venerdì 22 dicembre 2023

E' NATALE. AUGURI!

 


Auguri di un lieto e Santo Natale, 

il mistero più profondo della nostra fede!

 - di P. Giuseppe Oddone

Carissimi sci dell'AIMC, 

Vi rivolgo con fraterno affetto l’augurio di un lieto e Santo Natale, riportando questi pensieri, che esprimono bene il mistero di Dio che viene ad abitare tra noi, per trasformare la nostra vita. Essi interpretano bene la fede cristiana, nella tradizione religiosa viva fin dai primi tempi della Chiesa.

Il mistero del Natale, dell’Incarnazione del Figlio di Dio, ci proietta all’inizio di tutta la vicenda umana di Gesù, concepito nel grembo di Maria, nato a Betlemme, vissuto a Nazareth nel nascondimento, annunciatore dell’avvento del Regno di Dio nella sua persona, morto sulla croce a Gerusalemme e risorto ed asceso al cielo.

Il Santo Natale si può considerare anche come il punto estremo dell’abbassamento di Dio fino al vagito di un neonato bisognoso di tutto e nello stesso tempo il mistero più profondo per la nostra comprensione del Suo amore.

Ricordo la conclusione della Divina Commedia: Dante contempla il mistero dell’Unità di Dio e della Santa Trinità delle Persone; poi fissa più a lungo il secondo cerchio trinitario (il Figlio), quello riflesso dal primo (il Padre), e al suo interno gli appare raffigurata, con lo stesso colore della natura divina, l’immagine di un uomo. E si concentra tutto in essa, nella persona del Cristo, nel figlio di Maria.

Dante non lo dice espressamente, ma ritiene che il farsi uomo del Verbo è la realtà più alta, la sintesi della nostra fede: sente il brivido emotivo della sua intelligenza che cerca di capire come un uomo, Cristo, si adatti al cerchio divino e come possa trovare posto in esso: come il volto di Dio sia il volto di Gesù di Nazareth, nato a Betlemme dal grembo di Maria, paradiso terrestre in cui si riaccese l’amore divino per noi, morto sul Golgota sotto Ponzio Pilato, risorto e salito al cielo dal monte degli Ulivi. Ma la sua ragione, nonostante tutto lo sforzo, non è adeguata a comprendere: una improvvisa folgorazione, un lampo di luce divina realizza il suo desiderio di immergersi nel mistero di Cristo, il Verbo fatto carne, il figlio di Maria, termine estremo di tutti i suoi desideri. Solo dopo aver essere stato folgorato dal volto umano e divino di Cristo il poeta si sente pienamente appagato nella sua brama di conoscenza e nella sua volontà, inserito armonicamente nella vita di Dio, come una ruota che gira senza strappi in un moto circolare uniforme, mosso da “l’amor che muove il sole e l’altre stelle”.

Ma il Santo Natale non è solo un brivido per la nostra intelligenza e una folgorazione di grazia, è anche un momento di dolcezza e di gioia interiore, un momento di fraternità e di pace, perché ci rivela Dio che ci viene incontro, che si abbassa fino ad un bambino che non sa parlare, che si fa carne, essere fragile e debole, Lui che è la Parola eterna del Padre e l’Onnipotente.

Egli viene a chiedere il nostro amore per renderci partecipi della sua vita immortale, diventa figlio della nostra terra, per darci la vita del cielo, per comunicarci la sua stessa natura. Possa davvero il Santo Natale essere per noi credenti una festa che ci invita a gioire insieme nelle nostre famiglie e comunità, a salire e scendere con la nostra intelligenza ed il nostro amore sul Figlio dell’Uomo, su Gesù Bambino, Verbo fatto carne, che inserisce la nostra natura e la nostra storia nel mistero trinitario dell’unico Dio!

È passato quasi un anno dall’ultimo Congresso nazionale AIMC. È anche questa un’occasione per valutare alla luce della fede il bilancio del positivo lavoro svolto nelle varie iniziative culturali ed associative, per correggere i nostri limiti, migliorando i rapporti interni con una informazione più puntuale tra centro e periferia e viceversa, rafforzando il senso di unità dell’AIMC su tutto il territorio nazionale. Dobbiamo rinnovare il nostro progetto cristiano nella scuola, ascoltando il messaggio della Chiesa di oggi che ci invita all’unità interna, alla sinodalità ed al dialogo con le altre associazioni cristiane, al rispetto al creato, alla preparazione dell’anno santo 2025. Questo è in sostanza il nostro carisma ecclesiale, abbozzato dai fondatori dell’AIMC: non è un’idea, ma un evento, cioè un immergersi concretamente e quotidianamente nell’attività educativa, al servizio degli alunni, in particolare nelle scuole dell’infanzia e nella primaria, con la nostra professionalità e la nostra personale e convinta testimonianza del Vangelo.

 

 P. Giuseppe Oddone, assistente ecclesiastico nazionale AIMC

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