In questo modo, giocando d’anticipo con l’una o l’altra delle sue identità, ha occupato le prime pagine di giornali, telegiornali e social, andando molto al di là delle sue competenze di ministro di settore e imponendosi di fatto come uomo forte e vero leader del governo giallo-verde. Lo ha potuto fare perché può giocare su due tavoli: quello del ‘contratto’ con il M5S e quello – in caso di crisi e di elezioni anticipate – di candidato premier di una coalizione di centro-destra che secondo i sondaggi potrebbe anche governare da sola, visto il rifiuto dei pentastellati di coalizzarsi.
La parola chiave della campagna mediatica permanente di Salvini è la paura: paura dell’invasore che viene dal mare, paura della criminalità, soprattutto di quella comune, paura per la perdita del lavoro (vedi esodati della legge Fornero), paura per la contaminazione o la messa in discussione della religione tradizionale, paura delle vaccinazioni ... Paura insomma della diversità nelle sue varie manifestazioni, cui Salvini contrappone l’utopia conservatrice del ritorno alle radici nazional-popolari: “Prima gli Italiani”…
Questa chiusura al ‘diverso’ non sembra destinata a trovare consenso nel mondo della scuola dove da sempre inclusione e integrazione rappresentano principi e valori di riferimento, predicati e praticati. A ricordarlo in questi giorni anche alcuni rappresentanti dei lavoratori, ..