Crepet: “Abbiate il coraggio di impazzire per un abbraccio dei vostri figli. Fatelo tra voi, con loro, ma non scordatelo: è così che si salva il cervello, e anche l’esistenza di ogni bambino o bambina"
In un tempo nel quale i genitori preferiscono “immortalarsi”
con i propri bambini in un «selfie» da postare su un social, appare allora
fondamentale riscoprire il valore di un atto d’amore puro…
La nostra società, all’insegna della produttività e
dell’efficienza, ci impone dei ritmi serrati, ed alle volte il tempo sembra
scorrere inesorabilmente senza permetterci di fermarci e di riflettere su ciò
che conta veramente, sottovalutando però gli effetti dannosi che le nostre
condotte possono produrre, soprattutto se reiterate nel tempo.
Alcuni genitori,
sempre più assorbiti dal lavoro in vista dell’avanzamento di carriera e del raggiungimento
di obiettivi predeterminati, trascorrono davvero pochissimo tempo con i propri
figli, trascurandoli e cercando di colmare le loro lacune con regali e doni
materiali che non possono sicuramente sopperire alla loro assenza.
“Le mode cambiano, i prodotti d’intrattenimento pure, ma le
ragioni del business no. L’obiettivo è quello di poter accedere a una platea
sempre più grande cercando di creare legami di dipendenza per «fidelizzare» il
consumatore. I videogiochi sono diventati parte integrante della vita
soprattutto dei più giovani per le stesse ragioni di sempre: la solitudine
della loro quotidianità, il crescente disinteresse da parte degli adulti”, in
tal modo esprime il suo pensiero il sociologo e psichiatra Paolo Crepet.
Gli specialisti, attraverso appositi studi, riferiscono
infatti che l’utilizzo prolungato dei videogiochi determina molteplici
conseguenze dannose nei giovanissimi: mancanza di sonno, irritabilità,
violenza, incapacità di smettere, carenza di attenzione per altro (studio),
limitazione della memoria; anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha
considerato il disturbo da videogioco come una vera psicopatologia.
Si tratta, così come ci spiega lo psichiatra, di danni
cerebrali (alla corteccia del lobo prefrontale) che non possono intravedersi
facilmente e nel breve periodo ma ciò che emerge immediatamente è la sensazione
di solitudine che provano i giovani ragazzi.
“Essere soli, sentirsi soli e non avere regole: questa è la
condizione peggiore per la crescita di ogni bambino e ogni bambina. L’uso senza
freni delle tecnologie digitali favorisce, non crea. In psicopatologia la
regola della causa-effetto non esiste. Ogni bambino o adolescente è a sé,
quindi è difficile provare effetti uguali per tutti. Ma se gli effetti non
possono essere uguali per tutti, un rimedio lo è: il tempo di amare i nostri
ragazzi”, così come ci spiega molto dettagliatamente Paolo Crepet.
In un tempo nel quale i genitori preferiscono “immortalarsi”
con i propri bambini in un «selfie» da postare su un social, appare allora
fondamentale riscoprire il valore di un atto d’amore puro che non debba essere
mostrato agli altri ma che faccia parte della nostra quotidianità,
riassaporando il calore di un abbraccio o semplicemente la dolcezza di una
carezza.
“A un papà e a una mamma mi permetto di consigliare una cosa
soltanto: abbiate cura di impazzire per un abbraccio dei vostri figli. Fatelo
tra voi, con loro, ma non scordatelo: è così che si salva il cervello, e anche
l’esistenza”, in tal modo termina la sua profonda riflessione lo psichiatra.
Occorre, pertanto, ritornare a prendersi cura dei propri
figli, donando loro il nostro tempo, la nostra dedizione, ma soprattutto il
nostro affetto, avvolgendoli in un abbraccio caloroso che possa sempre farli
sentire a casa, non privandoli di quell’amore puro che solo un genitore può
donare incondizionatamente ad un figlio, perché il desiderio più grande di ogni
bambino è solo quello di essere amato, non dimenticando mai che essere soli,
sentirsi soli e non avere regole è la peggiore condizione per la crescita di
ogni giovane ragazzo.
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