Il teorico della «società
liquida» all'età di 89 anni non cessa di stupire: «Urge una nuova sintesi per
un vero confronto pubblico di culture diverse»
«Il mondo complesso in cui viviamo ci
chiede di stabilire teste di ponte fra le varietà dei punti di vista e
opinioni. Una tavola che aiuti a fissare i temi discussi. La verità abita negli
incontri umani e non ha altro posto in cui manifestarsi Se manca questo
terreno, come diceva Buber, l’incontro diventa sterile e privo di scopo»
«Usare la parola 'verità' al singolare in
un mondo polifonico e un po’ come pretendere di applaudire con una mano sola...
Con una mano sola si possono dare pugni sul muso, ma non applaudire». Teorico
della società liquida, Zygmunt Bauman, sociologo di fama mondiale, è sempre
stato abbastanza alieno da riflessioni di carattere teologico. Ma alla
veneranda età di 89 anni sa ancora sorprendere: in questi giorni Laterza manda
in libreria il suo nuovo saggio Conversazioni
su Dio e l’uomo (pp. 176, euro 15), dialogo con il teologo polacco Stanislaw
Obirek.
Seppur agnostico
convinto, nel libro Bauman spende parole positive per alcune esperienze di
fede, ad esempio quella di Solidarnosc. Riporta un suo articolo comparso sul
settimanale cattolico di Cracovia, molto vicino a Giovanni Paolo II, Tygodnik
Powszechny, riferito proprio al movimento sindacale di Lech Walesa. Nel
rievocare quella pagina gloriosa della storia, Bauman denuncia: «La nostra
società di consumatori totalmente individualizzata è una fabbrica non di
solidarietà, ma di reciproche sospettosità e concorrenza ........
Leggi: AL DIALOGO SERVE UN POLILOGO
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