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di Andrea Carlino
“In un’epoca che sputa sui padri, sull’autorità simbolica e anche sui maestri, occorre tornare a fare un elogio del maestro”, ha esordito l’autore, forte della sua esperienza ventennale nelle università italiane. La sua definizione risulta netta e provocatoria: “Maestro si riconosce dal fatto che può parlare solo di ciò che gli preme “.Non l’erudito che domina ogni argomento con la stessa competenza, ma colui che è “pressato da un pensiero che non governa, da un’urgenza” che lo spinge verso la verità. Recalcati distingue così il “pensiero tranquillo” dell’analista dal pensiero ardente del maestro, sottolineando come quest’ultimo non possa che esprimersi su ciò che lo appassiona davvero.
La
rivoluzione contro le regole standardizzate
L’intervento
ha posto l’accento sulla differenza fondamentale tra regole e
legge nell’educazione contemporanea. “Il nostro tempo commette un errore
fondamentale: non distingue più la dimensione della regola dalla dimensione
della legge”, ha spiegato lo psichiatra.
Le regole rappresentano
impedimenti esterni che selezionano comportamenti – come i semafori nel
traffico – mentre la legge deve essere “scritta nel
cuore”. Recalcati ha criticato duramente l’approccio regolativo
dominante: “Concepiamo l’educazione come un dressage psicotecnico, ma
la vita del figlio non è la vita di un cavallo”.
La
formula che guida questo ragionamento è semplice ma rivoluzionaria: “L’insistenza
genera resistenza”. Mangia, mangia, mangia produce disturbi
alimentari; studia, studia, studia genera disaffezione. L’educazione autentica
deve invece trasmettere “nel cuore della vita del figlio il senso della legge
del non tutto” – la consapevolezza che non tutto è possibile, conoscibile,
governabile.
L’arte
di essere “corrente d’aria fresca”
La
descrizione più suggestiva riguarda le qualità essenziali del
maestro autentico. “Quando entra in aula un maestro, entra una corrente
d’aria fresca”, ha affermato Recalcati, citando l’esempio di Jean-Paul
Sartre descritto da Deleuze. Il maestro deve essere anti-scolastico pur
lavorando dentro il dispositivo scolastico, capace di rovesciare ogni
scolastica attraverso l’ispirazione.
“So
di aver fatto una buona lezione quando uscendo dall’aula mi accorgo di aver
imparato qualcosa”, citando Giovanni Gentile. Recalcati ha utilizzato la
metafora dell’onda per spiegare l’apprendimento autentico: come il
bambino che impara a nuotare deve passare dall’imitazione del maestro sulla
spiaggia all’incontro solitario con l’onda, così l’allievo deve trasformare il
sapere ricevuto in stile proprio.
La
saggezza suprema del maestro consiste nel “saper tramontare nel tempo
giusto”, lasciando che l’allievo trovi la propria strada. Un insegnamento
che richiede coraggio e libertà tanto da
parte di chi trasmette quanto di chi riceve.
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