Vengono da tutte le regioni d’Italia. E sono circa 7000 tra studenti, insegnanti, amministratori locali, giornalisti, genitori ed esponenti della società civile che oggi in Aula Paolo VI hanno incontrato Papa Francesco. Il loro obiettivo? Realizzare un laboratorio di pace.
Un grande striscione recita “Grazie Francesco”. E molti intervenuti su quel palco hanno ringraziato il Pontefice per il suo contributo alla pace.
Papa Francesco ha risposto a braccio ad alcune loro domande dei partecipanti all’Incontro promosso dal “Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani”. Domande difficili, quesiti che molti giovani si pongono e alle quali il mondo sembra non rispondere. “Domande concrete - dice il Papa - domande ben preparate, mi auguro siano uscite dal vostro cuore, perché sono domande concrete. Voglio farvi i complimenti perché in queste domande non ci sono ideologie, sono le domande della vita”.
“Papa Francesco cosa sta succedendo? Ogni giorno strage di innocenti, bombardamenti, stupri, tortore, fame, miseria, sterminate migrazioni. In tv le immagini ci lasciano straziati, impauriti. Cosa ci dobbiamo aspettare? Perché è così difficile imparare ad amare?” E’ la domanda di Maria, la prima giovane studentessa.
Pronta la risposta del Pontefice: “Quando io ero ragazzo queste domande le facevano i vecchi. E i giovani non capivano. A me piace che voi giovani capiate che c’è qualcosa che distrugge, qualcosa che non è normale. Sta crescendo, è cresciuta e cresce fra noi una cultura della distruzione. Dio ha creato l’uomo per costruire. Ci ha dato il mondo per farlo crescere, ci ha dato l’intelligenza per le invenzioni del bene di tutti. Ma non so cosa sia successo”.
“Incomincia una cultura di distruzione, si distrugge tanto – continua Papa Francesco - Ieri su un giornale c’era la fotografia di bambini affamati, magri. Eppure c’è al mondo tanta ricchezza per sfamarli. Dio ci ha creato per costruire, per fare comunità, per vivere in pace.”
Cosa sta succedendo, ripete Papa Francesco. Ma il Papa raccomanda ai piccoli studenti di non vivere in questa inquietudine, perché c’è anche un lato bello in questo mondo. “C’è tanta gente che spende il tempo per aiutarli - incoraggia il Pontefice- L’anno scorso in Africa ho trovato una suora aveva 84 anni, e da quando ne aveva 23 aiutava gli altri, era un’infermiera. E questo non si vede in tv. C’è distruzione si, siamo un po’ pazzi tutti si, ma ci sono tante altre cose buone nel mondo. Il nostro dovere è andare verso la strada della “costruzione”.
Poi c’è la domanda di Michele. “Siria, Yemen, Sud Sudan, Ucraina, Africa… Ci sono tante guerre nel mondo, che continuano per anni e anni. I responsabili della politica internazionale alzano le mani e non fanno niente. Come intervenire? Quali strumenti?”.
Francesco risponde sicuro: “ Sei stato forte nella domanda, perché i nostri responsabili sono cosi deboli? Non possono fare niente perché il mondo si è sistemato in un modo cattivo. Dio ha creato il mondo e ha messo al centro l’essere umano. Oggi il mondo va avanti con l’uomo e la donna non al centro”.
Poi è Francesco a fare una domanda a Michele. Cosa è al centro di questo movimento mondiale? Michele aggiunge: “ Il male, i soldi, il potere”.
“Sono gli affari – conferma Francesco – il traffico delle armi, i soldi, il traffico delle persone, dei bambini, il traffico della droga”.
Poi Francesco parla del lavoro. I contratti di lavoro scadenti, che durano pochi mesi. “Questo si chiama peccato mortale”, conferma il Pontefice.
Poi c’è la domanda di Luca sulla violenza. “Violenza insopportabile. Famiglia, internet, contro donne, immigrati. E’ davvero possibile fermare la violenza con la non violenza?”, domanda il giovane ragazzo.
“Ci sono persone che usano le chiacchiere e le parole per seminare zizzanie e mettere uno contro l’altro, la violenza della lingua”, dice Francesco. Il rimedio? “Morditi la lingua - afferma il Papa- Si gonfierà la lingua, ma guadagnerai di non essere “un terrorista delle chiacchiere”. Essere miti, è la beatitudine che Francesco consiglia ai giovani. Ritrovare la mitezza.
C’è anche la domanda sull’educazione. “C’era un patto educativo tra famiglia e scuola – dice il Papa raccontando un suo aneddoto da alunno in Argentina – adesso sono i genitori che rimproverano i maestri. Dobbiamo rifare il patto educativo: famiglia, società, scuola. Tutti al servizio del ragazzo, tutti uniti”. Dunque oltre la mitezza, ritrovare l’ascolto e il dialogo.
Infine l’utima domanda. La “Laudato Si” a scuola, l’enciclica di Francesco che si concentra sull’amore della “casa comune” e del creato. “Abbiamo vissuto consumando troppo. Come possiamo affrontare sfide cosi grandi,, come quelle dell’ambiente?” Si domanda Costanza.
“E’ il consumismo – dichiara il Papa – noi non stiamo solo sporcando il creato, ma lo stiamo distruggendo”.
Rassegnazione è una parola proibita, conclude il Papa: "Qui mi arrabbio io!".
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