lunedì 18 novembre 2019

CONSIGLIO UMEC-WUCT- OMELIA DEL NUNZIO APOSTOLICO IN BELGIO

Union Mondiale des Enseignants Catholiques (UMEC)
World Union of Catholic Teachers (WUCT)

Domenica XXXIII C, 17 novembre 2019

Malachia 3: 19-20a; II Tess. 3: 7-12; Lc 21: 5-19

Eccellenza, Mons. Dollmann, Arcivescovo di Cambrai e Assistente spirituale dell'UMEC-WUCT
Prof. Guy Bourdeaud'hui, Presidente dell'Unione Mondiale degli Insegnanti Cattolici,
Illustri membri del Consiglio UMEC-WUCT,
Cari Responsabili della COV-Belgio che ci ospitano,
Cari amici,
             
        Sono lieto di salutarvi nel Nome del Signore in questa domenica che ci riunisce intorno all'Eucaristia condivisa, mentre concludete i due giorni del Consiglio dell'Unione Mondiale degli Insegnanti Cattolici.

            Le letture della penultima domenica dell'anno liturgico, che abbiamo appena ascoltato, ci chiamano tutti a coltivare sempre più la virtù della speranza per non cadere nella tentazione dello scoraggiamento e della paura di fronte alle sfide e alle provocazioni del nostro tempo: "Alzati, alza la testa, perché la tua redenzione si avvicina". "Per voi che temete il mio Nome, sorgerà il sole della giustizia: esso porterà guarigione nel suo splendore". Gesù stesso, sensibile a tutte queste contraddizioni e sofferenze umane, così come alle prove e alle sfide dei suoi discepoli di tutti i tempi, ci assicura di essere sempre presente in mezzo a noi e ci dice: "Fate attenzione a non lasciarvi smarrire"; "Io stesso vi ispirerò con un linguaggio e una saggezza a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere o contraddire".

            Da diversi anni (1951), l'Unione Mondiale degli Insegnanti Cattolici fornisce un sostegno continuo agli insegnanti cattolici nel mondo; e, mi affretto a dire, tutta la Chiesa vi è molto grata per i vostri sacrifici e le vostre iniziative a favore di questa componente storica della missione della Chiesa Cattolica.

            Il tema di queste due giornate di incontri e condivisione: "Educare in un mondo che cambia. Combattere la violenza, aprire la strada alla libertà" sembra essere stato ispirato dalle letture di questa domenica. Infatti, Gesù descrive in questa pagina del Vangelo di Luca il verificarsi di cambiamenti spesso brutali e spaventosi, sia per la terra che per l'umanità, che segnano il passaggio da una realtà che conosciamo ad un'altra che ci è ancora largamente sconosciuta. "Quello che contempli, arriveranno giorni in cui non ci sarà più pietra su pietra: tutto sarà distrutto". Questo difficile passaggio da una realtà all'altra, e per molti versi minaccioso, porta con sé un'esigenza radicale che Cristo si rivolge agli uomini e alle donne del nostro tempo: "Sarete odiati da tutti.... Ma non vi si perderà un capello di testa". "Questa sarà l'occasione per testimoniare."

            Permettetemi di soffermarmi un attimo su quella che può essere la testimonianza degli insegnanti cattolici in questi tempi incerti, ma anche portare immense speranze per i giovani che vi sono affidati nelle scuole ove operate. Il primo requisito è quello dell'identità cattolica; non avere paura o vergogna di chi siamo.  L'insegnamento è senza dubbio il compito più nobile che ci sia, ma è rilevante solo nella misura in cui coloro che lo svolgono possono, come ci ha ricordato san Paolo, essere un "modello da imitare", sia per le conoscenze che impartite, sia per ciò che fa di voi insegnanti la cui intera vita può ispirare nei bambini, adolescenti e giovani adulti il sostegno del loro cuore e della loro mente, nonché il desiderio di seguirvi. È importante mostrare loro che gli uomini e le donne cristiani, formati alla scuola di Cristo e dei santi educatori, possono anche aprire strade di pace e libertà in un mondo paralizzato dalla violenza e dall'ingiustizia.

            E poi c'è la sfida educativa, di cui parla papa Francesco nel messaggio rivolto ai partecipanti al Congresso dell'Ufficio internazionale dell'educazione cattolica, riunitosi a New York lo scorso giugno. Questa sfida è caratterizzata da una cultura dell'indifferenza, dell'individualismo e del consumismo che offusca i valori comuni e ostacola gli sforzi per "mettere l'intera persona al centro dell'azione educativa". "Perché una tale cultura dell'indifferenza e del relativismo corrode il senso dell'umanesimo".

            Di fronte a questa sfida educativa, che riguarda soprattutto l'educazione nelle periferie esistenziali, sta a voi, insegnanti cattolici, chiamati in prima linea dalla Chiesa a "ricostruire l'umanesimo" con le famiglie degli alunni e degli studenti. "A tal fine - insiste la Chiesa - l'educatore deve essere competente, qualificato e, allo stesso tempo, ricco di umanità, capace di stare in mezzo agli studenti per promuovere la loro crescita umana e spirituale". 

            Nel Messaggio che il prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica vi invia in occasione di questo incontro del Consiglio UMEC, tenutosi a Bruxelles, Sua Eminenza il Cardinale Giuseppe Versaldi esprime la sua "sincera gratitudine per il servizio reso all'educazione cattolica" (....) e auspica che "i giovani insegnanti con la loro attiva partecipazione contribuiscano a favorire l'effettiva e sempre più rilevante presenza dell'Unione nella complessa formazione di oggi, nonché un aumento dei contatti con le organizzazioni internazionali nella cooperazione e nella condivisione di progetti".

Cari amici,
                        Preghiamo per tutti coloro che si impegnano in questo "processo di crescita dell'umanità" perché siano convinti e sostenuti dalla speranza che "il sole della giustizia sorga: porterà guarigione nel suo splendore"! Che la Santissima Vergine Maria, Sedes Sapientiae, vegli sull'Unione e su ciascuno dei suoi membri perché non cessino mai di testimoniare la verità per costruire la "civiltà dell'amore".

Amen!

+ Agostino Kasujja

Testo originale in lingua francese




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