Nel Messaggio
per la Giornata mondiale delle persone con disabilità, Papa Francesco ci esorta
- tra le altre cose - a "fare strada insieme" alle persone con
disabilità. Un invito che solo “facendo rete è possibile affrontare”, come
spiega suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la
pastorale delle persone con disabilità e Cavaliere dell’Ordine al Merito della
Repubblica Italiana
di Emanuela Campanile - Città del Vaticano
Suor Veronica Donatello, della Congregazione delle
Suore Francescane Alcantarine, da sempre è impegnata nell’inclusione e
partecipazione attiva delle persone con disabilità perchè, come dice lei
stessa, è "figlia e sorella di persone con disabilità". Una realtà,
dunque, che conosce e che l'ha "accompagnata e formata". Attualmente,
è responsabile del Servizio nazionale per la pastorale delle persone con
disabilità della Cei. Ed è proprio con suor Veronica, che rileggiamo il MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO diffuso in
occasione della Giornata mondiale delle persone con disabilità.
Suor Veronica, il Papa nel
Messaggio di ieri ci esorta a "fare strada insieme" alle persone con
disabilità e a "ungerle di
dignità per una partecipazione attiva alla comunità civile ed ecclesiale".
Il Papa ci interpella, ma non le sembra un compito che va oltre le forze del
singolo? Come può essere sostenibile?
R. – Credo che insieme possiamo fare rete non solo per riconoscere i diritti – che è il primo segno di un Paese civile – ma per permettere di poter partecipare. Il Papa parla della loro biografia, del permettere loro di narrarsi, di raccontarsi. Spesso chi lavora con loro sa che cosa hanno, fa la diagnosi, ma non sa chi sono, non conoscere i loro desideri. Quello che ti rende uomo questo, ti rende umano è il fatto di esser riconosciuto come persona in tutti gli aspetti e non solo in alcuni aspetti della vita. È molto bello quando il Papa parla di farsi compagni, di condividere insieme.
R. – Credo che insieme possiamo fare rete non solo per riconoscere i diritti – che è il primo segno di un Paese civile – ma per permettere di poter partecipare. Il Papa parla della loro biografia, del permettere loro di narrarsi, di raccontarsi. Spesso chi lavora con loro sa che cosa hanno, fa la diagnosi, ma non sa chi sono, non conoscere i loro desideri. Quello che ti rende uomo questo, ti rende umano è il fatto di esser riconosciuto come persona in tutti gli aspetti e non solo in alcuni aspetti della vita. È molto bello quando il Papa parla di farsi compagni, di condividere insieme.
Ancora Papa Francesco. Dice
che la conversione ce la insegna il Vangelo; "ci insegna la capacità di
conoscere la dignità di ciascuno, ben sapendo - cito sempre il Papa - che
essa non dipende dalla funzionalità dei cinque sensi". In pieno spirito fariseo, le chiederei se
c’è un passo specifico che può essere per noi monito, di quelli da leggere e
rileggere oppure se è qualcosa di molto più complesso …
R.- Ma io credo che dall’Antico Testamento al nuovo Testamento abbiamo una misura su cui muoverci. Il Papa dice che non esiste una vita di serie A e una vita di serie B e questo è un peccato grande da cui nessuno credo sia esente. Ritengo che il nostro compito non è usare criteri di abilità o di abilismo, ma accogliere l’atro in quanto persona. Ad un certo punto, il Papa dice che la discriminazione è una delle cose più brutte, quindi non è vero che chi ha i cinque sensi è perfetto o ha una vita piena, sana e felice. Credo che il Vangelo stesso parli della gioia piena. Penso che le persone con disabilità ci possano insegnare cosa è vero. A volte mi chiedo, pensando agli adulti con disabilità - il Papa ne parla - : ma quali sono i nostri criteri veri? Successo, lavoro matrimonio, una vita senza problemi.
R.- Ma io credo che dall’Antico Testamento al nuovo Testamento abbiamo una misura su cui muoverci. Il Papa dice che non esiste una vita di serie A e una vita di serie B e questo è un peccato grande da cui nessuno credo sia esente. Ritengo che il nostro compito non è usare criteri di abilità o di abilismo, ma accogliere l’atro in quanto persona. Ad un certo punto, il Papa dice che la discriminazione è una delle cose più brutte, quindi non è vero che chi ha i cinque sensi è perfetto o ha una vita piena, sana e felice. Credo che il Vangelo stesso parli della gioia piena. Penso che le persone con disabilità ci possano insegnare cosa è vero. A volte mi chiedo, pensando agli adulti con disabilità - il Papa ne parla - : ma quali sono i nostri criteri veri? Successo, lavoro matrimonio, una vita senza problemi.
“ Forse loro, i disabili, ci insegnano che c’è un altro modo
di essere adulti e di poter gioire e di poter servire. Sono convinta che
veramente ci insegnano, ci umanizzano” -
Eppure c’è tanta gente che ha tutto questo e non ha vita
gioiosa, piena. Forse loro ci insegnano che c’è un altro modo di essere adulti
e di poter gioire e di poter servire. Sono convinta che veramente ci insegnano,
ci umanizzano. Credo che questo sia uno dei loro grandi doni. Ad un certo punto
il Papa dice una cosa molto bella: uno dei problemi grandi è il grande
pregiudizio, l’idea che ho dell’altro oppure la lettura della diagnosi
dell’altro. Allora, superiamo queste barriere. Pensiamo che il Papa scrive a
tutto il mondo … È molto bello perché cammini sono stati fatti, in ogni nazione
sono stati fatti piccoli passi. Però non basta. Lui in un passaggio chiave dice
che le persone con disabilità hanno bisogno non solo di esistere: chiedono
anche di appartenere. E questo ci invita, come Chiesa, a renderci conto che in
virtù del Battesimo, come disse Papa Benedetto incontrando le persone con
disabilità, loro appartengono alla comunità e sono chiamati a costruire la
comunità.
“ Fare
buone le leggi e abbattere le barriere fisiche è importante, ma non basta, se
non cambia anche la mentalità, se non si supera una cultura diffusa che
continua a produrre disuguaglianze, impedendo alle persone con disabilità la
partecipazione attiva nella vita ordinari” - Papa Francesco”
Una suora "Cavaliere"
Nel 2016, suor
Veronica Donatello è stata tra le quaranta persone, donne e uomini, ai quali il
presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito onorificenze al
Merito della Repubblica Italiana. Si tratta, come diffuso dal comunicato del
Quirinale, di “donne e uomini che si sono distinti per atti di eroismo, per
l’impegno nella solidarietà, nell’integrazione, nel soccorso, per l’attività in
favore dell’inclusione sociale, nella promozione della cultura, della legalità
e per il contrasto alla violenza. Il presidente Mattarella ha individuato, tra
i tanti esempi presenti nella società civile e nelle istituzioni, alcuni casi
significativi di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza
dei valori repubblicani”. Nel caso specifico di suor Veronica, la motivazione
recita: "Per il suo contributo nella piena inclusione delle persone con
disabilità”.
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