FILASTROCCA
DEL BAMBINO
CHE AVEVA
SEMPRE FRETTA
C’era un bambino che aveva sempre fretta
Quando arriviamo? E poi che facciamo?
Una vera disdetta;
I genitori esasperati lo portarono da un luminare
Che sentenziò: una sola è la cura
Questo bambino deve navigare;
Ma badate bene, disse il bravo dottore
Che la barca sia a vela,
giammai a motore;
Al primo giorno di navigazione
Il bambino, dopo un bordo,
Iniziò il suo tormentone
Quanto manca?
Quando ci fermiamo?
Non so, Dipende dal vento!
Sorrise il capitano
“Mi annoio!” riprese il bambino,
ma prima che finisse
Qualcuno gridó: un delfino!
Corsero tutti a prua, tra strilli ed esclamazioni
E quando i delfini si immersero
In pozzetto avevano sbucciato i fichi: che buoni!
Passarono accanto ad un’isola dal nome buffo
“Giù le vele!
Qualcuno vada all’ancora,
Ci fermiamo per un tuffo!”
Dopo pranzo ripresero la rotta
E mentre tutti tiravano cime
Il bimbo tesó una scotta
E quando girava quella maniglia
La barca s’inclinava,
come per magia: una meraviglia!
C’erano un sacco di vele, il mare era azzurro
Il bimbo si abbracció alla sua mamma
E si addormentò in un sussurro
Si risvegliò tra chiacchiere e risate
Con le vele tutte aperte
Come porte spalancate
“Abbiamo il vento in poppa”, sentì qualcuno spiegare
Mentre il sole, rosso fuoco
Disegnava una scia nel mare
Si ancorarono in una rada di quelle belle
E dopo cena, nel cielo nero nero
Vide un milione di stelle
La mattina dopo era stupito, non gli era mai capitato
di svegliarsi in mezzo al mare
E farsi il bagno non appena svegliato
Mentre levavano l’ancora chiese: “Oggi dove andiamo?”
“Si parte verso nuove avventure”
Rispose il Capitano
Il bimbo sorride, ormai l’ha capito
Che importa più il viaggio, e non tanto l’arrivo
E quei giorni di mare, di sale, di sole e di vento
Gli hanno insegnato a godersi il momento
Ha imparato che la vita è una grande avventura
Da vivere ogni giorno, senza fretta e senza paura.
Storie da caffé
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