Crepet: un ragazzo gentile,
cortese ed educato diventerà ben presto un adulto rispettoso, aperto al dialogo
ed altruista, capace di esprimere il proprio pensiero senza mai alzare la voce
o imporsi
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Ecco allora l’importanza di
un educatore che sia in grado di insegnare la gentilezza, una splendida qualità
dell’anima, proprio perché un bambino gentile, cortese ed educato diventerà ben
presto un adulto rispettoso…
La convinzione radicata
nella nostra società è che per essere occorre apparire e così i giovanissimi,
assecondando il loro bisogno di sentirsi accettati, celano le loro insicurezze,
indossando una maschera che possa non far trasparire la loro timidezza o
indecisione, mostrandosi spesso sfrontati ed arroganti, sicuri di sé oltre
modo.
Tale prassi, però, rischia
di mistificare la realtà generando confusione e smarrimento in generazioni
prive di punti di riferimento che appaiono, al contrario, sempre più
vulnerabili e manipolabili.
Occorrerebbe, pertanto,
ritrovare un metodo educativo capace di porre in risalto la gentilezza di
ciascun giovane ragazzo.
“Ogni educatore, ogni
persona civile dovrebbe avere lo scopo di insegnare tenerezza e gentilezza,
parole rivoluzionarie. Se si vuole vivere bene quando l’età s’allunga e
appesantisce il corpo, l’unico sollievo, rimedio possibile, è la gentilezza
cercata nell’esistenza trascorsa e ritrovata in qualche angolo di sé. Ma perché
questa strategica magia possa avverarsi, occorre che fin da piccoli ce
l’abbiano insegnata”, in tal modo inizia la sua profonda riflessione il sociologo
e psichiatra Paolo Crepet.
Ecco allora l’importanza di
un educatore che sia in grado di insegnare la gentilezza, una splendida qualità
dell’anima, proprio perché un bambino gentile, cortese ed educato diventerà ben
presto un adulto rispettoso, aperto al dialogo ed altruista, capace di esprime
il proprio pensiero senza alzare la voce, ma anzi in maniera pacata e serena.
“Gentilezza è educare lo
sguardo, l’ascolto, il rispetto. Non esclude l’autorevolezza, anzi la fa
brillare, non elide la scomodità ma ne esalta la portata di cambiamento”, così continua la sua
disamina lo psichiatra.
Occorre insegnare ai bambini
sin da piccoli cosa sia il rispetto, l’educazione, l’umiltà, il garbo nel porsi
senza mai imporre il proprio pensiero, senza mai urlare o essere arroganti, ma
anzi avendo la capacità di ascoltare perché le persone gentili sanno ascoltare
e sono persone migliori, i loro modi di fare sono affascinanti ed il loro
carisma appare magnetico.
L’essere educati, gentili e
cortesi permette di interagire in maniera propositiva con gli altri,
instaurando conversazioni costruttive, prediligendo un confronto diretto, senza
mai essere sfrontati o insolenti.
“Se le giovani generazioni
di un nuovo mondo potessero scegliere una rivoluzione sentimentale, direbbero
che stanno cercando gentilezza, ovvero rispetto, curiosità, necessità di
mettersi nei panni di altri, prospettive non involgarite e avvizzite da rabbia
e violenza. Un auspicabile capovolgimento che li renderebbe migliori dei loro
genitori, insegnanti, educatori”, in tal modo continua la sua riflessione Paolo Crepet.
Tuttavia, nell’ambito della nostra società, tale gentilezza sembra venir meno e così non si riesce più ad essere riconoscenti, grati, umili, ma si diventa arroganti, prepotenti e prevaricatori.
"La gentilezza è una
cosa che è rara. Ed è anche giusto che sia rara. Perché sennò la volgarizziamo.
È tipica delle anime superiori. La gentilezza di rispettare l’altro,
soprattutto quando l’altro dice delle cose divergenti dalle tue. Capisci tante cose
se ascolti storie e opinioni diverse. Ecco, la gentilezza è nell’ascolto",
queste le parole pregne di
significato dello psichiatra con le quali conclude la sua disamina.
È importante, dunque, che le
nuove generazioni coltivino la gentilezza, un nuovo modo di porsi e
relazionarsi con gli altri, ma soprattutto è fondamentale che sperimentino la
propria attitudine all’ascolto perché ascoltare significa in primis comprendere,
mettendosi nei panni degli altri, e solo attraverso umiltà e gentilezza si
potrà costruire un futuro migliore, nel quale ognuno possa esprimere il proprio
pensiero senza arroganza o presunzione, riscoprendo le meravigliose ed
insostituibili qualità dell’anima.
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