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giovedì 21 aprile 2022

L'EDUCATORE ACCOMPAGNA, ASCOLTA E DIALOGA

Mercoledì mattina, prima di iniziare l’udienza generale, il Papa ha dialogato con una delegazione del “Global Researchers Advancing Catholic Education Project” ribadendo l’importanza di un’educazione dinamica che trasmetta il patrimonio del passato ma andando avanti, senza fermarsi a fissare le radici, per far crescere la persona

 -         di Tiziana Campisi – Città del Vaticano

 Educare non “è riempire la testa di idee”, perché si formano “automi”, ma camminare insieme con persone in una “tensione fra il rischio e la sicurezza”. È quanto ha detto nel discorso a braccio Papa Francesco - dopo aver consegnato il testo preparato - ad una delegazione del “Global Researchers Advancing Catholic Education Project” (GRACE), un nuovo progetto di ricerca internazionale promosso da volontari con lo scopo di promuovere i valori dell'educazione cattolica nel rispetto dell’identità e del dialogo. L’incontro si è svolto nell’auletta dell’Aula Paolo VI prima dell’udienza generale.

Il diritto di sbagliare

“Educare - ha affermato il Papa - è rischiare nella tensione tra la testa, il cuore e le mani: in armonia, al punto da pensare quello che sento e faccio; da sentire quello che penso e faccio; da fare quello che sento e penso. È un’armonia”. Ad insegnanti di scuole primarie, secondarie e universitari, il Pontefice ha chiesto di affiancare gli studenti nel percorso educativo. “Non si può educare - ha aggiunto - senza camminare insieme alle persone che si stanno educando. È bello quando si trovano educatori che camminano insieme ai ragazzi e alle ragazze”. Francesco ha rimarcato che “educare non è dire cose puramente retoriche; educare è far incontrare quello che si dice con la realtà. Le ragazze, i ragazzi hanno diritto a sbagliare, ma l’educatore li accompagna nel cammino per orientare questi sbagli, perché non siano pericolosi”. “Il vero educatore - ha proseguito Francesco - non si spaventa mai degli sbagli, no: accompagna, prende per mano, ascolta, dialoga. Non si spaventa e aspetta”. Questa è l’educazione umana: educare “è questo portare avanti e far crescere, aiutare a crescere”.

Educare nella tradizione che è dinamica

La delegazione del GRACE, attraverso un portavoce, ha aperto un dialogo con Francesco e ha spiegato al Pontefice che obiettivo del progetto è proprio quello di educare non solo trasmettendo il sapere, ma dando spazio anche all’ambito spirituale e pastorale e a quanto gli anziani possono tramandare ai giovani. Il Papa ha sottolineato che “è importante il dialogo tra i giovani e gli anziani”, “perché l’albero, per crescere, ha bisogno di rapporti stretti con le radici”, quindi ha raccontato: “C’è un poeta della mia terra che dice una cosa bella: ‘Tutto quello che l’albero ha di fiorito, gli viene da quello che ha sottoterra’. Senza radici non si va avanti. Soltanto con le radici diventiamo persone”. Francesco ha detto dunque no al tradizionalismo freddo e rigido ribadendo che la vera tradizione è “prendere dal passato per andare avanti. La tradizione non è statica: è dinamica, protesa ad andare avanti”.

Vatican News  

DISCORSO DEL SANTO PADRE



mercoledì 28 giugno 2017

RUOLO E RESPONSABILITA' DEGLI ANZIANI

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"..... Noi non siamo geronti: siamo dei nonni, siamo dei nonni. E se non sentiamo questo, dobbiamo chiedere la grazia di sentirlo. Dei nonni ai quali i nostri nipotini guardano. Dei nonni che devono dare loro un senso della vita con la nostra esperienza. Nonni non chiusi nella malinconia della nostra storia, ma aperti per dare questo. E per noi, questo “alzati, guarda, spera”, si chiama “sognare”.
           Noi siamo dei nonni chiamati a sognare e dare il nostro sogno alla gioventù di oggi: ne ha bisogno. Perché loro prenderanno dai nostri sogni la forza per profetizzare e portare avanti il loro compito. Mi viene alla mente quel passo del Vangelo di Luca (2,21-38), Simeone e Anna: due nonni, ma quanta capacità di sognare avevano, questi due! E tutto questo sogno lo hanno detto, a San Giuseppe, alla Madonna, alla gente… E Anna andava chiacchierando qua e là e diceva: “E’ lui! E’ lui!”, e diceva il sogno della sua vita.
           E questo è ciò che oggi il Signore chiede a noi: di essere nonni. Di avere la vitalità di dare ai giovani, perché i giovani lo aspettano da noi; di non chiuderci, di dare il nostro meglio: loro aspettano dalla nostra esperienza, dai nostri sogni positivi per portare avanti la profezia e il lavoro..... "
Papa Francesco, 27 gugno 2017