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martedì 15 febbraio 2022

EDUCAZIONE CIVICA E VALUTAZIONE


- di Andrea Andretto

Nei mesi di gennaio e febbraio tutte le scuole sono chiamate a esprimere la valutazione conclusiva del primo trimestre/quadrimestre, compresa quella sintetica degli insegnamenti dell’Educazione Civica. Il presente contributo vorrebbe aiutare le singole scuole ad avere delle coordinate essenziali per assolvere agli adempimenti normativi, affinché il momento della valutazione possa essere – a tutti gli effetti – un tempo formativo non solo per gli studenti ma anche per l’intero Collegio dei Docenti che, verosimilmente, sta lavorando a perfezionare un Curriculo d’Istituto dell’insegnamento dell’Educazione Civica. In questo articolo sono offerti solo alcuni iniziali spunti per riflettere sul tema della valutazione di questo insegnamento.

 PRIMA TAPPA: TEMPO FORMATIVO PER I DOCENTI

 L' ansia di dover “inserire” una valutazione in pagella per non incorrere in spiacevoli inadempienze normative potrebbe indurre i singoli Consigli di Classe a non porsi alcuni interrogativi fondamentali di fronte a un insegnamento che presenta ancora i caratteri della novità. Come docenti e come coordinatori delle attività educative e didattiche siamo prima di tutto chiamati a domandarci che cosa stiamo valutando. All’inizio del mese di settembre abbiamo ipotizzato di far raggiungere ai nostri allievi determinate competenze attraverso la spiegazione di contenuti precisi entro il quadro normativo di riferimento. Domandarsi che cosa stiamo valutando significa prima di tutto cercare di capire se le attività che abbiamo pensato sono state realmente “alla portata” dei nostri allievi o se sono state progettate solo a partire dall’ansia di avere dei contenuti da valutare. In modo particolare, verificare il motivo che ci ha spinti a progettare determinati moduli di apprendimento e il loro esito sarà per ogni singolo Consiglio di Classe e ogni Collegio Docenti l’occasione propizia per capire se ciò che si è fatto possa essere definitivamente implementato nel curricolo trasversale d’Istituto per l’insegnamento dell’Educazione Civica. In pari tempo, a ogni membro del Consiglio di Classe e del Collegio Docenti sarà richiesto di essere capace – con estrema umiltà e trasparenza – di riconoscere se una determinata attività proposta in un particolare periodo non sia adatta, e debba quindi essere riposizionata in un tempo diverso dell’iter formativo oppure debba essere trattata con una metodologia diversa.

SECONDA TAPPA: L’ALLIEVO DIVENTA PROTAGONISTA.

Come abbiamo già messo in evidenza, la normativa prevede che l’insegnamento dell’Educazione Civica competa a tutti i docenti del Consiglio di Classe, i quali poi si troveranno a valutare le competenze raggiunte da parte dell’allievo. Ne viene dunque che, nel corso del trimestre/quadrimestre, più voci si “sono concertate” nell’introdurre gli allievi ai contenuti specifici programmati dai diversi Consigli. Proprio per questo motivo diventa dunque fondamentale che l’allievo, prima di essere valutato, possa comunicare ai suoi docenti come ha vissuto il tempo dell’apprendimento e quello della prova di valutazione. Sarebbe dunque fondamentale, proprio come previsto dalla normativa relativa alla certificazione delle competenze, che l’allievo potesse comunicare ai suoi docenti (p.e. attraverso l’attivazione di un semplice modulo google preparato dal Consiglio di Classe) quali sono stati i lati positivi e quelli di maggiore criticità nella conduzione delle diverse fasi dell’apprendimento. Questa seconda tappa potrebbe dunque configurarsi come un elemento strategico per una scuola della “corresponsabilità educativa”. L’auto-valutazione dell’allievo permetterà a ogni docente di avere una panoramica molto più chiara prima di formulare una valutazione sintetica e darà anche modo all’intero Collegio Docenti di portare a coerenza il lavoro proposto nella tappa precedente, relativamente alla definizione e “stabilizzazione” dei contenuti specifici del curricolo d’Istituto.

TERZA TAPPA: OSSERVARE E DICHIARARE PER VALUTARE.

 La valutazione e il giudizio di una competenza non sono mai solo il frutto di una prova di verifica somministrata all’allievo. Si pensa dunque che possa essere importante, per ogni Consiglio di Classe, non solo la progettazione della modalità con le quali i singoli contenuti delle discipline verranno erogati e le relative competenze attese, ma anche gli indicatori che si vogliono osservare ai fini della valutazione finale. Per formulare la “griglia di osservazione” che potrebbe poi trovare compimento nella “griglia di valutazione”, è necessario che ogni Consiglio di Classe, guardando all’originalità dei membri che la compongono e ai contenuti che intende affrontare, provi a elaborare quali fattori intende osservare affinché la valutazione non sia solo l’esito di una prova di verifica (orale o scritta) nella quale si ripetono dei contenuti che non sono in grado di dare una forma ai vissuti dell’allievo stesso[1] 

 Ne viene dunque che, per esprimere una valutazione corretta e personalizzata degli apprendimenti di Educazione Civica, sarà necessario porre la concentrazione sulla modalità con la quale – anche a livello formale – pianifichiamo l’insegnamento dell’Educazione Civica. Tra i mesi di settembre e ottobre anche il docente referente per il Consiglio di Classe dell’insegnamento dell’Educazione Civica deve presentare un “piano di lavoro”. Una scuola che si possa dire effettivamente di qualità è chiamata a dichiarare quali attività pensa di proporre per far raggiungere determinate competenze, e cosa voglia osservare ai fini della valutazione. Inoltre, rendere trasparente sul sito internet della scuola il piano di lavoro del Consiglio di Classe per l’insegnamento dell’Educazione Civica, le griglie di osservazione e di valutazione, potrebbe permettere alla scuola stessa di evitare le spiacevoli contestazioni di una valutazione che – forse più delle altre – non può limitarsi a dare un giudizio sulle sole conoscenze. C’è poi un ulteriore aspetto da prendere in considerazione. Anche l’insegnamento dell’Educazione Civica chiede di essere inclusivo, rispettando le modalità di apprendimento degli allievi BES. Un lavoro didatticamente serio e rigoroso richiede dunque di pensare, a norma della legge 170/2010, quali misure compensative e dispensative possano essere riconosciute agli allievi che ne necessitino per il raggiungimento delle singole competenze. Allo stesso modo, gli allievi dichiarati diversamente abili ai sensi della legge 104/92 sono a tutti gli effetti dei cittadini che hanno diritto di maturare – con le relative misure di semplificazione o differenziazione – le competenze dell’insegnamento dell’Educazione Civica. Sarebbe infine interessante che, prima della formulazione della valutazione finale, la medesima griglia di osservazione potesse essere compilata dagli studenti per cercare di capire come gli stessi – in itinere – hanno osservato l’incidenza che i contenuti appresi hanno avuto sulla loro modalità di agire come cittadini.

 

[1]  Non infrequentemente è capitato che Dirigenti Scolastici e Docenti con una spiccata sensibilità educativa, di fronte alla mancanza di senso civico dei propri allievi (dentro e fuori le mura scolastiche), si siano interrogati sul fatto che l’in- segnamento dell’Educazione Civica corre il rischio di formare solo teoricamente degli onesti cittadini. In pari tempo si dovrà tenere in considerazione il fatto che il voto dell’insegnamento dell’Educazione Civica non corrisponde a quello della condotta.

DOCETE- Fidae




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