Anno delle competenze 2023. Nel documento si chiede alla Commissione europea di puntare ad uno sviluppo integrale della persona e si sottolinea l’importanza di un’istruzione e di una formazione di qualità. Poiché l’educazione accompagna ogni essere umano al suo pieno sviluppo e alla sua crescita, quando si parla di competenze e formazione è importante che al centro del progresso educativo ci sia la persona umana, in virtù della sua dignità, della sua unicità e dei suoi talenti, si legge nel testo che richiama al Global Compact on Education lanciato da Papa Francesco, il “patto per generare un cambiamento su scala planetaria, affinché l’educazione sia creatrice di fraternità, pace e giustizia.

 Promuovere lo sviluppo umano integrale

Per Comece, Fafce e Dbi, l'Ue dovrebbe far sì che la crescita dell'occupazione dei giovani fosse accompagnata dalla promozione del loro sviluppo umano integrale, fondamentale perché ci siano cittadini maturi e perché venga riconosciuta dignità ad ogni professione. Per questo, nel contesto dell’Anno europeo delle competenze, si sottolinea che, nell’istruzione, formazione tecnica e sistema delle competenze devono essere complementari. In questo modo possono essere una forza motrice di fraternità, pace e giustizia a livello globale. Per raggiungere tale obiettivo, afferma il documento delle tre istituzioni, è essenziale garantire un processo di riqualificazione e aggiornamento delle competenze accessibile e inclusivo, in cui le organizzazioni della società civile possano svolgere un ruolo chiave per raggiungere i più vulnerabili, attualmente a rischio di maggiori disuguaglianze sociali e discriminazioni dovute a un potenziale accesso elitario.

 Necessarie politiche demografiche e di conciliazione famiglia-lavoro

Ma occorre considerare che nell’Ue la crisi demografica, la sfida educativa e la crisi migratoria permeano il contesto dell'offerta di competenze. La popolazione europea sta drasticamente diminuendo e invecchiando ed entro il 2070 si prevede che il 30,3% della popolazione avrà almeno 65 anni. Questo significa che c’è una contrazione della forza lavoro disponibile e un aumento dell'indice di dipendenza dagli anziani. Nell'area dell'euro, poi, si prevede che i flussi migratori netti compenseranno solo in parte il calo della popolazione in età lavorativa, e c’è, inoltre, da considerare che l'immigrazione provoca anche la fuga di cervelli a scapito dello sviluppo economico. Comece, Fafce e Dbi sostengono, dunque, che occorre investire in politiche demografiche e family-friendly, in particolare in politiche di conciliazione famiglia-lavoro.

 L’importanza dell’approccio olistico nella formazione

E non sono da dimenticare gli effetti a lungo termine della pandemia di Covid-19, i tassi di rischio povertà, che sono aumentati, e i ritardi nei risultati degli studenti. Per questo è necessario rendere il settore dell'istruzione più resiliente e adattabile ai cambiamenti e agli studenti. Nel documento che sarà consegnato alla Commissione europea si evidenzia che, essendo l'istruzione formale la base per la riqualificazione e il miglioramento delle competenze dei giovani professionisti e degli adulti in attività occupazionali, nell'Anno europeo delle competenze ci si dovrebbe concentrare sulla connessione tra sistemi di istruzione e formazione e di insegnamento delle competenze. Bisogna poi tenere conto degli attuali sviluppi sociali ed economici che stanno mostrando la necessità di un cambiamento del tradizionale paradigma scuola-lavoro-pensione. Comece, Fafce e Dbi reputano che l’approccio olistico, in cui la formazione permanente e gli obiettivi educativi e formativi di occupabilità e crescita economica si legano allo sviluppo personale, rappresenti un elemento chiave, non solo per la realizzazione personale dell’individuo, ma anche per lo sviluppo di una società equa e più inclusiva. Da qui l’invito alla Commissione europea a basare le prossime iniziative dell'Anno delle competenze proprio su tale approccio, attento ai bisogni e alle capacità individuali, in particolare di coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità.

 Formare al rispetto dell’altro nelle società multiculturali

Il contributo offerto da Comece, Fafce e Dbi rimarca poi quanto importante per l’individuo imparare a vivere e crescere, attraverso il rispetto dell’altro, nelle società odierne dove si incontrano culture diverse. Di questo occorre tener conto nella formazione e nel miglioramento delle competenze e dunque l'Ue dovrebbe promuovere processi di cooperazione tra istituti di istruzione e formazione, perché studenti di tutte le età abbiano la migliore formazione integrale possibile, e rafforzare i percorsi sulle opportunità professionali negli ultimi anni delle scuole superiori, al fine di aumentare la consapevolezza delle possibilità del mercato del lavoro. E ancora si chiede di rafforzare la formazione sulle competenze digitali e di promuovere programmi educativi e formativi che forniscono una conoscenza corretta, inclusiva e accessibile, indipendentemente dallo stato socio-economico, e che siano adattati a tutte le abilità (fisiche e mentali), sia per i bambini che per gli adulti. Ma il piano d'azione per l'istruzione digitale, si avverte, dovrebbe evidenziare comunque i pericoli legati all'uso eccessivo di Internet sulla salute fisica e mentale dei bambini: privazione del sonno, disturbo da iperattività, sviluppo cerebrale più debole, rendimento scolastico inferiore, deficit nell'inclusione sociale, ecc. E pure dovrebbe includere un programma di prevenzione dei rischi, online, di abusi sessuali sui minori.

 Formazione permanente anche per chi usufruisce di congedi parentali

Il documento destinato alla Commissione europea chiede inoltre che a beneficiare di una formazione permanente siano anche quanti usufruiscono di congedi parentali. Per i genitori, in particolare le madri, si richiede che abbiano un migliore accesso all'apprendimento permanente, alla formazione professionale e alla riconversione del lavoro, perché sia sostenuto il loro possibile ritorno al mercato del lavoro. E si osserva che anche i giovani con contesti socioeconomici svantaggiati faticano ad acquisire le competenze necessarie per accedere al mercato del lavoro, per questo si chiede di garantire esperienze retribuite di professionalizzazione, come i tirocini retribuiti. Vengono indicati come esempio i Centri di Formazione Professionale Salesiana; ce ne sono 196 in 19 paesi europei che si rivolgono ad oltre 62mila studenti (il 90% dei quali giovani vulnerabili), con istruzione olistica sui principali settori economici. Ma anche i programmi di scambio fra Europa e Africa.

Vatican News

COMECE - document




 

venerdì 8 febbraio 2019

TRATTA DELLE PERSONE: NON SONO NUMERI. SONO NOMI, VOLTI, STORIE CONCRETE


Papa Francesco: "Anche se cerchiamo di ignorarlo, la schiavitù non è qualcosa di altri tempi.
Di fronte a questa realtà tragica, nessuno può lavarsi le mani se non vuole essere, in qualche modo, complice di questo crimine contro l’umanità.
Non possiamo ignorare che oggi esiste la schiavitù nel mondo, tanto o forse più di prima.
Preghiamo per l’accoglienza generosa delle vittime della tratta delle persone, della prostituzione forzata e della violenza".



P. Frederic Fornos, S.I.: “Per Francesco non sono numeri, sono nomi, volti, storie concrete”

Conferenza Stampa di presentazione della Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta di Persone – Intervento del Rev.do P. Frederic Fornos, S.I. e di Sr. Gabriella Bottani, S.M.C.
Alle ore 11.30 di questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione della Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la Tratta di Persone, promossa dall’Unione Internazionali delle Superiore e dei Superiori Generali (UISG/USG), che ricorre ogni anno l’8 febbraio, giorno di Santa Giuseppina Bakhita. Il tema di quest’anno è “Insieme contro la tratta di persone”.
Intervengono alla Conferenza Stampa: P. Michael Czerny, S.I., Sotto-Segretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; P. Frederic Fornos, S.I., Direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa; Sr. Gabriella Bottani, S.M.C., Coordinatrice internazionale di Talitha Kum. Inoltre, sono presenti alcuni sopravvissuti; Sr. Carmen Ugarte, O.S.R., Sr. Mary Adeline Abamo, S.D.S., due suore impegnate sul campo; P. Bruno Ciceri, C.S., Officiale del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e Direttore dell’Apostolato del Mare internazionale. Riportiamo di seguito gli interventi dei Conferenzieri:
Intervento del Rev.do P. Frederic Fornos, S.I.
Campagna contro la tratta di esseri umani
Il Video del Papa di febbraio Papa Francesco è fortemente impegnato nella lotta contro questo flagello nelle sue differenti espressioni. Di recente, nel suo Angelus del 20 gennaio, ha pregato per le vittime dei trafficanti di esseri umani, e anche, per i responsabili, lasciando che il silenzio mettesse l’accento su di esso. È un dramma che porta nel cuore e nella preghiera da molto tempo.
Ricorderete il volo di ritorno dall’Irlanda nel luglio 2018. Ha parlato della tratta di esseri umani, organizzata da trafficanti senza scrupoli, con tutto il suo orrore. Ci aveva già chiesto di organizzare questo mese di preghiera, ma proprio dopo questo viaggio, durante un incontro, mi ha chiesto insistentemente che la sua Rete Mondiale di Preghiera potesse davvero pregare per gli uomini, le donne e i bambini che vivono queste situazioni di schiavitù. Di fronte a questa tragedia umana, di fronte a tanta sofferenza, impotenza e angoscia di uomini, donne e bambini vittime della tratta di esseri umani e della schiavitù, spesso nel contesto delle migrazioni, è un grido che viene dal cuore, è il grido di preghiera al Signore. Per Francesco non sono numeri, sono nomi, volti, storie concrete, sono i nostri fratelli e sorelle nell’umanità. Non possiamo tacere se non vogliamo vendere la nostra anima al diavolo. Questo è il motivo per cui siamo qui.
Per questo motivo abbiamo preparato con il Santo Padre il suo video mensile su questo dramma (www.ilvideodelpapa.org). Ascoltate le parole forti del Papa in questo video: “Di fronte a questa realtà tragica, nessuno può lavarsi le mani se non vuole essere, in qualche modo, complice di questo crimine contro l’umanità”. Come indica il documento, presentato dalla sezione “Migranti e Rifugiati” del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale alla fine di gennaio, Orientamenti Pastorali sulla Tratta di Esseri Umani, al punto 21, è importante lavorare su campagne di diffusione, a livello nazionale e internazionale. È importante denunciare. E in questo lavora la Rete Mondiale di Preghiera del Papa, in collaborazione con coloro che sono seduti qui, con questo video del mese di febbraio. Questa tragedia non può essere ignorata, chiediamo, per favore, di renderla nota a tutti. Tuttavia, denunciare la nostra complicità non basta, per questo motivo è anche un’intenzione di preghiera del Papa: “Preghiamo per l’accoglienza generosa delle vittime della tratta delle persone, della prostituzione forzata e della violenza”. Il video può essere visto su: www.ilvideodelpapa.org

Intervento di Sr. Gabriella Bottani, S.M.C.

Talitha Kum: 10 anni contro la tratta dei nuovi schiavi
«Celebrare la Giornata mondiale di preghiera contro la tratta è soprattutto l’impegno ad accendere una luce per la libertà, contro ogni forma di schiavitù»

Anche quest’anno è arrivato l’appuntamento dell’8 febbraio, memoria di Santa Bakhita, in cui si celebra la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. Una giornata che questa volta si unisce a un importante traguardo per Talitha Kum, la rete internazionale di religiose e religiosi creata nel 2009 dall’UISG (Unione Internazionale Superiore Generali) promotrice della Giornata.

Talitha Kum infatti celebra i 10 anni di attività nel contrasto alla tratta delle persone nei cinque continenti. Una lunga strada che ha portato grandi risultati. Oggi la rete è impegnata in attività di prevenzione, sensibilizzazione, protezione, partenariato e preghiera in 77 Paesi nei 5 continenti: 13 in Africa, 13 in Asia, 17 in America, 31 in Europa, 2 in Oceania. Nei 34 Paesi dove non ci sono reti nazionali i coordinamenti regionali o continentali hanno gruppi o persone di contatto. Sono ben 34 i corsi realizzati per la costituzione delle reti, per un totale di 136 giorni di formazione, più un corso pilota per la formazione di 22 leader di Talitha Kum per azioni collaborative contro la tratta. Sono più di 1.000 le religiose formate, che operano in 65 Paesi, e oltre 2.000 i partecipanti delle reti guidate dalle suore e impegnati contro la tratta a diversi livelli. Nel mondo ci sono 150 gruppi operativi delle reti di Talitha Kum. Oltre ai gruppi nazionali, si aggiungono i sottogruppi che sono stati comunicati da 17 reti nazionali, circa il 40% delle reti totali. Questo dato dimostra la capacità di articolazione e diffusione della rete sul territorio nazionale.
Non a caso il nome scelto per la Giornata mondiale di quest’anno è “Insieme contro la tratta”: solo attraverso un lavoro congiunto, infatti, è possibile rispondere alla sfida della tratta, promuovere e rafforzare il dialogo e la cooperazione tra le parti interessate e contrastare chi sfrutta il “sogno” di migliaia di persone che cercano di migliorare le proprie condizioni di vita. I 10 anni di Talitha Kum sono un tempo di grazia per la vita consacrata impegnata contro la tratta, nel quale siamo chiamate a ringraziare Dio per il percorso fatto, a verificare il nostro impegno e le azioni comuni e a guardare con coraggio e fiducia il nostro presente e il futuro, per comprendere la complessità del fenomeno in questo tempo difficile, dove tutto è in movimento e i diritti umani sempre meno tutelati. Un grande impegno dell’Ufficio internazionale di Talitha Kum a Roma è il lavoro di lobbying a advocacy in collaborazione con altre realtà: come Dicasteri Vaticani e organizzazioni religiose presso le Nazioni Unite. Riconoscere il percorso compiuto, verificare il nostro impegno e pianificare il futuro sono i passi che Talitha Kum farà durante la prima Assemblea generale della Rete dal 22 al 28 settembre prossimo, dove si riuniranno più di 90 suore impegnate nel mondo contro la tratta di persone.