L'odiosa
strage razzista antisemita di Sydney ci lascia una piccola speranza: l'eroico gesto del fruttivendolo musulmano
che disarma a mani nude il terrorista musulmano e salva la vita degli ebrei.
di
Enrico Franceschini
Un
passante ha immortalato in un video filmato con il telefono la sequenza in cui
Ahmed ha sorpreso l'attentatore e lo ha disarmato impedendogli di uccidere
ancora.
Un
fruttivendolo arabo disarma il terrorista antisemita del massacro nel giorno di
Hanukkah a Bondi Beach, evitando che l'attentatore faccia ancora più vittime.
Un attacco ideato per dividere le comunità religiose in buoni e cattivi, in
giusti e dannati, trova nel gesto eroico di un cittadino comune l'ispirazione
per ritrovarsi uniti contro quello che dovrebbe essere il nemico di tutti: la
violenza dettata dall'odio razziale. L'eroe di questa tragica "festa delle
luci" macchiata da tenebre color sangue si chiama Ahmed Al Ahmed: ha 43
anni, è sposato, padre di due figli, gestore di un negozio di frutta e verdura
a Sutherland, sobborgo alla periferia di Sidney.
È
stato lui a balzare addosso a uno dei due terroristi, per poi strappargli il
fucile e metterlo in fuga, prima di essere ferito dai colpi del complice
appostato più lontano. «È ancora in ospedale e non sappiamo cosa stia
succedendo in sala operatoria - racconta suo cugino Mustafa - ma i medici
dicono che se la caverà. Nelle prossime ore ci permetteranno di visitarlo. È un
eroe, davvero un eroe». Le stesse parole usate da Chris Minns, premier dello
Stato del South New Galles, del quale fa parte Sidney, rendendo omaggio
all'altruistico gesto: «È la scena più incredibile che abbia mai visto. Un uomo
inerme si avvicina a un uomo armato, che aveva appena sparato all'impazzata, e
da solo lo disarma, mettendo a rischio la propria vita per salvare quella di
innumerevoli persone. Ahmed Al Ahmed è un vero eroe. Non ho alcun dubbio che,
con il suo coraggio, ha salvato la vita a molta gente».
Ripresa
con il telefonino da un testimone, la scena è finita sui social, diventando
virale in tutto il mondo. Ahmed si infila tra due vetture parcheggiate,
avvicinandosi all'attentatore che ha il fucile puntato sulla folla della
spiaggia. Gli arriva addosso da un lato, lo prende per il collo, ingaggia un
corpo a corpo riuscendo a togliergli il fucile automatico e poi glielo punta
contro. Ma ha il sangue freddo di non sparare a sua volta. Caduto a terra, il
terrorista si rialza, zoppicando si allontana. Ahmed allora appoggia il fucile
a un albero, per dimostrare alla polizia sopraggiunta nella zona della strage
di non essere coinvolto nel commando di attentatori: un altro segno che, pur in
frangente drammatico, non ha perso la testa. A quel punto, tuttavia, risuonano
altri colpi d'arma da fuoco. Il secondo terrorista continua a sparare, ferendo
Ahmed a una mano e a un braccio. Poco più tardi, le forze dell'ordine catturano
il terrorista in fuga e uccidono l'altro. Caricato su un'ambulanza, Ahmed viene
ricoverato in ospedale, ma i sanitari affermano che non sembra in pericolo di
vita.
Il
premier israeliano Netanyahu ha prima parlato di «eroismo ebraico», ma poi si è
corretto: «Abbiamo visto l'azione di un coraggioso musulmano». Il tabloid
inglese Sun e vari siti di news affermano infatti che Ahmed è musulmano e il
nome suggerisce che sia di origine araba. Di sicuro c'è che, nella fuga
generale da una spiaggia trasformata in tiro a segno, un uomo di mezza età ha
fatto la scelta opposta, rischiando di andare incontro alla morte, inerme,
senza altro che le proprie braccia per cercare di immobilizzare un terrorista.
Una
figura in maglietta bianca e calzoni scuri che attacca a mani nude un killer e
lo disarma: sembra un film, invece è la realtà. «Un eroe», lo definisce anche
il primo ministro australiano Anthony Albanese.
Un
fruttivendolo arabo che insorge in difesa degli ebrei. Una parabola di
Hanukkah: un raggio di luce per trafiggere le tenebre.
Da Repubblica
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