ma lasciamoci anche scuotere dalle loro risorse»
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- -di MICHELE FALABRETTI*
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Con
il progetto «Seme divento » abbiamo accettato la sfida (un po’ folle) di
imbarcarci in un’impresa comune: l’educazione cristiana degli adolescenti.
La sfida è un po’ folle: esce in un tempo fragile e incerto; un tempo di
emergenza dove tutto sembrerebbe logico, fuorché imbarcarsi in nuove imprese. E
poi lo stile del progetto: non un sussidio pronto all’uso con una serie di
istruzioni da applicare, ma un cammino dove educatori e adulti della comunità
camminano insieme cercando di imparare come si fa. Nessuno (con gli
adolescenti) nasce imparato e soprattutto essi non si prestano a essere
destinatari di iniziative precotte. Bisogna serrare le fila e condividere molto
lavoro. In questi giorni va online anche il sito www.semedivento.it. In
esso c’è tutto il materiale complementare al cartaceo: il quaderno serve a far
lavorare insieme gli educatori, il sito (più agile e facilmente aggiornabile)
offre i materiali che non potevano essere tutti pubblicati, anche perché
essendo scaricabili, sono più fruibili.
Comunità
e adolescenti
L’attenzione
a questa età della vita non è nuova, ma dobbiamo confessare che non è ancora
stata abbastanza indagata e curata. Come fossero ragazzoni tarantolati
dalla giostra degli ormoni (quindi da sopportare per qualche loro intemperanza),
difficilmente gli adolescenti vengono presi sul serio. Chissà perché gli adulti
dimenticano in fretta quanto sia delicato quel tempo della vita, dove si
disegna l’identità personale, si scrivono i codici della coscienza, si
conquista giorno dopo giorno un brandello di libertà. Per usare un’immagine
ormai in disuso, è il tempo in cui la carta fotografica viene impressionata, la
soluzione nella bacinella provoca una reazione, emerge un’immagine. Aprire la
porta di colpo e far entrare troppa luce potrebbe essere fatale.
Per
questo gli adulti devono fare attenzione a non favorire dure contrapposizioni
pur trovandosi di fronte a pensieri e atteggiamenti difficili da decifrare. E
nemmeno diventare accondiscendenti con lo scopo di evitare le fatiche
educative: quando gli adolescenti alzano la voce, tutto vorrebbero fuorché
essere ignorati.
Un
incontro
La
visione educativa del passato vedeva uno schema semplice: gli
adulti avevano sempre ragione, i giovani dovevano ascoltare e tacere. La
visione consegnata dal progetto parla, invece, di reciprocità e necessità
vicendevoli che chiedono di risolversi in un incontro. Gli
adolescenti sono libertà in costruzione e quindi esigono aiuto, ma hanno
in sé risorse che possono scuotere e provocare gli adulti. Il loro modo di
porsi così schietto, le loro domande e visioni del mondo, sono un seme
dirompente come quello che solleva l’asfalto. Agli adulti non farebbe male
un bagno di umiltà per riconoscere che la trasmissione del Vangelo, i valori in
cui credono, gli stili di vita alla deriva non sono il frutto dell’attacco di
un 'mondo cattivo', ma dell’essersi arresi alle sirene del mercato, della
tecnologia, della ricerca di qualsiasi (anche la più inutile) comodità.
Impossibile
pensare all’educazione degli adolescenti in una direzione: abbiamo bisogno di
pensare un cammino che faccia crescere gli uni e permetta agli altri di
riprendere in mano le fila della propria esistenza.
Una
sfida e un impegno
«Seme divento» è stato consegnato in un tempo dove sarebbe più facile dire: non c’è più nulla da fare! Il presente può anche vederci in affanno, ma non può trovarci arresi: «divento» è azione del crescere, del convertirsi e rinnovarsi. E di questo ne ha bisogno la Chiesa tutta. Per questo dagli uffici Cei della Segreteria generale ci si augura un investimento forte in questo lavoro: esso è affidato alla buona volontà di chi è impegnato nelle prassi della pastorale, è un cammino che accetta l’impresa comune di rivolgere lo sguardo agli adolescenti sapendo che potrà essere cammino di crescita per tutti.
I
quaderni sono in distribuzione e il sogno è che possano raggiungere ogni
parrocchia dell’Italia; a livello regionale si stanno costituendo dei gruppi di
lavoro che a breve si incontreranno a Roma (il prossimo 18 ottobre) per
formarsi attorno all’idea di un accompagnamento delle diocesi. Molte diocesi si
sono già mosse, mostrando (finalmente?) delle buone collaborazioni tra uffici
pastorali e inventandosi livelli di sostegno agli educatori dei territori con
percorsi formativi.
Siamo
all’inizio: molti stanno ancora cercando di capirne di più. Ma questa volta non
è questione di capire, ma di credere che il Signore attraverso di noi esce e
semina. Rinnovare la terra dipenderà anche dalla nostra capacità di lasciarci
coinvolgere.
www.avvenire.it
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