martedì 12 agosto 2025

ESERCITARE LA SPERANZA

 

Solo l’uomo può giungere

 a tanto ardire di chiedere a Dio,

 nella preghiera, 

di essere orientati

 a un’esistenza generativa 

e resiliente. 

 

di Enzo Bianchi 

Il cristiano che vive di fede, adesione al Signore, metterà nel Signore la sua speranza. Fede e speranza sono strettamente collegate tra loro perché solo chi conosce la saldezza di un fondamento in cui credere può sperare e solo chi spera continua a confermare ciò che crede. 

Al cristiano la speranza fornisce l’orientamento indispensabile per un’esistenza creativa e resiliente. L’umano è un essere forzatamente resiliente ed è la speranza che gli permette di restare in piedi nelle notti che attraversa. Giustamente Filone osservava che “solo l’essere umano conosce ed esercita la speranza”. 

La speranza genera l’invocazione, la preghiera, e ci inizia a una “fede che spera”. Non è forse la preghiera eloquenza della fede e linguaggio della speranza? Chi ha fede spera ciò di cui ha bisogno: spera ciò che non vede ancora, eppure attende, ciò che non sa quando giungerà, eppure si fa già testimone di quella venuta. E la speranza è sempre attesa, fiducia, aspettativa, desiderio, brama verso il Signore. 

Noi umani viviamo di tante speranze piccole, quotidiane e legittime: anche avere il pane quotidiano, che chiediamo nel Padre nostro, è una di queste. Ma la vera speranza cristiana è lo stesso Gesù Cristo, speranza nostra, unica speranza della gloria. È lui che ci attira innalzato sulla croce e noi guardiamo a lui con speranza, perché abbiamo fede in lui, perché lo amiamo senza averlo visto e desideriamo essere con lui per sempre. Per questo camminiamo cantando, non tristi ma gioiosi nella speranza.

 Famiglia Cristiana 

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