«Siamo soddisfatti a metà: la figura dell’insegnante non abbastanza valorizzata»
«Finalmente abbiamo il contratto, anche se si poteva fare di più.
Per noi è un punto di partenza». È soddisfatto a metà, il presidente
dei Maestri cattolici, Giuseppe Desideri, che accoglie con favore la
firma dell’accordo ma ci tiene a sottolineare le «tante cose» ancora
da fare per «valorizzare la figura del docente».
Sulla parte economica, il presidente dell’Aimc non nasconde
l’insoddisfazione per un aumento salariale che «non ci avvicina ai
parametri europei». Le buste paga dei nostri insegnanti, insomma,
sono ancora «fanalino di coda» nel continente. «Gli aspetti economici –
ricorda Desideri – non esauriscono, però, i contenuti del nuovo
contratto. Infatti, ci saremmo aspettati più coraggio sulla definizione
del profilo professionale dell’insegnante, che è abbastanza datato.
Fare il docente oggi non è uguale a 20-30 anni fa, perché oggi sono
richieste competenze didattiche che favoriscano, per esempio,
l’inclusione degli alunni con difficoltà di apprendimento, pensiamo solo
all’aumento delle diagnosi di Dsa. Inoltre, la presenza nelle classi
di studenti di altre nazionalità e culture
presuppone una preparazione adeguata dell’insegnante. Infine, anche
l’utilizzo delle tecnologie hanno cambiato il modo di insegnare. Tutto
questo rientra nel profilo dell’insegnante che abbiamo necessità di
aggiornare».
Un secondo
motivo di insoddisfazione, Desideri lo colloca alla voce
“riconoscimento della professione docente”. «Speravamo – continua –
che la firma del nuovo contratto potesse portare al riconoscimento del
“lavoro che non si vede”, quello che non è svolto in classe ma che è
altrettanto importante. Si pensi soltanto a tutti gli insegnanti
impegnati a tenere aperte le scuole fino a sera. Un lavoro che, prima o
poi, andrà riconosciuto, perché valorizzare la figura e la funzione
sociale degli insegnanti porta a valorizzare di più tutta la scuola».
Tutti temi che l’Associazione dei maestri cattolici lascia sul tavolo
in vista del prossimo rinnovo contrattuale, visto che quello firmato
ieri scadrà a fine anno. «Ci piacerebbe che si tornasse a ragionare
di organi collegiali e di collaborazione scuola-famiglia », conclude
Desideri.
Paolo Ferrario
da www.Avvenire.it
Leggi: CONTRATTO SCUOLA
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