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lunedì 5 maggio 2025

GIOVANI E SPERANZA


 La difficile speranza dei giovani italiani

 

Tra le nuove generazioni di italiani la speranza non è un sentimento molto diffuso. E lo è meno tra le donne rispetto agli uomini e tra chi abita nel Nord Est rispetto a chi vive nel Sud e nel Nord-Ovest. In generale, esprimono sentimenti di speranza nel futuro meno di un giovane italiano su due. D’altra parte, è evidente che le giovani e i giovani che percepiscono più speranza sperimentano un maggior benessere emotivo, sociale, e psicologico oltre a una maggiore soddisfazione di vita.

Sono alcuni tra i dati salienti di una originale ricerca sulla Speranza curata dai ricercatori dell’Università Cattolica per lOsservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, che ha esplorato il tema cui è dedicato il Giubileo 2025. “Università laboratorio di speranza” è anche il titolo della Giornata per l’Università Cattolica  celebrata domenica 4 maggio (www.giornatauniversitacattolica.it).

Diventa dunque di grande interesse indagare ciò che intendono i giovani per “speranza”, in cosa la fanno consistere, dove e come ne fanno esperienza.

Oltre alla serie di domande dirette al campione, la ricerca utilizza una misurazione della speranza più articolata come la Scala integrata della Speranza, basata su quattro componenti: la percezione di Controllo e la competenza personale nel plasmare il proprio futuro (?Personal Mastery); la percezione di avere Supporto dagli altri; la Fiducia in sé e negli altri; la Spiritualità.

La componente che presenta punteggi medi più elevati è il Supporto, seguito dal Personal Mastery, dalla Fiducia e infine, dalla Spiritualità. Le prime due componenti mostrano un punteggio medio-alto, le ultime due medio -basso

Ma cosa determina la speranza nei giovani? Dalle analisi emerge che la speranza è determinata soprattutto dall’aver trovato un significato al vivere, a seguire dalla soddisfazione dei bisogni psicologici di base (sentirsi competenti, sentirsi autonomi e sentire di avere relazioni significative), dalla religiosità e dalla ricerca di significato. 

Alcuni dati specifici dell’indagine

AREA GEOGRAFICA: Se consideriamo il sentirsi speranzoso/a in relazione all’area di residenza emerge che i più speranzosi sono le giovani e i giovani del Nord-Ovest, anche se le variazioni sono di pochissimi punti%: le giovani e i giovani che si dichiarano molto o moltissimo speranzosi sono il 47,6% nel Nord-Ovest, il 44% nel Nord -Est, il 45% al Centro e il 46,2% al Sud e isole.

Se consideriamo le componenti della Speranza vedremo che il Nord-Ovest registra valori superiori in Fiducia rispetto al Sud e alle Isole (punteggi medi: Nord- Ovest: 2.94 – Sud e isole: 2.60; range della scala 1-5) mentre quest’ultima area si distingue per un livello di Spiritualità superiore rispetto al Centro e al Nord-Ovest (punteggi medi Sud e Isole: 2.76 – Nord-Ovest: 2.58; Centro: 2.54; range della scala: 1-5).

CONDIZIONE LAVORATIVA: Si riscontrano differenze statisticamente significative in Personal Mastery, Supporto e Spiritualità tra chi lavora e chi non lavora: i lavoratori mostrano punteggi medi superiori rispetto a chi non lavora.

BENESSERE: Chi ha livelli più alti di speranza riporta un maggior benessere emotivo, sociale, e psicologico oltre a una maggiore soddisfazione di vita rispetto a chi ha livelli più bassi di speranza.

VOLONTARIATO: La speranza – nello specifico le componenti di Personal Mastery, Supporto e Spiritualità – risulta più elevata tra coloro che attualmente svolgono attività di volontariato – sia continuativa sia saltuaria – rispetto a chi non l’ha mai praticato e rispetto a chi lo ha fatto solo in passato.

Il commento di Elena Marta, professore ordinario di Psicologia sociale e di comunità all’Università Cattolica

“Colpisce il fatto che circa metà dei giovani, e soprattutto delle giovani, nutrano poca speranza proprio in una fase della vita che dovrebbe essere ricca di progettualità, sogni, voglia di futuro. Anche perché i dati ce lo mostrano chiaramente: avere speranza impatta sul benessere e sulla qualità della vita in generale. È interessante come questi, e altri dati che stiamo elaborando, mostrino una stretta relazione tra speranza e possibilità di dare un senso al vivere. In questi momenti carichi di ansia e preoccupazione, la speranza offre la possibilità di ritrovare un orizzonte di senso e con questo un orizzonte di futuro, la possibilità non solo di sopravvivere agli affanni quotidiani, ma di fare un’esperienza di vita piena, per sé e per gli altri, dove anche l’impegno civico e solidale trova spazio e offre categorie di senso. È quindi importante offrire ai giovani luoghi intergenerazionali di ricostruzione di senso del vivere, di trame di fiducia e di speranza”.

Nota metodologica

La ricerca è stata condotta tra il 17 febbraio e il 3 marzo 2025 presso un campione di 2001 giovani italiani tra i 18 e i 34 anni secondo quote rappresentative di genere, età, titolo di studio, condizione lavorativa e area geografica di residenza. Le interviste sono state effettuate tramite metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interview).

È stata realizzata da Ipsos per l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, ente fondatore dell’Università Cattolica, con il sostegno di Fondazione Cariplo e condotta dai docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: Elena Marta, professore ordinario di Psicologia sociale e di comunità, Daniela Marzana, professore associato di Psicologia sociale e di comunità e Adriano Mauro Ellena, assegnista di ricerca in Psicologia sociale e di Comunità.

 

Istituto Toniolo

sabato 18 dicembre 2021

ADOLESCENTI E PANDEMIA

LA DIFFICOLTA'  DI GESTIRE IL DISAGIO

 Da un’indagine promossa dalla Fondazione Soleterre e dall’Unità di Ricerca sul Trauma dell’Università Cattolica di Milano, si apprende come gli adolescenti hanno vissuto e percepito la pandemia e quali risposte emotive, relazionali e nel comportamento hanno messo in atto, a quasi 2 anni dall’inizio dell'epidemia. Risulta evidente che si tratta di una fascia di popolazione in grande difficoltà e con una qualità di vita notevolmente peggiorata:  

- il 12% degli intervistati dichiara di non sentirsi in forma (il 2,7% per nulla e il 9,3% poco);
- il 36% afferma di sentirsi triste (il 2% sempre, il 2,6% molto spesso, l’8,7% spesso e il 22,7% abbastanza).


Le domande rivolte ai giovani e le loro risposte. È stato chiesto a un campione rappresentativo di 150 adolescenti tra i 14 e i 19 anni – rappresentativi di una popolazione composta, nel nostro Paese, da oltre 2 milioni e 850 mila individui – quali siano i sentimenti e i pensieri prevalenti legati al lockdown e alla pandemia, per indagare la portata a livello identitario e gli effetti dell’evento traumatico vissuto: - il 40,7% degli adolescenti intervistati ha difficoltà a dare un senso a ciò che prova (il 5,4% quasi sempre, il 10% molte volte e il 25,3% circa la metà delle volte);

- il 34% afferma di non essere in grado di controllare il proprio comportamento quando è turbato (il 4% quasi sempre, il 7,3% molte volte e il 22,7% circa la metà delle volte);
- il 50 % si arrabbia con sé stesso quando si sente turbato (il 4% quasi sempre, il 14% molte volte e il 32% circa la metà delle volte);

- il 64% del campione pensa che se l’evento traumatico in oggetto non fosse accaduto, oggi sarebbe una persona diversa (il 4,7% quasi sempre, il 16% molte volte e il 43,3% circa la metà delle volte);

- il 69,3% afferma che l’evento è diventato parte della propria identità (il 2% quasi sempre, il 22,6% molte volte e il 44,7% circa la metà delle volte);

- il 34,7% dice di fare fatica ad addormentarsi (il 2,7% quasi sempre, il 5,3% molte volte e il 26,7% circa la metà delle volte);

- il 17,3% pensa che sarebbe meglio morire o di volersi far del male (il 2% quasi ogni giorno e il 15,3% più della metà dei giorni).

Il metodo usato per l'indagine. L’indagine è stata condotta nel Dicembre 2021 su un campione rappresentativo di 150 adolescenti tra i 14 e 19 anni; la realizzazione delle interviste e l’elaborazione dei dati è avvenuta a cura di EMG Different; il questionario, realizzato in sinergia con l’Unità di Ricerca sul Trauma (professor Chiara Ionio) dell’Università Cattolica di Milano, prevede da una parte domande preparate ad hoc dai ricercatori per rilevare le sfide poste dalla pandemia e dall’altra scale standardizzate di misura del malessere degli adolescenti.
"Un'urgenza primaria". “Occorrerebbe studiare le dinamiche di Long Covid per indagare più in profondità gli effetti sulla salute fisica e mentale di uno stress divenuto ormai cronico – dice Damiano Rizzi, presidente di Fondazione Soleterre e psicoterapeuta dell’età evolutiva - credo vi sia, nel nostro Paese, un’urgenza che viene prime di tutte le altre: prenderci cura della salute mentale dei bambini e degli adolescenti sviluppando linee guida cliniche per alleviare gli effetti negativi della pandemia Covid-19 attraverso strategie di salute pubblica. Non possiamo ritenere il dolore psichico un problema legato solo a una specifica fascia d’età, ma è il problema di un Paese intero: se il 17,3% dei giovani dai 14 ai 19 anni ha pensato “quasi ogni giorno” e “più della metà dei giorni” che, in relazione al proprio stato d’animo attuale, sarebbe meglio morire o farsi del male a causa del dolore che la vita provoca, stiamo parlando – in valori assoluti – di oltre 490 mila individui in potenziale pericolo e che necessitano di assistenza psicologica immediata per scongiurare esiti peggiori”.

Il lavoro di Soleterre. Fin dall’inizio della pandemia Fondazione Soleterre ha messo in campo, con propri fondi raccolti, interventi in ottica di prevenzione e contenimento degli effetti psicologici e sociali della pandemia negli adolescenti attraverso una Rete Nazionale per il Supporto Psicologico Covid-19 presente in 15 regioni con oltre 80 psicologi e psicoterapeuti che finora hanno accompagnato 1.531 minori erogando 941 incontri individuali e sessioni di gruppo. Fondazione Soleterre invita tutte le persone, in particolare gli adolescenti, in difficoltà emotiva a chiamare il numero +39 335 7711 805 dalle 9 alle 18 per fissare l’appuntamento con uno psicologo in presenza (sul territorio di residenza) oppure on-line.

 https://soleterre.org

 Repubblica