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mercoledì 24 novembre 2021

MINORI. ALLARME ROSSO


 Crolla l’età dei consumi. 

E oltre alle sostanze ci sono alcol e azzardo

L’ultima Relazione al Parlamento è la fotografia da cui partire per ripensare il sistema dei servizi. Il ruolo dirompente di Internet

 

-      di Viviana Daloiso

 

Alla Conferenza di Genova toccherà al presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Maria Chiara Carrozza, fare il punto sulle statistiche della diffusione e del contrasto delle droghe in Europa e in Italia, ma i numeri del nostro Paese sono stati fotografati appena prima dell’estate dall’ultima Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze. Un quadro tanto dettagliato quanto drammatico. In particolare, sulla situazione dei minori, a cui è stato dedicato un capitolo apposito circa gli effetti dirompenti del lockdown e dell’isolamento. Col mondo dell’offerta e della domanda di sostanze che si è rapidamente “adattato” alla pandemia, permettendo alle droghe di circolare con facilità online e arrivare direttamente a casa di chi le acquistava tramite corrieri. Risultato? Meno operazioni di sequestro (giù del 13%), molto di più le sostanze intercettate (un secco +7% rispetto all’anno prima). E ben 44 nuove sostanze psicoattive scoperte sul territorio italiano, con un aumento delle segnalazioni del +200% nel primo semestre post-lockdown: un tasto dolente, visto che senza informazioni dettagliate sulle droghe – e i nostri sistemi di sorveglianza rispondono ancora con troppa lentezza alle novità del mercato – il rischio di overdose aumenta esponenzialmente.

Aumento dei consumi

Sul fronte dei consumi, l’impennata registrata nell’ultimo anno è quella che riguarda la cocaina: dei 5.331 nuovi utenti arrivati nei Serd da Nord a Sud, tanto per intendersi, il 39% ha chiesto il trattamento per l’abuso primario di cocaina e cocaina fumata (crack), il 27% di eroina, il 19% di alcol e il 9% di cannabis. Il dato della cocaina per la prima volta ha superato l’eroina e segnato un + 2% rispetto al 2019, quello dell’alcol addirittura un +4%, mentre la cannabis – su cui continua a insistere il dibattitto politico – è in leggera flessione. E proprio sull’emergenza alcol, soprattutto tra giovani e giovanissimi, la Relazione parla chiaro: l’82% degli studenti italiani di età compresa fra i 15 e i 19 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica senza alcuna differenza di genere, il 76% lo ha fatto negli ultimi 12 mesi e il 43% nel corso dell’ultimo. È solo la punta dell’iceberg: ubriacature per il 35%, binge drinking per il 16% (che riferisce di aver fatto 5 o più bevute di fila nel periodo di restrizioni, anche qui sostanzialmente senza distinzione rilevante di genere), ricoveri per coma etilico. Una vera e proprio emergenza nell’emergenza, segno che quando si parla di dipendenze fermarsi alla droga – come fa il Testo unico del 1990 che regolamenta il settore dei servizi – non ha più senso.

Eccesso di collegamenti in rete

E lo stesso discorso vale per l’uso smodato di Internet, con il 98% degli studenti di 15-19 anni che possiede un dispositivo atto a navigare in Rete e il 47% che vi rimane collegato mediamente più di 4 ore. La febbre da device sale e il corollario è che i giovanissimi sempre più spesso giocano anche d’azzardo: fra gli studenti di 15-19 anni la percentuale di coloro che lo hanno fatto nel corso degli ultimi 12 mesi è pari al 44% e chi ha giocato online rappresenta l’8,2%. Gli studenti giocatori con profilo “a rischio”, tanto per intendersi, sono il 9,3%.

Unica nota positiva, almeno per il 2020, la diminuzione delle morti per overdose: 308 i casi (267 gli uomini, 41 le donne), con un decremento del 18% rispetto al 2019. Stabili a oltre 7mila, invece, i ricoveri, anche questi per lo più legati al consumo di cocaina ed eroina (23% e 20%).

 

www.avvenire.it

 

venerdì 2 luglio 2021

ALLARME SBALLO PER I GIOVANISSIMI


In oltre 400 pagine 

la fotografia dei consumi e dello sballo 

al tempo del lockdown

 

-         di Viviana Valoisio

-          

Un quadro tanto dettagliato quanto drammatico. In particolare, sulla situazione dei minori, a cui viene dedicato un capitolo apposito circa gli effetti del lockdown e dell’isolamento, i cui effetti a lungo termine l’Italia ha iniziato a osservare nelle ultime settimane. La Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze, pubblicata ieri sera in oltre 400 pagine, è la fotografia da cui partire per ripensare il sistema dei servizi. Un bilancio che riprende, in buona sostanza, i diversi allarmi lanciati negli ultimi mesi su come il mondo dell’offerta e della domanda di sostanze si sia per così dire “adattato” alla pandemia. Ovvero, perfettamente, visto che nell’anno delle chiusure le droghe hanno continuato ad arrivare con facilità a chi le cercava: meno le operazioni di sequestro (giù del 13%), molto di più le sostanze intercettate (un secco +7% rispetto all’anno prima), per un totale di 58.828 chili. E ben 44 le nuove sostanze psicoattive scoperte sul territorio italiano, con un aumento delle segnalazioni del +200% nel primo semestre post-lockdown.

Sul fronte dei consumi, l’impennata ampiamente annunciata è quella che riguarda la cocaina: dei 5.331 utenti arrivati nei Serd da Nord a Sud, il 39% ha chiesto il trattamento per l’abuso primario di cocaina e cocaina fumata (crack),  il 27% di eroina, il 19% di alcol e il 9% di cannabis. Il dato della cocaina, per intendersi, per la prima volta super l’eroina e segna un + 2% rispetto al 2019, quello dell’alcol addirittura un +4%, mentre la cannabis è in leggera flessione. Sull’emergenza alcol, soprattutto tra giovani e giovanissimi, la Relazione d’altronde parla chiaro: l’82% degli studenti italiani di età compresa fra i 15 e i 19 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica senza alcuna differenza di genere, il 76% lo ha fatto negli ultimi 12 mesi e il 43% nel corso dell’ultimo. Ubriacature per il 35%, binge drinking per il 16% (che riferisce di aver fatto 5 o più bevute di fila nel periodo di restrizioni, anche qui sostanzialmente senza distinzione rilevante di genere). Un’emergenza nell’emergenza. Non è l’unico focus della Relazione, che analizza anche gli effetti della dipendenza da Internet, visto che il 98% degli studenti di 15-19 anni possiede un dispositivo atto a navigare su Internet e il 47% rimane collegato mediamente più di 4 ore alla rete. E analizzando nello specifico i minori che hanno utilizzato almeno una sostanza illegale nell’anno (il 19%) emerge che oltre la metà degli utilizzatori di sostanze (54%) rimane collegata per oltre le 4 ore quotidiane contro il 45% osservato fra i non consumatori e il 47% tra gli studenti nel loro complesso. Nello specifico, le percentuali di studenti utilizzatori di sostanze risultano più che doppie per quanto riguarda navigare su siti per adulti e svolgere giochi di abilità come solitari e sudoku per oltre 4 ore. È l’altra faccia della medaglia: perché i giovanissimi sempre più spesso giocano anche, d’azzardo possibilmente. Fra gli studenti di 15-19 anni, la percentuale di coloro che lo hanno fatto nel corso degli ultimi 12 mesi è pari al 44% e chi ha giocato online rappresenta l’8,2%. Gli studenti giocatori con profilo “a rischio”, tanto per intendersi, sono il 9,3%.

Tra le note positive della Relazione, la diminuzione invece delle morti per overdose nell’anno 2020: nel corso del 2020 i decessi riconducibili all’abuso di sostanze stupefacenti rilevati dalle Forze di Polizia o segnalati dalle Prefetture hanno raggiunto i 308 casi (267 gli uomini, 41 le donne), con un decremento del 18% rispetto al 2019. Stabili a oltre 7mila, invece, i ricoveri, anche questi per lo più legati al consumo di cocaina ed eroina (23% e 20%).

 www.avvenire.it

RELAZIONE AL PARLAMENTO