Il lavoro è una riflessione su una significativa esperienza didattica, fortemente inclusiva, portata avanti dalla docente in preparazione della manifestazione organizzata dalla scuola Arculeo di Palermo per la “Giornata Mondiale sulla consapevolezza dell'autismo”.
Il testo offre un'esperienza educativa e poetica d'incanto che permette a
educatori e insegnanti di creare la relazione uomo-musica nella meraviglia
relazionale in cui ognuno di noi esiste.
Strutturare un laboratorio musicale come luogo fisico e mentale entro il quale
si possono attivare interazioni gruppali complesse utilizzando la musica come
strumento di mediazione educativa.
Creare trame attraverso corpi
"consapevoli" sotto un cielo di stelle dove ognuno incontra l'altro
per non essere più solo.
È un libro, ma soprattutto una
esperienza educativa e poetica fatta con i bambini con disturbo dello spettro
autistico che, attraverso l’ascolto di un compositore e poeta come J. S. Bach,
riescono a tessere trame sotto un cielo di stelle dove ognuno incontra l’altro
per non essere più solo.
Un turbinio di emozioni grazie al quale la musica diventa strumento di
mediazione educativa.
Quando si pensa alle stelle, inevitabilmente il naso va all’insù alla
ricerca di quella che, cadendo, esaudirà i nostri desideri.
C‘è, però, chi le stelle le guarda con il naso all’ingiù, chiuso nella sua
solitudine, nella sua intimità, in un mondo incantato al quale in pochi
potranno avere accesso.
Come Marco, seduto in classe, in prima fila, quindi inevitabilmente
visibile agli occhi dei suoi compagni che stavano partecipando a una delle
lezioni di musicoterapia che la maestra conduceva.
È un attimo e tutti gli sguardi vengono catturati da quello che stava
facendo, ritagliare stelle di ogni
dimensione e riporle tutte con grande cura nel suo porta merende.
Ed è anche un attimo per tutti nel seguire il suo esempio.
In pochi minuti la classe si riempie di stelle di ogni colore che la
trasformano in una galassia brillante sulla quale scrivere le proprie emozioni
e la voglia di comunicarle all’altro.
Non una favola, quindi, non un racconto nato durante una fredda giornata
invernale per augurarsi che l’estate torni presto e che si possa stare sino a
tarda notte all’aperto a guardare il cielo stellato, ma un’esperienza concreta
portata avanti dalla professoressa Alessia Misiti, pianista, musicoterapista e
insegnante delle classi musicali di coro e pianoforte alla direzione didattica
“Ettore Arculeo” di Palermo, autrice del libro “Il bambino che conta le
stelle”.
Non è il consueto manuale che racconta come lavorare con i bambini con
disturbi dello spettro autistico, ma un testo che offre un’esperienza educativa
e poetica d'incanto che permette a educatori e insegnanti di creare il rapporto
uomo - musica nella meraviglia relazionale in cui ognuno di noi esiste.
Un lavoro che sottolinea quanto sia opportuno «strutturare un laboratorio
musicale come luogo fisico e mentale entro il quale si possono attivare
interazioni gruppali complesse, utilizzando la musica come strumento di
mediazione educativa.
Creare, quindi, trame attraverso corpi "consapevoli" sotto un
cielo di stelle dove ognuno incontra l'altro per non essere più solo».
«Le tante stelle che nascono da questa esperienza sono piccole, brillanti,
buie e Lui, il bambino che conta e canta, si, canta! – scrive l’autrice -.
Maria Alessia Misiti, iL BAMBINO CHE CONTA LE STELLE, Ed. Ex Libris, 2021
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