giovedì 14 agosto 2025

NUOVE SFIDE PER LA DOTTRINA SOCIALE


 Quali sono le sfide nuove

 della dottrina sociale 

della Chiesa?



A Subiaco, un incontro per definire le res novae della Dottrina Sociale della Chiesa, organizzato dalla rivista “La Società”. 

Quali le sfide del futuro? 

Dall’intelligenza artificiale ai nuovi paradigmi economici

 -di Andrea Gagliarducci

 Dalle questioni economiche a quelle dell’intelligenza artificiale, passando per le basi sociologiche, epistemologiche, analitiche, la Dottrina Sociale della Chiesa si trova a dover affrontare le sfide dei tempi nuovi. “C’è una domanda crescente di Dottrina Sociale della Chiesa cui dobbiamo dare risposta”, ha detto Leone XIV.

Per cercare di dare risopsta a questa domanda,  la rivista La Società in collaborazione con la Rivista “Dizionario di dottrina sociale della Chiesa. Le cose nuove del XXI secolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e la “Cattedra Rosmini” hanno organizzato un simposio dal 25 al 27 luglio, affrontando tutti i temi possibili in un grande spirito di dialogo.

Il vescovo Mario Toso di Faenza – Modigliana, già segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha sottolineato nel suo intervento che “la Dottrina Sociale fornisce chiavi interpretative che pongono in dialogo varie discipline per dare contributo alla conoscenza, alla pace, alla realizzazione del Regno di Dio.

 La dottrina sociale non è un sapere dedotto, non è imposto dall’alto, non è una dottrina elaborata. La dottrina sociale è un sapere aperto.

Si tratta, insomma, di guardare con curiosità ai nuovi temi presenti nella società, considerando anche le novità dei nostri tempi, dall’economia informale all’intelligenza artificiale.

Va soprattutto – ha detto – superata la visione secondo la quale “la Dottrina Sociale è facoltativa e non fondamentale”, smantellando “il sospetto dell’irrilevanza della Dottrina Sociale rispetto ai dogmi del capitalismo woke”.

Il professor Alberto Preziosi ha parlato del “ventennio” in cui i cattolici italiani non si sono riuniti nelle settimane sociali. In quei tempi, ha detto, “è stato snobbato il compendio, si riteneva che fosse una sintesi sistematica in fondo superata dai tempi e non considerata dialettica”.

Ma come si è evoluta la Dottrina Sociale? Preziosi spiega che al centro della Dottrina Sociale c’è “l’annuncio del Vangelo”, e ha individuato diverse fasi della dottrina sociale: da quella che parte con la Rerum Novarum agli anni Venti e Trenta del secolo scorso; dagli anni Venti e Trenta in cui il magistero sociale diventa appannaggio di una realtà più popolare, con l’idea di fare formazione sociale, alla fase che nasce sul finire della Seconda Guerra Mondiale, con una nuova forma di magistero sociale, che si scontra anche con l’evoluzione del socialismo.

Quindi, c’è la quarta fase, quella del Concilio Vaticano II, perché – racconta Preziosi – “Giovanni XXIII e Paolo VI cambiano il metodo di elaborazione della dottrina sociale. Dal metodo deduttivo ad un metodo induttivo”.

La quinta fase segue il Concilio, ed è delicata, perché “il concilio apre lo scenario nuovo, si rende conto del cambiamento di metodo”. Già durante il dibattito conciliare si contesta l’uso del termine “dottrina”, si parla di una interpretazione più libera.

Con Benedetto XVI – è la sesta fase – “si esaurisce il confronto, perché la crisi delle ideologie ha lasciato il campo in un pensiero unico”. Viene sottolineato il nuovo umanesimo, già Giovanni Paolo II, con la Laborem Exercens, la Sollicitudo Rei Socialis e la Centesimus Annus, aveva rimesso in campo il tema dell’etica sociale, per superare le ideologie presenti.

Infine, la VII frase, con Papa Francesco, che è la fase dei grandi cambiamenti sociali.

 

Aci Stampa

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