Ridiamo all’educazione la centralità
che le nuove generazioni
si meritano
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di FRANCESCO PROFUMO
Innovazione pedagogica per l’inclusione, l’educazione al
centro delle politiche di trasformazione di lungo periodo delle città,
apprendimento continuo, coinvolgimento di tutta la comunità educante. Sono
queste le parole chiave per il futuro dell’educazione, e sono questi gli
elementi portanti del modo in cui la Fondazione Compagnia di San Paolo e i suoi
i enti strumentali e partecipati hanno guardato all’educazione negli ultimi
anni.
Pensiamo anzitutto a una idea di educazione che abbracci
tutto l’arco della vita della persona. I bambini di oggi e di domani dovranno
tornare a scuola più volte nel corso della loro vita perché cambieranno lavoro
più volte e dovranno avere le competenze per vivere in maniera proattiva e
serena questi mutamenti. Per questo serve una scuola più agile, che investa in
innovazione e stimoli le creatività dei singoli. E servono comunità educanti
che generino alleanze, che sostengano il senso di appartenenza ai territori e
tra le persone. La scuola è il perno della comunità educante. Ma allo stesso
tempo – la pandemia ce lo ha reso ulteriormente evidente – la scuola da sola
non basta. In questi anni abbiamo lavorato intensamente per contribuire a
realizzare un modello di territorio che si allea per raggiungere i traguardi di
un’educazione per tutti Proprio nel 2023, abbiamo lanciato con la Fondazione
per la Scuola l’ampia e pluriennale iniziativa “Città dell’educazione”, per
promuovere l’idea che l’educazione stia al centro delle trasformazioni dei
territori e per rafforzare l’offerta di servizi personalizzati di cura,
crescita e apprendimento per diverse fasce di età coinvolgendo 4 città del nord
ovest (Torino, Genova, Vercelli e Savona) in stretta collaborazione con le
amministrazioni pubbliche territoriali e il ministero dell’Istruzione e del
Merito.
Abbiamo sentito forte l’opportunità di innescare un processo
circolare e virtuoso, basato sull’utilizzo innovativo e sistematico dei dati
che le scuole hanno a disposizione, sulla definizione di metodi (formazione,
ricerca, valutazione, strutturazione di comunità educanti), sulla loro
sperimentazione e validazione nelle città selezionate, per poi divenire
patrimonio diffondibile e scalabile anche a livello nazionale, e, in
prospettiva, a livello internazionale. Vale su molti fronti, ma l’educazione
viene prima di molti altri per un Paese come l’Italia che mai come adesso deve
investire sulle nuove generazioni per un futuro di crescita e non di
stagnazione o di declino.
L’orizzonte è ampio e sfidante, ma il traguardo è molto
concreto: realizzare vere e proprie Città dell’educazione, con forti
caratteristiche di inclusione, innovazione pedagogica e sostenibilità, che
coinvolgano tutti gli attori del territorio, compresi i bambini e le bambine,
gli adolescenti, le famiglie.
Per fortuna non partiamo da zero, sparsi per la Penisola ci
sono progetti ormai non più in fase embrionale, che stanno dando risultati
concreti. In casa nostra penso anche a “Riconnessioni”, a cui ieri, alla
presenza del presidente Mattarella, è stato assegnato il premio annuale
“ItaliaDecide”: realizzata dalla Fondazione per la Scuola, nostro ente
strumentale, l’iniziativa è stata lanciata nel 2017 e ad oggi ha promosso
l’innovazione nel sistema scolastico per garantire l’accesso alla conoscenza a
tutte e tutti, agendo sull’infrastruttura Internet e sulle competenze digitali
nelle scuole. “Riconnessioni” ha operato per potenziare le competenze digitali
di docenti, personale scolastico e studenti, per personalizzare la didattica
con una ricaduta su oltre 90.000 studenti.
È diventato un modello di innovazione scolastica, replicato
in altri contesti territoriali. Un segnale, non l’unico, che qualcosa si muove
e che ci sono schemi di intervento sempre più variegati e rodati. Partire
dall’educazione per cambiare l’agenda politica dei prossimi anni, per creare
benessere, coesione e inclusione sociale, per invertire traiettorie di
impoverimento culturale e demografico del nostro Paese: si tratta di una sfida
ambiziosa, richiede determinazione, lungimiranza e coraggio, quello che le
nostre ragazze e i nostri ragazzi certamente meritano.
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