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sabato 22 luglio 2023

GRANO E ZIZZANIA


 “Il Regno dei cieli si può paragonare…”. Così inizia il brano di Vangelo di oggi. L’espressione “Regno dei cieli, Regno di Dio” è un tema centrale dei vangeli. L’espressione ricorre 122 volte. Cosa significa? Esso non è una cosa e neppure un luogo, ma si identifica con la persona di Cristo. Pertanto, Gesù identificando se stesso con il “Regno” intende rivelare che in Lui Dio è presente in mezzo agli uomini, che Egli è la presenza di Dio e che il luogo dove cresce e opera il Regno, che è Cristo, è il cuore dell’uomo. Lì cresce e da lì opera.


 - di Mons. Francesco Cavina

 Nel cuore dell’uomo, tuttavia, abita non solo Cristo, ma anche il Maligno, che Gesù qualifica come il “nemico” di Dio e dell’uomo. L’azione di questo “nemico” avviene di notte, quando non può essere visto, per cui tante persone ritengono che non esiste. Infatti, “…mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò”. La strategia del diavolo consiste nel convincere che non esiste e così entra ed esce dal campo di grano – la vita delle persone, le istituzioni, le iniziative - con grande libertà perché l’uomo abbassa le sue difese morali e spirituali.

 La parabola, poi, pone in risalto un’altra modalità di azione del diavolo. Sottolinea che trascorre del tempo fra la semina della zizzania e l’apparizione del suo germoglio. E questo ci porta a riconoscere che il “nemico” non semina un male completo, maturo, ma deposita i germi di quello che sarà, dopo una lunga e volontaria incubazione, il frutto del male. In altre parole, i germi di male depositati da Satana hanno bisogno di trovare un terreno fertile per potersi sviluppare. Le inclinazioni cattive non controllate, l’immaturità nella fede, la preghiera trascurata, la mancata partecipazione ai sacramenti costituiscono questo terreno fertile dove i germi di male si sviluppano e producono i loro frutti avvelenati.

 Nella parabola entrano in gioco altri personaggi, che sono i servi, i quali pongono al padrone una duplice domanda: Padrone non hai seminato del buon grano nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?”. Cioè: “Signore, tu hai fatte buone tutte le cose, da dove viene dunque il male?”. Parole, queste, che contengono un velato rimprovero nei confronti del Padrone e che ci svelano un altro obiettivo di Satana. Portare l’uomo ad attribuire a Dio il male presente nel mondo. Per tanti la realtà del male costituisce la prova che Dio non c’è. Ma questa conclusione rappresenta la dimostrazione che Satana ha raggiunto il suo scopo: ha prodotto il male con l’alleanza dell’uomo e ha fatto in modo che la responsabilità cadesse su Dio.

 Un altro gruppo di servi avanza una richiesta: “Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?” (v. 28). “Vuoi che andiamo a togliere la zizzania?”. Queste parole nascono da un ulteriore inganno di Satana che ci porta a desiderare una giustizia immediata, la quale nasconde l’incapacità di misurare il nostro passo sui tempi di Dio che desidera fare grazia a tutti. Il tempo appartiene al Signore non è nostro e la nostra libertà può sempre perderci o ravvederci. Nel corso della nostra esistenza noi possiamo diventare “figli del Regno” o figli del Maligno”.

 Al riguardo, mi piace ricordare, tra i tanti esempi, la vicenda umana e spirituale di san Charles de Foucauld. Descrive con queste parole la sua vita dedita al vizio: “A 17 anni ero completamente egoista, proteso verso il male come se fossi in preda alla follia. E quando vivevo nel peggiore modo possibile, ero convinto che fosse tutto assolutamente normale”. Ma, per grazia di Dio, la zizzania in lui è diventata grano. De Foucauld ha scalato la montagna della santità, arrivando ad esclamare: “per la diffusione del Vangelo sono pronto ad andare fino ai confini del mondo. Desidero soffrire il martirio per amare Gesù di amore totale”.

La grande vittoria di Dio è trasformare la zizzania in grano. il buon seme conta di più della zizzania del campo.

 *Vescovo emerito di Carpi

ACI STAMPA



sabato 18 luglio 2020

LA ZIZZANIA IN MEZZO AL GRANO


- Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 13,24-30

In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo! E i servi gli dissero: Vuoi che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».

Commento di don Luigi M. Epicopo

Tante suggestioni ci lascia il Vangelo di oggi. Ma ce n’è una che assume un messaggio di immensa attualità perché legata alla natura dell’uomo: la parabola del grano e della zizzania. Gesù, che non è mai un ingenuo nei suoi discorsi, spiega ai discepoli che in mezzo alle cose buone è sempre in agguato anche ciò che non è buono.
Non bastano le etichette DOC sui campi che frequentiamo a dire che lì non c’è il male, non c’è la zizzania, perché essa è seminata dal “nemico” quando nessuno se ne accorge. Ma la domanda vera è cos’è la zizzania? “La zizzania sono i figli del maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo”, così dice Gesù. E ciò è interessante perché noi solitamente pensiamo che la zizzania sia la semplice “maldicenza”, invece Gesù dice che sono delle persone vere e proprie.
Chi sono questi “figli del maligno”? E’ facile riconoscerli, anche se a volte non hanno nemmeno loro consapevolezza di essere tali, sono tutti quelli che seminano divisione, cattiveria, egoismo, paura, insicurezza, tristezza ovunque passano. Ma “figli del maligno” non si nasce ma si diventa… Ciò accade quando la zizzania non la estirpiamo dentro di noi, così prende il sopravvento anche sul “buono” che ci abita e soffoca tutto.
Rischiamo tutti di diventare “figli del maligno” e di vivere la nostra vita portando a compimento il progetto del Male e non del Bene. Credere significa avere un’immensa cura di ciò che ci portiamo dentro, per essere sempre pronti a estirpare, togliere, tagliare, buttare tutto quello che potrebbe inquinare il nostro vero essere, la nostra vera pace, lo scopo vero per cui siamo nati.
Persino il dolore può diventare dentro di noi causa di marciume. Quando non viviamo bene le esperienze tristi della vita, allora esse si trasformano dentro di noi in rancore, rabbia, invidia e così disseminiamo tutto questo fuori di noi. Il brutto di tutto ciò sta nel fatto che solo alla fine Dio metterà mano per tirare delle conseguenze alla nostra vita di “grano” o di “zizzania”, e magari allora sarà troppo tardi per virare in un altra direzione.
Ma ciò è anche un’opportunità, è l’opportunità di avere ancora del tempo per iniziare questa santa coltivazione dentro di noi senza aver paura della zizzania che ci abita o ci circonda ma sforzandoci almeno di metterla quanto più possibile in minoranza.