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giovedì 4 aprile 2019

CRISTO VIVE! ESORTAZIONE APOSTOLICA AI GIOVANI E A TUTTO IL POPOLO DI DIO

ESORTAZIONE APOSTOLICA POST-SINODALE
CHRISTUS VIVIT
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
AI GIOVANI E A TUTTO IL POPOLO DI DIO

1. Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!
2. Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza.
3. A tutti i giovani cristiani scrivo con affetto questa Esortazione apostolica, vale a dire una lettera che richiama alcune convinzioni della nostra fede e, nello stesso tempo, incoraggia a crescere nella santità e nell’impegno per la propria vocazione. Tuttavia, dato che si tratta di una pietra miliare nell’ambito di un cammino sinodale, mi rivolgo contemporaneamente a tutto il Popolo di Dio, ai pastori e ai fedeli, perché la riflessione sui giovani e per i giovani interpella e stimola tutti noi. Pertanto, in alcuni paragrafi parlerò direttamente ai giovani e in altri proporrò approcci più generali per il discernimento ecclesiale.
4. Mi sono lasciato ispirare dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo dell’anno scorso. Non potrò raccogliere qui tutti i contributi, che potrete leggere nel Documento Finale, ma ho cercato di recepire, nella stesura di questa lettera, le proposte che mi sembravano più significative. In questo modo, la mia parola sarà arricchita da migliaia di voci di credenti di tutto il mondo che hanno fatto arrivare le loro opinioni al Sinodo. Anche i giovani non credenti, che hanno voluto partecipare con le loro riflessioni, hanno proposto questioni che hanno fatto nascere in me nuove domande...



mercoledì 20 giugno 2018

" I GIOVANI, LA FEDE, IL DISCERNIMENTO" - L'Instrumentum Laboris in preparazione al Sinodo dei Giovani

RISCOPRIRE 
LA BELLEZZA 
DELLA VITA

"Desidero aiutare tutti e ciascuno a mettersi in sintonia con l’Instrumentum laboris del prossimo Sinodo dei giovani dal tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, che si svolgerà a Roma dal 3 al 28 ottobre prossimi. Come avrete certamente notato, si tratta di un testo abbastanza ampio e articolato, del quale cercherò di illustrare alcuni elementi principali, partendo dal dire qualcosa sulle finalità del Sinodo, sul metodo seguito e sulla struttura del documento.
Il Sinodo ha come prima finalità quella di rendere consapevole tutta la Chiesa del suo importante e per nulla facoltativo compito di accompagnare ogni giovane, nessuno escluso, verso la gioia dell’amore; in secondo luogo, prendendo sul serio questa missione, la Chiesa stessa potrà riacquistare un rinnovato dinamismo giovanile; in terzo luogo è importante anche per la Chiesa cogliere quest’occasione per mettersi in discernimento vocazionale, così da riscoprire in che modo può meglio corrispondere oggi alla sua chiamata ad essere anima, luce, sale e lievito del nostro mondo.
Come conseguenza di queste finalità, l’Instrumentum Laboris è redatto secondo il “metodo del discernimento”. Con ciò intendo dire che in sostanza il Sinodo stesso è un esercizio di discernimento, il cui processo si attua compiendo gli stessi passi che aiutano ogni giovane a far luce sulla propria vocazione. Papa Francesco, in Evangelii Gaudium 51, presenta il processo di discernimento con tre verbi: riconoscere, interpretare, scegliere.
Per questo motivo, il testo è diviso in tre parti, ciascuna riferita a uno dei tre verbi. Il primo passaggio del discernimento è segnato dal verbo riconoscere. Subito viene in mente il racconto dell’episodio di Emmaus, dove si dice che «si aprirono i loro occhi e lo riconobbero» (Lc 24,31). È quindi evidente che “riconoscere” non è un generico vedere o un semplice ascoltare, ma dice molto di più: si tratta di lasciarsi abitare dalla grazia per avere lo sguardo del discepolo, una comprensione della realtà che sa vedere il cuore, un’intelligenza che nasce dalle viscere di misericordia che abitano in ognuno di noi. “Riconoscere” significa partecipare dello sguardo di Dio sulla realtà, osservando il modo in cui Dio parla a noi attraverso di essa.
Il secondo passaggio punta sul verbo interpretare. La realtà è più importante dell’idea, ma le idee diventano necessarie nel momento in cui si sono riconosciuti gli appelli che vengono dalla realtà. Ci vuole un quadro di riferimento per interpretare la realtà, altrimenti si resta preda della superficialità. È necessario andare in profondità, verso un livello biblico e antropologico, teologico ed ecclesiologico, pedagogico e spirituale. Le buone idee illuminano, fanno chiarezza, sciolgono i nodi, aiutano a sbrogliare la matassa, a superare la confusione e a risolvere le frammentazioni, accompagnando verso una visione integrale e sinfonica.

Il terzo momento si concentra sulla necessità di scegliere. Dopo aver riconosciuto e interpretato, la fase più delicata e importante è prendere decisioni coraggiose e lungimiranti alla luce del percorso svolto. Il discernimento troppe volte rischia di arenarsi su infinite analisi e su molte e diverse interpretazioni, che non arrivano a buon fine, cioè a decisioni concrete, profetiche e pratiche. Ecco che diventa importante portare a compimento il cammino attraverso scelte condivise che ci aiutino nel nostro percorso di conversione pastorale e missionaria....






sabato 14 gennaio 2017

CARISSIMI GIOVANI - Lettera del Santo Padre e Documento preparatorio per il Sinodo dedicato ai giovani

LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI GIOVANI IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO PREPARATORIO
DELLA XV ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI

Carissimi giovani,
     sono lieto di annunciarvi che nell’ottobre 2018 si celebrerà il Sinodo dei Vescovi sul tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Ho voluto che foste voi al centro dell’attenzione perché vi porto nel cuore. Proprio oggi viene presentato il Documento Preparatorio, che affido anche a voi come “bussola” lungo questo cammino.
     Mi vengono in mente le parole che Dio rivolse ad Abramo: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò» (Gen 12,1). Queste parole sono oggi indirizzate anche a voi: sono parole di un Padre che vi invita a “uscire” per lanciarvi verso un futuro non conosciuto ma portatore di sicure realizzazioni, incontro al quale Egli stesso vi accompagna. Vi invito ad ascoltare la voce di Dio che risuona nei vostri cuori attraverso il soffio dello Spirito Santo.
     Quando Dio disse ad Abramo «Vattene», che cosa voleva dirgli? Non certamente di fuggire dai suoi o dal mondo. Il suo fu un forte invito, una vocazione, affinché lasciasse tutto e andasse verso una terra nuova. Qual è per noi oggi questa terra nuova, se non una società più giusta e fraterna che voi desiderate profondamente e che volete costruire fino alle periferie del mondo?
Ma oggi, purtroppo, il «Vattene» assume anche un significato diverso. Quello della prevaricazione, dell’ingiustizia e della guerra. Molti giovani sono sottoposti al ricatto della violenza e costretti a fuggire dal loro paese natale. Il loro grido sale a Dio, come quello di Israele schiavo dell’oppressione del Faraone (cfr Es 2,23).
    Desidero anche ricordarvi le parole che Gesù disse un giorno ai discepoli che gli chiedevano: «Rabbì […], dove dimori?». Egli rispose: «Venite e vedrete» (Gv 1,38-39). Anche a voi Gesù rivolge il suo sguardo e vi invita ad andare presso di lui. Carissimi giovani, avete incontrato questo sguardo? Avete udito questa voce? Avete sentito quest’impulso a mettervi in cammino? Sono sicuro che, sebbene il frastuono e lo stordimento sembrino regnare nel mondo, questa chiamata continua a risuonare nel vostro animo per aprirlo alla gioia piena. Ciò sarà possibile nella misura in cui, anche attraverso l’accompagnamento di guide esperte, saprete intraprendere un itinerario di discernimento per scoprire il progetto di Dio sulla vostra vita. Pure quando il vostro cammino è segnato dalla precarietà e dalla caduta, Dio ricco di misericordia tende la sua mano per rialzarvi.
     A Cracovia, in apertura dell’ultima Giornata Mondiale della Gioventù, vi ho chiesto più volte: «Le cose si possono cambiare?». E voi avete gridato insieme un fragoroso «Sì». Quel grido nasce dal vostro cuore giovane che non sopporta l’ingiustizia e non può piegarsi alla cultura dello scarto, né cedere alla globalizzazione dell’indifferenza. Ascoltate quel grido che sale dal vostro intimo! Anche quando avvertite, come il profeta Geremia, l’inesperienza della vostra giovane età, Dio vi incoraggia ad andare dove Egli vi invia: «Non aver paura […] perché io sono con te per proteggerti» (Ger 1,8).
     Un mondo migliore si costruisce anche grazie a voi, alla vostra voglia di cambiamento e alla vostra generosità. Non abbiate paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci, non indugiate quando la coscienza vi chiede di rischiare per seguire il Maestro. Pure la Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori. San Benedetto raccomandava agli abati di consultare anche i giovani prima di ogni scelta importante, perché «spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore» (Regola di San Benedetto III, 3).
     Così, anche attraverso il cammino di questo Sinodo, io e i miei fratelli Vescovi vogliamo diventare ancor più «collaboratori della vostra gioia» (2 Cor 1,24). Vi affido a Maria di Nazareth, una giovane come voi a cui Dio ha rivolto il Suo sguardo amorevole, perché vi prenda per mano e vi guidi alla gioia di un «Eccomi» pieno e generoso (cfr Lc 1,38).
     Con paterno affetto,
FRANCESCO
Dal Vaticano, 13 gennaio 2017