giovedì 15 maggio 2025

C'E' SPAZIO PER L'ETICA?


 L’etica stanca

 in una società 

senza più domande

 Interrogarsi sull’etica pubblica significa riflettere sul nostro modo di stare al mondo per realizzare un progetto di vita.

Rocco D'Ambrosio parla del suo nuovo libro che esplora temi cruciali e dibattuti di etica pubblica. Una serie di riflessioni sulla responsabilità di ciascuno nel vivere quotidiano

 

-Stefano Leszczynski - Città del Vaticano

 Nell’istante in cui varchiamo la soglia di casa, prendiamo i mezzi pubblici o ci tuffiamo nel traffico, ci relazioniamo con il mondo circostante e ci confrontiamo con le regole del vivere quotidiano, noi decidiamo che persona essere. Possiamo essere scostanti e brutali verso il prossimo, irrispettosi delle regole perché così ci conviene, adottare comportamenti egoisti; oppure avere una visione della realtà orientata al bene comune, incentrata su principi e valori universalmente riconosciuti come tali. Insomma, spetta a noi chiederci se lasciare liberi i nostri istinti o adottare un comportamento diretto a realizzare il nostro progetto di vita. Sembra scontato, ma non lo è.

L'etica stanca, ma è preziosa

Rocco D’Ambrosio, ordinario di Filosofia politica presso la Pontificia Università Gregoriana, nel suo ultimo libro “L’etica stanca. Dialoghi sull’etica pubblica” edito da Studium, cerca di delineare un percorso di etica pubblica, ossia una riflessione su come ci comportiamo nelle reti di relazioni che frequentiamo e quali principi etici ci aiutano a risolvere piccoli e grandi dilemmi. “Si tratta di scoprire – spiega D’ambrosio – se l’etica pubblica stanca, annoia o infastidisce; oppure se l’etica pubblica si è stancata di essere trascurata o maltrattata”. E’ così che nasce questa rassegna che esplora temi cruciali e dibattuti di etica pubblica. Scrive D’Ambrosio: “Che stanchi o meno, che si sia stancata o meno, l’etica resta sempre necessaria, indispensabile, preziosa per diventare sé stessi, ovunque e comunque. E ciò vale non solo per la singola persona ma anche per ogni famiglia, gruppo, organizzazione, comunità, istituzione”.

La dimensione pubblica è anche nel web

La sfera pubblica è molto più ampia della sfera prettamente politica e ci permette di ritornare alle persone, a considerare le persone per come si comportano nel pubblico, anche in quella fetta di pubblico che abita le nostre case attraverso internet, attraverso i social network, con il quale ci colleghiamo a un mondo ‘virtuale’ che spazia da casa nostra fino agli angoli più oscuri della terra. “Come dice Salvatore Natoli – spiega Rocco D’Ambrosio parlando con i media vaticani - l'etica é il nostro modo di stare al mondo, l'etica pubblica, invece, il nostro modo di stare nel mondo pubblico, nella sfera pubblica, e riguarda tutti, ognuno con le proprie responsabilità”. Insomma, un particolare ambito dell'etica che allo stesso tempo ha forti e anche gravi ripercussioni sul nostro essere interiore. Soprattutto se facciamo riferimento a una situazione in cui l'etica ci provoca una situazione di forte disagio nel nostro rapporto con gli altri, nel rapporto con la società nella quale viviamo. “Aumenta la rabbia e purtroppo aumenta anche la violenza. Basti pensare - nota l’autore - alle cronache quotidiane su quello che avviene in ambito domestico oppure nei luoghi di lavoro: se rispettiamo i canoni etici rispettiamo anche la sicurezza del lavoro e quindi abbiamo meno morti. Eppure il numero delle vittime non diminuisce mai.

 Il populismo nemico dell'etica

Nel libro di Rocco D’Ambrosio ci sono dei riferimenti molto diretti anche al mondo della politica, e cioè al rapporto tra la politica e i cittadini, al modo in cui la politica rappresenta il mondo e rappresenta le idee, cerca di carpire consensi. “Alla politica spetta avere un progetto architettonico di tutta la comunità politica, come dice il Concilio. E in questo progetto vanno considerati tutti i soggetti, la finalità - cioè perché stiamo insieme, che cosa vogliamo realizzare insieme - e i mezzi con cui vogliamo raggiungere questo progetto”.  Non manca, infine, il riferimento a un tema particolarmente dannoso a livello sociale, che è quello del populismo. In questo caso è l'assenza di etica a diventare un elemento condiviso, un ‘valore’ comune. “Il problema del populismo che è uno dei mali contemporanei e istituzionali fra i più forti e fra i più marcati - osserva l’autore - è un problema molto serio. Prima di tutto perché i populisti non amano né rispettano il pubblico, ma soprattutto non rispettano le persone, di cui si servono invece come delle risorse pubbliche per accrescere il proprio potere o per confermare il consenso”.

L'impegno individuale

Tornare all’etica pubblica richiede un impegnativo esercizio individuale le cui ricadute hanno tuttavia un impatto sociale fondamentale. “Dovremmo tornare a imparare a metterci in discussione nel quotidiano e a farlo insieme. Dobbiamo liberarci dell’attitudine all’autoreferenzialità acquisita frequentando i social e tornare a guardarci negli occhi”.

 Vatican News

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