Una scuola insegna a comporle e inviarle
Siamo da anni presi da social e da tecnologie digitali tanto
da, quasi, non avere mai occasione di scrivere a mano, con carta e penna. I più
giovani, in effetti, non hanno mai scritto, ad esempio, una lettera a
mano. Una scuola di Napoli ha organizzato dei corsi per insegnare a farlo.
Come riporta Ansa, il progetto ha coinvolto gli
alunni di due classi – la IV A e IV U della primaria – che con il sostegno dei
loro docenti hanno riscoperto il piacere di scrivere a mano su un foglio
bianco “e di esprimere i propri pensieri ed emozioni in modo più profondo
e riflessivo rispetto ai messaggi digitali”.
Gli alunni della scuola hanno risposto in maniera
entusiastica. E così un team di docenti si è messo all’opera per accompagnare i
ragazzi in ogni fase del progetto, dalla scrittura alla spedizione delle
lettere (trovare i francobolli e la buca più vicina alla scuola) e poi alla
successiva analisi dei testi. A ricevere le lettere sono gli stessi ragazzi.
Gli obiettivi
Anche il tempo dell’attesa della consegna della
missiva è stato un elemento valorizzato perché “inviare e ricevere lettere
crea un legame speciale tra le persone, rafforzando le relazioni e coltivando
l’empatia. Scrivere una lettera richiede di organizzare le idee, scegliere le
parole giuste e dare forma a un racconto personale”, spiegano le docenti che
hanno accompagnato i ragazzi.
“La scrittura di lettere aiuta a migliorare la grammatica, il
vocabolario e la capacità di strutturare un testo in modo coerente”,
aggiungono, ritenendo che “le lettere sono tesori tangibili che possono essere
conservati per anni, diventando preziosi ricordi del passato”. L’obiettivo è
chiaro: incoraggiare i bambini a scrivere lettere, sia a coetanei che a
familiari perché “è un modo per arricchire la loro vita e preservare un’arte
preziosa”.
Il corso per imparare a scrivere a macchina
Qualche settimana fa abbiamo parlato di un’altra
iniziativa che ha obiettivi simili: in una scuola della provincia di
Latina è stato organizzato un corso in cui si insegna ai ragazzi a scrivere a
macchina.
Come riporta Il Corriere della Sera, per gli
studenti dell’istituto comprensivo in questione si tratta di uno strumento
praticamente sconosciuto. “Per i giovani la macchina per scrivere è come un tapis
roulant della mente. Stiamo verificando sul campo che si può arrivare
a un corretto equilibrio fra contenuti analogici e digitali, di cui
fruiscono i ragazzi in fase di sviluppo, attraverso un’attività che sul piano
formativo si sta rivelando efficace e anche molto divertente”, ha spiegato Enrico Sbandi,
giornalista e collezionista che ha ideato e promosso le lezioni.
“A consuntivo del corso si valuteranno
i risultati raggiunti con l’intento di ripetere ed estendere
l’iniziativa anche ad altri istituti”, ha aggiunto. Gli iscritti al corso sono
quattordici studenti della scuola secondaria di primo grado, coordinati dalla
docente di Lettere.
L’obiettivo del corso (iniziato il 12 febbraio e che si
concluderà ad aprile, articolato in venti ore) è quello di stimolare la
creatività e potenziare il livello di apprendimento, ma anche prevenire
gli abusi di smartphone e dispositivi digitali. Premere sui tasti della
macchina da scrivere produce effetti positivi sul processo di formazione
delle sinapsi neuronali, dal momento che vengono sollecitate le aree del
cervello deputate alla lettura profonda.
Come dimostrato da diversi studi sviluppati negli Usa e in
Giappone, la dattilografia fissa infatti nella memoria i contenuti
digitati e aumenta il livello di concentrazione, dal momento che non
consentendo il classico copia-incolla del pc, implica la necessità
di non commettere errori. Inoltre, a differenza della tastiere dei
computer, molto maneggevoli e facili da usare, impone l’impiego della forza
fisica delle dita.
Dai primi risultati del progetto è emerso che gli
studenti hanno acquisito una maggiore indipendenza nella scrittura, hanno
spesso superato la timidezza, si sentono più motivati nello svolgere
i compiti e acquisiscono una maggiore consapevolezza delle loro
espressioni. Hanno migliorato poi l’utilizzo dei vocaboli, la capacità di comprensione
nella lettura e anche l’ortografia.
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