Un rapporto vivo
tra maestro e allievi
Lo sforzo per tenere aperte le aule è apprezzato dai
genitori. Che credono nella passione educativa degli insegnanti
(AGESC) Per alcuni giorni è sembrata la diffusione di un
bollettino di guerra. Non ci riferiamo ai dati che quotidianamente i mezzi di
informazione riportano in riferimento ai nuovi casi di contagio da Covid-19, ma
piuttosto alla situazione nelle scuole del nostro paese. Basta parlare con un
genitore, piuttosto che con un preside o ancora un addetto alla segreteria o
amministrazione, per rendersi conto di tutta la difficoltà che sta vivendo il
mondo della scuola. A tale riguardo l’accostamento alla situazione degli
ospedali italiani viene spontaneo perché buona parte delle energie e delle
risorse in capo ad una scuola è oggi assorbito e condizionato dalla
pandemia da Sar-Cov-2. Da genitori la nostra riflessione, il nostro
sguardo va anzitutto alle tante famiglie costrette a fare i salti mortali tra
appuntamenti per tamponi molecolari, didattica a distanza, password di piattaforme
varie, connessioni... solo per citare alcune delle situazioni che viviamo
quotidianamente. È in questa situazione che, già l’avevamo scritto, emergono
però le risorse che il mondo della scuola e i genitori hanno nel loro Dna.
Nell’audizione di
mercoledì mattina alla Camera dei Deputati il ministro Bianchi ha, giustamente,
rivendicato da parte del governo e del premier Draghi l’impegno assuntosi di
fare di tutto per dare continuità in presenza all’azione educativa
della scuola, sottolineandone quel valore fondamentale per la
nostra società, per noi tutti che talvolta
viene
dimenticato. Niente contrapposizione con la scuola digitale, con il futuro che
è già presente, niente sbarramenti ideologici aggiungiamo noi perché accanto ai
limiti abbiamo sperimentato quanto, in situazioni di emergenza, anche la Dad è
assolutamente una risorsa che ha costituito e costituisce tuttora l’unico
filo che tiene annodato l’alunno all’insegnante quando non c’è proprio la
possibilità di vedersi fisicamente. Come sempre la discriminante sono le
persone e la differenza la fanno sempre queste ultime mettendosi in gioco in un
atto d’amore, in questo caso verso la scuola. La Dad è uno strumento e, come
tale, la sua efficacia dipende dall’uso che se ne fa. È per questo che da
genitori continuiamo ad interrogarci: è possibile fare scuola di qualità anche
in Dad? La scuola in presenza è sempre e comunque di qualità? Come Agesc
crediamo nella passione educativa di insegnanti e genitori capace di dare anima
anche a uno strumento apparentemente asettico come la Dad. Questo perché
si può dare buona testimonianza di vicinanza e di solidarietà anche “a
distanza”.
A tutti importa
della scuola, agli insegnanti, ai ragazzi e ai genitori. Se
crediamo nel rapporto vivo tra maestri ed allievi, se crediamo che
trasmettere sapere significhi anche avere entusiasmo e
partecipazione e che la scuola sia comunità, incominciamo con
l’insegnare ai nostri ragazzi che siamo noi a dover dare
anima e cuore
alla tecnologia e che tutto questo può essere fatto lontano da polemiche ma
accettando con maturità e consapevolezza una realtà che siamo chiamati a vivere
preservando la dignità della nostra scuola. La grande sfida, il bisogno
che tocchiamo con mano in questi giorni, è quanto ribadito come volontà dal ministro
Bianchi. Vale a dire «rafforzare, come stabilito nel Pnrr, la scuola digitale
che non si contrappone alla scuola in presenza dotando tutte le nostre scuole
di quegli strumenti che permettano ai nostri ragazzi di utilizzare appieno le
tecnologie che aiutano a sviluppare una didattica partecipativa».
La scuola è un
elemento imprescindibile di stabilità sociale e va sostenuta “tutta”, intesa
come sistema scolastico, quindi senza distinzioni, statale e paritaria, in modo
particolare in questo frangente storico.
www.avvenire.it
Nessun commento:
Posta un commento