A un anno già connessi: l'allarme dei pediatri
Da
un'indagine condotta dal Centro per la Salute del Bambino Onlus di Trieste in
collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri risulta che il 60 % dei
genitori permette ai propri figli di 2 anni di usare il cellulare di mamme e
papà. Questo ingresso precoce della virtualità danneggia il processo di
crescita dei bambini, che hanno bisogno di conoscere la realtà con tutti i
cinque i sensi
di Alberto Pellai
Forse non si
può più chiamarli nemmeno nativi digitali. Ora si deve utilizzare l’espressione
“natanti digitali”: perché stando a ciò che rivelano sempre più ricerche i
bambini di oggi utilizzano sempre più precocemente e sempre più intensamente le
nuove tecnologie. Quasi come se fossero ormai una protesi incorporata nel loro
corpo ed un’esperienza che non separa più il reale dal virtuale. Ne abbiamo
avuto un’evidenza diretta l’estate scorsa: le città erano invase da
giovanissimi che, scaricata la App di Pokemon Go, si muovevano in una sorta di
realtà virtuale pur camminando e correndo nel mondo reale. Gli adulti li
guardavano agitare i loro smartphone, fare mosse, passi e corse (a volte
rischiando anche di farsi male o finire sotto un’auto) senza capire esattamente
cosa stessero facendo e cercando. Loro, invece, stavano andando alla ricerca di
ologrammi dei “Pokemon” invisibili nel reale, impossibili da identificare ad
occhio nudo, percepibili solo grazie ad una App scaricata sul cellulare
personale. Si è trattato del primo esempio su scala globale di “virtuale” che
interferisce col reale. Probabilmente, la crescita dei nostri figli ne
risulterà sempre più impattata, sempre più condizionata, se è vero che un
bambino su cinque in Italia prende contatto con uno smartphone e con una
tecnologia “touch” entro il primo anno di vita. .......
PRIMA DI DARE UNO SMARTHPHONE AL BAMBINO
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