GEMELLAGGIO
CHE GUARDA LONTANO
MARINEO – SAINTE SIGOLENE
40 ANNI DI GEMELLAGGIO
Riflessioni di un
dirigente scolastico
- -di Giovanni Perrone*
L'antica cittadina siciliana di Marineo ha accolto oltre un centinaio di “gemelli” , provenienti dal comune di Sainte
Sigoléne nell’Alta Loira francese. A metà luglio un folto gruppo di
marinesi è stato ospite in Francia, altrettanto è avvenuto a Marineo in settembre.. Si celebrano, infatti, i quaranta anni di
un gemellaggio che è stato riconosciuto tra i più vivaci e duraturi dell’intera
Europa.
Ho vissuto quattro giornate cariche di emozione per l’incontro con vecchi amici con i quali, sin dall’inizio, ho avuto la fortuna di condividere, unitamente alla comunità cittadina e a quella scolastica, progettualità e significative esperienze educative.
Infatti, in questi
quaranta anni di gemellaggio vi è stata l’opportunità di organizzare scambi
familiari, scambi tra autorità cittadine, scambi sportivi, scambi per
adolescenti e per associazioni, scambi commerciali, scambi religiosi e, anche,
alcuni matrimoni.
Il gemellaggio è stato
principalmente caratterizzato dagli annuali scambi tra gli alunni dell’ultima
classe delle scuole primarie, permettendo a ragazzi di condividere per una settimana la vita familiare con coetanei, sia
in Francia sia in Italia.
Quarant’anni fa le due
comunità ebbero il coraggio di osare e di intraprendere un cammino virtuoso e
di continuità: non tanti gemellaggi che si fermano al primo incontro, un colpo
di fulmine e un amore fugace, sovente senza un progetto di effettivo sviluppo e
di coinvolgimento dell’intera comunità. Nel nostro caso, sin dall’inizio fu
chiara la volontà di dare vita a un cammino comune e duraturo.
Il gemellaggio
Marineo-Sainte Sigolène nacque quasi per caso, come tanti amori: un incontro
tra due amministratori Mimmo Lo Vasco, consigliere comunale di Palermo, e Jean
Salque, sindaco di Sainte Sigolène nel 1983 in un convegno internazionale dei
Comuni Europei in Inghilterra, quattro chiacchere attorno ad un the, uno
sguardo verso il futuro, un confronto di possibili prospettive, l’impegno per
un prossimo incontro.
Al ritorno a casa i due
amministratori coinvolsero l'allora Sindaco di Marineo, Ciro Spataro, e i rispettivi Consigli
Comunali, per un primo scambio di informazioni sui due Comuni.
Sempre nel novembre del
1983 una delegazione francese, guidata dal sindaco di Sainte Sigolène, Jean
Salque, e da alcuni assessori e consiglieri comunali, fu accolta a Marineo e
tornò a casa grata per l’accoglienza ricevuta con la promessa di rivedersi a
gennaio del 1984 a Sainte Sigolène.
Il patto di gemellaggio fu
siglato di fronte alle due comunità prima a Marineo il 6 maggio del 1984 e, poi,
a Sainte Sigolène l’8 luglio dello stesso anno.
Il gemellaggio fu definito da Jean Salque, vice presidente dell'Alvernia, “un matrimonio d’amore”. Anche l'Unione Europea ha voluto dare un riconoscimento speciale alle due comunità, evidenziando che questo gemellaggio è uno dei più duraturi e significativi di tutta l'Europa e apprezzando la valorizzazione delle risorse e delle competenze, il coinvolgimento del volontariato e delle giovani generazioni.
Infatti, il gemellaggio è stato visto come
impresa di tutti, un bene comune per tutti, indelebile tratto caratteristico
della identità marinese, scuola compresa, del quale non potere fare a meno. Non
autoreferente protagonismo, ma spirito di servizio. Non partecipazione dei
migliori o dei più benestanti, ma sostegno anche ai più bisognosi per favorire il
coinvolgimento di tutti nello scambio. In quest’opera si sono distinti
centinaia di cittadini, giovani e meno giovani, in particolare, diversi amministratori,
dirigenti scolastici e insegnanti, professionisti e semplici cittadini.
Non mancarono all’inizio
delle difficoltà: pregiudizi, superficialità, problemi organizzativi ed
economici, superati dalla voglia di rischiare per costruire e salvaguardare un
‘bene comune’ e di trovare soluzioni, evitando ogni lamentazione. Ad esempio,
la prima partenza di un centinaio di alunni marinesi trovò l’ostacolo della
normativa di allora che non consentiva viaggi all’estero degli alunni della
scuola primaria. Di fronte al valido progetto della scuola nonché
all’insistenza, il ministro ebbe a dire: “Mi avete costretto a cambiare la
normativa. Complimenti, però, per il vostro impegno!”
L’annuale scambio di alunni (ospitati non negli alberghi, ma dalle varie famiglie) ha favorito il dialogo, la conoscenza e il gemellaggio tra le famiglie. Lo stesso è avvenuto per gli scambi sportivi, scambi delle bande musicali, scambi tra micologi, scambi tra associazioni e gruppi giovanili…
Pace, fraternità, cittadinanza
europea non sono stati vissuti in astratto ma nella concretezza di ogni
iniziativa.
I primi viaggi di alunni si
sono svolti in pullman; viaggi di due settimane ma con la possibilità di
esplorare sia il territorio italiano sia quello francese, soffermandosi nei
luoghi più significativi. Un’intera settimana è stata sempre dedicata
all’ospitalità in famiglia.
Si è potuto apprezzare la capacità degli insegnanti di preparare gli alunni sin dalla scuola dell'infanzia, di organizzare gli scambi e di prendersi cura di numerosi gruppi di alunni, valorizzando il reciproco sostegno tra gli stessi ragazzi. Privilegiando i viaggi degli alunni, senza l’accompagnamento dei genitori, si è favorita la maturazione di responsabilità, autonomia e competenza, nonché della gestione dell’emotività: una sfida educativa per tutti. In questo quarantennio si sono preparati vari sussidi didattici, tra i quali il "Diario di bordo" , per accompagnare gli alunni in questa straordinaria avventura.
In queste giornate comuni, negli incontri coi dirigenti delle scuole sigolenesi in
servizio in questi primi quarant’anni, abbiamo riflettuto sia sugli aspetti
organizzativi sia su quelli educativi, poiché la carenza di una valida visione
educativa, è stato evidenziato da tutti, potrebbe ridurre il gemellaggio ad uno
dei tanti viaggi turistici, un evento di routine da consumare. Esso, invece,
deve sempre essere occasione di maturazione per grandi e piccoli.
La preziosa opera dei
Comitati di gemellaggi, costituiti da giovani ed anziani, da nuove fronde e da forti
radici, da dialogo e da interazione, scevri da passeggeri protagonismi, capaci
di dialogare con istituzioni e con singoli cittadini, è una grande risorsa per
il futuro. Così come sono una preziosa risorsa le famiglie che, accogliendo gli
ospiti, hanno l’occasione di confrontarsi con altre realtà e di maturare nuovi
stili di vita per andare verso il futuro.
Non posso trascurare il
generoso e competente impegno degli insegnanti, che sin dal primo anno di scuola preparano
gli alunni allo scambio, dando idonea formazione culturale e linguistica,
formando anche i genitori e aiutando grandi e piccoli a superare ostacoli,
tentennamenti, paure. Lo stesso vale per gli amministratori comunali e per i
singoli cittadini, fedeli ed operosi costruttori e sostenitori del gemellaggio.
A tutti esprimo la mia sincera gratitudine.
*Consigliere Speciale UMEC-WUCT, già dirigente delle scuole di Marineo
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