Messaggio del Papa alla Conferenza sul clima: non perdiamo
questa occasione
Stiamo affrontando una sfida fondamentale,
quella del cambiamento climatico, ma le parole sono ancora lontane dalle azioni
concrete. Nel messaggio inviato ai partecipanti alla Conferenza dell'Onu sul
clima a Madrid, emergono la preoccupazione del Papa e il suo invito a mettere
in campo ogni sforzo per offrire alle generazioni future "motivi di
speranza"
di Adriana Masotti - Città del Vaticano
Da lunedì scorso, 2 dicembre, è in
corso a Madrid la Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite che si concluderà il
prossimo 13 dicembre. All’apertura dei lavori il cardinale segretario di Stato
Pietro Parolin, ha letto il messaggio che Papa Francesco ha inviato al ministro
dell’Ambiente del Cile e presidente di COP25, Carolina Schmidt, e ai
partecipanti alla Conferenza. Nelle parole del Papa il rammarico per il ritardo
con cui la comunità internazionale sta affrontando i cambiamenti climatici “una
delle principali sfide per l’umanità”, e l’invito a non perdere questa
occasione per "preservare la nostra casa comune".
La preoccupazione di Papa Francesco
Gli impegni attuali presi dagli
Stati per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico sono molto
lontani da quelli effettivamente necessari per raggiungere gli obiettivi
fissati dall’Accordo di Parigi.
Così, nel messaggio, Papa Francesco
che non usa mezzi termini nel descrivere l’attuale situazione. Ricorda che la
rapida entrata in vigore dell’Accordo - adottato dal COP21 il 12 dicembre 2015
- le iniziative prese, gli sforzi tesi a “identificare i modi migliori” per
attuarlo, “hanno mostrato una crescente consapevolezza, da parte dei diversi
attori della comunità internazionale, dell’importanza e della necessità di
“collaborare per costruire la nostra casa comune”. Ma per segnalare, subito
dopo, che purtroppo, dopo 4 anni, “questa consapevolezza è ancora piuttosto
debole, incapace di rispondere adeguatamente a quel forte senso di urgenza di un’azione
rapida auspicata dai dati scientifici a nostra disposizione”.
Sensibilità in crescita, ma volontà politica insufficiente
Gli attuali studi, nota il Papa,
“dimostrano quanto le parole siano lontane dalle azioni concrete!”. Non manca
però di osservare che il consenso sulla necessità di trasformare l’attuale
modello di sviluppo e di stimolare la solidarietà internazionale nella “lotta
contro il cambiamento climatico e la povertà”, sta crescendo da parte “dei
Governi ma anche di comunità locali, settore privato, società civile e
individui”. Eppure la preoccupazione rimane, scrive il Papa, “circa la capacità
di tali processi di rispettare i tempi richiesti dalla scienza, nonché riguardo
alla distribuzione dei costi che essi richiedono”.
Da questa prospettiva dobbiamo
domandarci seriamente se c’è la volontà politica di destinare con onestà,
responsabilità e coraggio più risorse umane, finanziarie e tecnologiche per
mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico, nonché per aiutare le
popolazioni più povere e vulnerabili che ne sono maggiormente colpite.
Necessario un cambiamento di prospettiva
E’ necessario, scrive il Papa, una
volontà politica chiara capace di “reindirizzare gli investimenti finanziari ed
economici verso quelle aree che davvero salvaguardano le condizioni di una vita
degna dell’umanità in un pianeta “sano” per oggi e per domani”. Francesco
invita a riflettere sulla sfida che tutti ci troviamo ad affrontare e
chiarisce:
Stiamo affrontando una “sfida di
civiltà” a favore del bene comune e di un cambiamento di prospettiva che ponga
quella stessa dignità al centro della nostra azione, chiaramente espressa dal
“volto umano” delle emergenze climatiche. Rimane uno spiraglio di opportunità,
ma non dobbiamo permettere che si chiuda. Dobbiamo approfittare di questa
occasione attraverso le nostre azioni responsabili in campo economico,
tecnologico, sociale ed educativo, ben sapendo come le nostre azioni siano
interdipendenti.
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