“Il Regno dei cieli si
può paragonare…”. Così inizia il brano di Vangelo di oggi. L’espressione “Regno
dei cieli, Regno di Dio” è un tema centrale dei vangeli. L’espressione ricorre
122 volte. Cosa significa? Esso non è una cosa e neppure un luogo, ma si
identifica con la persona di Cristo. Pertanto, Gesù identificando se stesso con
il “Regno” intende rivelare che in Lui Dio è presente in mezzo agli uomini, che
Egli è la presenza di Dio e che il luogo dove cresce e opera il Regno, che è
Cristo, è il cuore dell’uomo. Lì cresce e da lì opera.
-
di Mons. Francesco Cavina
Nel
cuore dell’uomo, tuttavia, abita non solo Cristo, ma anche il Maligno, che Gesù
qualifica come il “nemico” di Dio e dell’uomo. L’azione di questo “nemico”
avviene di notte, quando non può essere visto, per cui tante persone ritengono
che non esiste. Infatti, “…mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò
zizzania in mezzo al grano e se ne andò”. La strategia del diavolo consiste nel
convincere che non esiste e così entra ed esce dal campo di grano – la vita
delle persone, le istituzioni, le iniziative - con grande libertà perché l’uomo
abbassa le sue difese morali e spirituali.
La
parabola, poi, pone in risalto un’altra modalità di azione del diavolo. Sottolinea
che trascorre del tempo fra la semina della zizzania e l’apparizione del suo
germoglio. E questo ci porta a riconoscere che il “nemico” non semina un male
completo, maturo, ma deposita i germi di quello che sarà, dopo una lunga e
volontaria incubazione, il frutto del male. In altre parole, i germi di male
depositati da Satana hanno bisogno di trovare un terreno fertile per potersi
sviluppare. Le inclinazioni cattive non controllate, l’immaturità nella fede,
la preghiera trascurata, la mancata partecipazione ai sacramenti costituiscono questo
terreno fertile dove i germi di male si sviluppano e producono i loro frutti
avvelenati.
Nella
parabola entrano in gioco altri personaggi, che sono i servi, i quali pongono
al padrone una duplice domanda: Padrone non hai seminato del buon grano nel tuo
campo? Da dove viene dunque la zizzania?”. Cioè: “Signore, tu hai fatte buone
tutte le cose, da dove viene dunque il male?”. Parole, queste, che contengono
un velato rimprovero nei confronti del Padrone e che ci svelano un altro
obiettivo di Satana. Portare l’uomo ad attribuire a Dio il male presente nel
mondo. Per tanti la realtà del male costituisce la prova che Dio non c’è. Ma
questa conclusione rappresenta la dimostrazione che Satana ha raggiunto il suo
scopo: ha prodotto il male con l’alleanza dell’uomo e ha fatto in modo che la
responsabilità cadesse su Dio.
Un
altro gruppo di servi avanza una richiesta: “Vuoi dunque che andiamo a
raccoglierla?” (v. 28). “Vuoi che andiamo a togliere la zizzania?”. Queste
parole nascono da un ulteriore inganno di Satana che ci porta a desiderare una
giustizia immediata, la quale nasconde l’incapacità di misurare il nostro passo
sui tempi di Dio che desidera fare grazia a tutti. Il tempo appartiene al
Signore non è nostro e la nostra libertà può sempre perderci o ravvederci. Nel
corso della nostra esistenza noi possiamo diventare “figli del Regno” o figli
del Maligno”.
Al
riguardo, mi piace ricordare, tra i tanti esempi, la vicenda umana e spirituale
di san Charles de Foucauld. Descrive con queste parole la sua vita dedita al
vizio: “A 17 anni ero completamente egoista, proteso verso il male come se
fossi in preda alla follia. E quando vivevo nel peggiore modo possibile, ero
convinto che fosse tutto assolutamente normale”. Ma, per grazia di Dio, la
zizzania in lui è diventata grano. De Foucauld ha scalato la montagna della
santità, arrivando ad esclamare: “per la diffusione del Vangelo sono pronto ad
andare fino ai confini del mondo. Desidero soffrire il martirio per amare Gesù
di amore totale”.
La
grande vittoria di Dio è trasformare la zizzania in grano. il buon seme conta
di più della zizzania del campo.
*Vescovo
emerito di Carpi
ACI STAMPA
Nessun commento:
Posta un commento