FONDAMENTO
PER IL
FUTURO
-di ENZO BIANCHI
C’è una nozione decisiva per
l’umanizzazione, per la qualità non solo dell’essere ma del vivere, anzi del
convivere, ed è la nozione del “bene comune”.
Sappiamo che la politica è la
ricerca del bene comune nella polis, ma resta vero che oggi ciò che è venuto
meno, e dunque impedisce alla politica di avere ragioni convincenti è il bene
comune.
Bene comune significa una ricerca
del bene fatta con gli altri, mai senza gli altri, una ricerca che impedisce a
sé stessi di essere contro gli altri, in una visione non miope, che limita lo
sguardo solo all’oggi, ma tesa a prospettare un futuro. Dobbiamo avere
coscienza che, come scriveva Lucrezio nel De rerum natura, “sempre si rinnova
l’insieme delle cose, sempre i mortali vivono di scambi reciproci. Alcune
specie prosperano, altre declinano, e con rapidità si alternano le generazioni
dei viventi: come staffette in una corsa si passano l’un l’altra la fiaccola
della vita” (II, 75-79). Non dobbiamo contrapporre le generazioni né
dimenticare che esse si sovrappongono e che l’umanità di esse è costituita.
Bene comune è un bene da decifrarsi nel tempo, tra l’oggi e il futuro, e nello
spazio, tra tutte le culture, tutti i popoli, tutti gli esseri umani a livello
planetario.
Non c’è giustizia se non c’è
solidarietà tra i popoli e tra le generazioni, e non c’è solidarietà tra i
popoli e le generazioni se non si cerca di instaurare la giustizia. Il bene
comune deriva dall’esercizio sempre rinnovato della giustizia e, di conseguenza,
della solidarietà, della legalità, dell’equità, della responsabilità. E il
fondamento di queste è la fraternità, cioè il riconoscimento di un legame tra
tutti gli uomini e le donne del pianeta, fondato sulla coscienza di una dignità
di ciascuno di loro.
Il bonum commune, la pubblica
utilitas dovrebbe essere il primo criterio da perseguire con tutti i mezzi in
grado di umanizzare ogni singola persona e la vita sociale: non la felicità
perché in nome della felicità si può contraddire il bene comune. Bene comune,
come bene della comunità, dove si mettono insieme il munus, i munera, cioè gli
impegni, i doveri, e i propri doni, perché la polis sia il luogo dove gli umani
diventano più umani… E proprio per questo cammino di umanizzazione essi hanno
bisogno di perseguire una custodia della terra, con campagne coltivate bene,
capaci di fornirci cibo sano e di qualità; con città in cui la vita sociale non
è mortificata, ma ordinata, con istituzioni a servizio del cittadino e con una
ricerca di vie nuove del vivere insieme, vie che accrescano la cittadinanza e
la solidarietà. Ecco cos’è il bene comune, quel bene che vediamo contraddetto
da alcune vie perseguite senza freno: il mercato idolatrato, il potere del
denaro sempre più esaltato, il profitto della finanza quasi non contestato,
l’illegalità sempre più diffusa… Non sono in direzione del bene comune questi
esercizi in atto di tirannia possibile in un regime democratico, esercizi ai
quali assistiamo quasi senza più indignarci, perché consentiti dalla
maggioranza!
Alzogliocchiversoilcielo
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