venerdì 30 gennaio 2015

SAN GIOVANNI BOSCO: duecento anni!

I duecento anni di san Giovanni Bosco

Dire salesiani e dire Don Bosco, in Italia come in tanti paesi del mondo, significa riferirsi ad una realtà che tutti conoscono e che molti hanno vissuto in prima persona: basti pensare all’oratorio, teatro di giochi e di sogni di tanti giovani, alle scuole, ai laboratori professionali, alle molteplici espressioni dell’apostolato che i salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice svolgono a vari livelli nella società, con l’appoggio dei tantissimi loro cooperatori ed ex allievi.
All’origine di tutta quella che possiamo definire una delle più grandi “multinazionali” della Chiesa c’è un santo astigiano venuto al mondo in una famiglia contadina ai Becchi, una frazione di Castelnuovo (oggi Castelnuovo Don Bosco) il 16 agosto 1815. Suo padre, Francesco Bosco, che aveva sposato in seconde nozze Margherita Occhiena, morì quando il piccolo Giovanni aveva due anni, lasciando alla moglie il compito di tirare avanti la famiglia. Le difficoltà non mancavano: tra l’altro, in casa c’era il fratellastro Antonio, il quale era contrario a far studiare il ragazzino nonostante dimostrasse un’intelligenza non comune.
A nove anni, Giovanni fece un sogno che gli svelò la sua missione: si trovò in mezzo a dei ragazzi che bestemmiavano, urlavano e ne facevano di tutti i colori: mentre si avventava contro di loro, menando pugni e calci per farli desistere, vide davanti a sé un uomo dal volto luminosissimo, qualificatosi così: “Io sono il Figlio di Colei che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno” e aggiunse: “Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti dunque immediatamente a dare loro un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù”. Poi apparve accanto a lui una donna di aspetto maestoso che, facendogli cenno di avvicinarsi, gli additò una moltitudine di animali: capretti, cani, gatti, orsi e altri, dicendogli: “Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Renditi umile, forte e robusto: e ciò che in questo momento   vedi succedere a questi animali, tu dovrai farlo per i miei figli”. Con sorpresa, il ragazzo notò che gli animali si erano  trasformati in agnelli che correvano festosi verso i due personaggi. La donna gli pose la mano sul capo aggiungendo: “A suo tempo tutto comprenderai”. Per la verità, già da qualche tempo Giovanni si era guadagnato la stima dei coetanei della borgata: la domenica, dopo i Vespri, li riuniva sul prato davanti a casa sua intrattenendoli con giochi vari e con acrobazie che aveva imparato dai saltimbanchi delle fiere; poi ripeteva loro la predica che ......

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