lunedì 15 gennaio 2024

UNESCO. FUTURO E PARTECIPAZIONE


Il Rapporto Unesco 2023

  Il recente Rapporto UNESCO Re-immaginare i nostri futuri insieme sollecita tutti noi, attraverso domande e riflessioni sull’educazione e sul suo futuro sviluppo, a immaginare modi nuovi o diversi di partecipare alla vita collettiva, attraverso i quali ciascuno possa essere costruttore di percorsi capaci di cambiare ciò che nella situazione attuale suscita preoccupazione.

 Il Rapporto globale della Commissione internazionale sui Futuri dell’Educazione dell’UNESCO si interroga – e ci spinge a interrogarci – su quale ruolo possa e debba svolgere l’educazione per rendere tutti noi sempre più capaci di partecipazione sociale e di condivisione.  

L’UNESCO afferma che la creazione di un nuovo contratto sociale per l’educazione è un passo fondamentale per ripensare insieme i nostri futuri.

La conoscenza e l’apprendimento infatti sono riconosciute da tutti come la base essenziale per dare vita a processi di rinnovamento e di trasformazione. Lo sforzo a promuoverne costantemente lo sviluppo è presente in ogni Paese, come mostrano le indagini internazionali che in questo 2023 ormai in dirittura d’arrivo hanno offerto tantissimi dati sui quali riflettere per agire.

Tuttavia, sono proprio i dati a mostrarci che a livello globale permangono evidenti disuguaglianze sociali e questo indica che l’obiettivo di realizzare un futuro più giusto e sostenibile sta incontrando ostacoli a concretizzarsi.

Come reagire a questo stato di cose? Quali leve muovere per re-inventare il futuro, come ci esorta a fare questo studio dell’UNESCO?

Basi solide per il futuro

Il lavoro biennale di studio e riflessione che il Rapporto UNESCO ci offre si basa su un’affermazione forte: per plasmare futuri di pace, giusti e sostenibili, occorre trasformare l’educazione stessa.

I principi fondamentali del rinnovamento, che permettono alle generazioni future di re-immaginare i propri futuri e di rinnovarsi, sono costituiti anzitutto da due istanze tra loro strettamente collegate:

  • Garantire il diritto a un’educazione di qualità per tutto l’arco della vita. Questo vuol dire anche, per ogni persona, avere diritto all’informazione, alla cultura e alla scienza, a partecipare allo sviluppo di conoscenze e alla loro trasformazione.
  • Rafforzare l’educazione come sforzo pubblico e bene comune. È un impegno che richiede un nuovo contratto sociale per l’educazione. Questo, oltre a finanziamenti pubblici per l’educazione, include anche l’impegno nel comprendere che l’educazione è un bene di tutti e che occorre lavorare insieme per renderlo reale e tangibile.

Non dimentichiamo che l’educazione – cioè il modo in cui organizziamo l’insegnamento e l’apprendimento, non solo nell’infanzia ma nel corso della vita – ha un ruolo fondamentale nella trasformazione delle società umane.

È infatti il processo educativo che ci mette in contatto con il mondo e con gli altri, ci espone a nuove possibilità e rafforza le nostre capacità di dialogo e di azione. Ma per plasmare futuri di pace, giusti e sostenibili, occorre trasformare l’educazione stessa.

Creare nuove opportunità

Per creare nuove opportunità di sviluppo sociale per tutti occorre combattere le disuguaglianze educative impegnandosi a rinnovare l’educazione. È un investimento importante, che presuppone:

  • la riorganizzazione della pedagogia intorno ai principi di cooperazione, collaborazione e solidarietà, così da contrastare il permanere di pregiudizi e divisioni, stimolando al contrario lo sviluppo di empatia e partecipazione
  • la valorizzazione dell’apprendimento ecologico, interculturale e interdisciplinare
  • la spinta verso una sempre maggiore professionalizzazione del lavoro dei docenti, figure chiave attraverso il loro prezioso lavoro per produrre trasformazione educativa e sociale
  • la connotazione sempre più esplicita della scuola come ambiente protetto per l’inclusione e il benessere individuale
  • l’ampliamento di spazi culturali e sociali per persone di tutte le età, favorendo il diritto all’informazione e alla cultura.

Si tratta certamente di un cambiamento su larga scala, ma non per questo utopico.

Cosa fare per produrre cambiamento

Cosa rende possibile un’opera impegnativa come è quella di costruire un nuovo contratto sociale capace di superare le barriere dell’esclusione, della marginalizzazione e della discriminazione?

Il Rapporto UNESCO individua quattro piste di lavoro:

1.     Un invito alla ricerca e all’innovazione, con

un programma di ricerca collaborativo a livello mondiale che si concentri sul diritto all’educazione per tutto l’arco della vita […] incentrato sul diritto all’educazione e che deve includere diversi tipi di prove e modi di conoscere […] I contributi dovrebbero essere accolti da tutti, dagli insegnanti agli studenti e alle studentesse, dagli accademici e dai centri di ricerca ai governi e alle organizzazioni della società civile.

2.     Un appello alla solidarietà globale e alla cooperazione internazionale, con un rinnovato impegno per una collaborazione globale, a sostegno dell’educazione come bene comune, basata su una cooperazione più giusta ed equa tra attori statali e non […] Si dovrebbe rispettare il principio di sussidiarietà e vanno incoraggiati gli sforzi a livello locale, nazionale e regionale.

3.     Le università e gli altri istituti di educazione superiore devono essere attivi in ogni aspetto della costruzione di un nuovo contratto sociale per l’educazione. Le università infatti hanno un ruolo chiave da svolgere nei futuri dell’educazione, sostenendo la ricerca e il progresso della scienza e fungendo da partner di altre istituzioni e programmi educativi nelle loro comunità e in tutto il mondo.

4.  È essenziale che tutti possano partecipare alla costruzione dei futuri dell’educazione, poiché gli esseri umani hanno una grande capacità di azione collettiva, intelligenza e creatività. E ora ci troviamo di fronte a una scelta seria: continuare su un percorso insostenibile o cambiare radicalmente rotta.

Le domande che il Rapporto sollecita sono quindi molte e tutte molto impegnative e coinvolgenti, a livello collettivo e individuale.

Perché questo accada occorre aggregarsi intorno a una visione comune degli scopi che l’educazione e l’istruzione devono avere, la cui sintesi può essere riassunta nelle parole dell’Articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:

L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

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