mercoledì 6 novembre 2019

ESSERE INSEGNANTI EFFICACI.

Le qualità dell’insegnante efficace: 
primi dati 
di uno studio esplorativo 



Maria Teresa Moscato
Università di Bologna

 Presentiamo alcuni risultati di una ricerca esplorativa, condotta a Bologna a partire dal 20032 . Abbiamo assunto che la competenza in situazione dell’insegnante costituisca una costellazione di elementi dinamici, fra loro stratificati e interconnessi, alcuni dei quali si compongono a loro volta di sotto-sistemi di abilità, relativamente variabili nelle manifestazioni soggettive. 
Riteniamo di potere anche affermare che tali elementi della competenza presentino una stretta relazione con una costellazione di motivazioni, all’interno delle quali agiscono vissuti e rappresentazioni, sia della propria professione, sia del proprio itinerario di formazione, spesso differenti dalla definizione esplicita e consapevole che i soggetti intervistati ne forniscono. 
Ogni docente, insomma, oltre ad attraversare le fasi evolutive proprie del giovane adulto, porterebbe a maturazione la propria identità sociale in maniera inseparabile dal consolidarsi di vere e proprie strategie di approccio “professionale”, che costituiscono in lui un profilo di “competenze” praticate prima ancora che teorizzate. 
L’analisi della “pratica” è legittimata da una prospettiva di ricerca, ormai consolidata in ambito internazionale , per la quale è possibile non solo analizzare le pratiche, ma anche le rappresentazioni sottese ad esse, che costituiscono la “teoria implicita” dei pratici.
Secondo la nostra ipotesi, la competenza dell’insegnante si articola in almeno tre aree, che abbiamo classificate come didattico/comunicativa, diagnostico/valutativa e organizzativa. 
L’area della competenza organizzativa, tuttavia, si intreccia, almeno per una parte, in termini talmente stretti con le altre due da esserne difficilmente separabile. 
Per gli aspetti organizzativi, infatti, è necessario distinguere una duplice dimensione di tale competenza, che sembra collocarsi, per un verso, “dentro” le aree comunicative e valutative (e che quindi è inseparabile dalla stessa efficacia didattica osservata), e, per l’altro verso, “fuori” dalla didattica in senso proprio (ma pur sempre collocata dentro il contesto istituzionale, e quindi rientrante a pieno titolo nel profilo professionale dell’insegnante). In questa seconda dimensione della competenza organizzativa si colloca presumibilmente anche la capacità sociale di condividere obiettivi e di collaborare con altri nel loro perseguimento. 
Le competenze comunicative 
 Le competenze comunicative globali osservate sembrano strutturarsi a loro volta in una serie di abilità specifiche, che possono essere analiticamente riconducibili alle seguenti variabili: ...






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