L'A.I.M.C. Firenze
su La Buona Scuola
Un primo giudizio:
positivo e articolato,
“di consenso critico e costruttivo”
Sul documento del governo La buona
Scuola, al di là delle soluzioni prospettate su diversi dei punti affrontati ci
sentiamo di esprimere un giudizio positivo anche se critico e
articolato.. Intanto per la sua premessa iniziale. Il testo parte
infatti dalla constatazione che
l'attuale sistema scolastico non
funziona perché non tutela a sufficienza né il diritto all'apprendimento
dello studente né il valore e la specificità della professione docente. E che,
di conseguenza, sono proprio questi i due settori sui cui occorre
prioritariamente intervenire. Condividiamo
questa impostazione e iniziamo con questa nota l'esposizione della riflessione
che l'AIMC Firenze ha condotto su La Buona Scuola. Affronteremo di volta in
volta alcune delle tematiche che il documento governativo ha considerato -stato
giuridico e carriera dei docenti,organico funzionale, valutazione del sistema
scolastico, revisione degli Organi Collegiali e della Dirigenza,
associazionismo professionale ecc. - E comunicheremo le ragioni del nostro
consenso e quelle invece del nostro eventuale “disaccordo costruttivo” fornendo
anche spunti di proposte alternative.
Cominciamo
qui , da due delle proposte del piano governativo:
·
la
previsione di un organico funzionale con
cui ogni scuola possa gestire anche le supplenze e dare così più stabilità al
servizio
·
l'individuazione
della formazione come prestazione
professionale obbligatoria del personale: una via, seppure non esclusiva,
indicata per stabilire anche una progressione di carriera
L'organico funzionale e la
formazione obbligatoria dei professionisti di scuola
Tali proposte costituiscono
misure che a nostro avviso vanno in una giusta direzione di riforma.
L'intenzione
del decisore politico raccoglie infatti su questi punti esigenze diffusamente sentite nella
stragrande maggioranza dei cittadini. Che desiderano dalla scuola
essenzialmente poche e semplici cose: che sia assicurato il diritto alla
formazione dei propri figli, garantita la continuità di questa loro formazione
e tutelato, con il diritto
dell'alunno a un intervento educativo
competente, l'impegno dei tanti insegnanti che si muovono in tal
senso per assicurarlo.
Richieste semplici
che, però, come sappiamo, il
nostro sistema formativo non garantisce affatto. Assicurando viceversa
all'inizio e durante l'anno scolastico
il balletto delle supplenze, la mobilità degli insegnanti e un contratto di lavoro che, non rendendo
obbligatoria la formazione del
personale docente -precostituisce le
condizioni per non vederne valorizzato il ruolo sociale e la condizione
economica -
Su questi
punti le intenzioni di riforma del
documento La Buona Scuola vanno pertanto salutate positivamente anche se la
realizzazione degli obiettivi che ci si prefigge -assicurare la stabilità, la
continuità e competenza della prestazione educativa- si presenta non facile e
forse occorre ancora discutere per approfondire le questioni e le soluzioni
poste
Per migliorare la
realizzazione delle proposte di riforma
L'organico funzionale e
la mobilità docente
Ad esempio,
il piano governativo sembra dar voce alla consapevolezza che , per garantire in
modo ancora più efficace la funzionalità
e stabilità del servizio scolastico, non basti l'organico funzionale. E che occorre forse pensare di intervenire anche
sui meccanismi che regolano attualmente la mobilità del personale docente: un fenomeno,
come oggi si presenta, complesso,
tortuoso e smodatamente burocratico e autoreferenziale. Che inizia a febbraio
(con la domanda di trasferimento) per concludersi ad anno scolastico spesso
avviato (con le assegnazioni provvisorie) a tutto danno del diritto alla
continuità dell'apprendimento. La proposta governativa di rendere stabile la presenza dei docenti
“per almeno tre anni consecutivi”,
appare una prima soluzione.Essa
andrebbe collegata -salvaguardando specifiche situazioni personali/sociali
- alla previsione della permanenza di un docente in una scuola almeno per la
durata di un ciclo e/o periodo scolastico.
Sulla
questione della mobilità sarà necessario insomma entrare
nel dettaglio del proposito di
semplificarne -come è doveroso- l'intero
procedimento. In un contesto in cui dovessero diminuire protezioni corporative onerose per
l'efficacia del servizio e datate, occorrerebbe
l'impegno dela politica a un miglioramento -a nostro avviso altrettanto
dovuto - della condizione retributiva di base per tutti i docenti
Inoltre la
tutela del diritto alla continuità dell'apprendimento e quindi la stabilità del
personale potrebbe essere ancora meglio
garantita prevedendo di migliorare le condizioni sociali dei docenti
“migranti”, che provengono cioè da altre regioni
La formazione obbligatoria
La volontà
di modificare il profilo professionale dell'insegnante inserendovi come
obbligatoria la formazione è positiva. Condividiamo da tempo questa proposta
e troviamo anzi persino eticamente
discutibile l'attuale situazione contrattuale della funzione docente in cui la
formazione non è viceversa inserita come prestazione dovuta .
Tale
indicazione tuttavia va accompagnata a nostro avviso da alcune ulteriori misure
:
·
il
reperimento delle risorse necessarie per
migliorare lo stipendio base di tutti i docenti nel cui profilo appunto la
formazione tornerebbe ad essere riconosciuta come un diritto dovere
·
un
investimento finanziario significativo finalizzato ad evitare che gli
insegnanti siano costretti a pagarsi sempre di tasca propria la partecipazione
alle iniziative di aggiornamento
Più in
generale e in conclusione, chiediamo alle forze politiche l'impegno a considerare fino in fondo
il docente -e il dirigente scolastico- professioni specifiche che non è possibile valutare come altre professioni -pubbliche o
private- semplicemente sulla base dei “risultati” (degli apprendimenti), dei
crediti ottenuti con i corsi di formazione o degli impegni professionali
aggiuntivi.Tutto questo non basta necessariamente a fare di un docente un buon
insegnante.
Di quelli
che sono dei professionisti di scuola è caso mai doveroso verificare anche e soprattutto i processi
attivati per migliorare gli esiti
scolastici e lo svolgimento degli atti costitutivi della professione stessa.
Questo
ultimo punto ci porterebbe però ad
aprire un discorso sulla necessità di uno stato giuridico della docenza e della
dirigenza scolastica , che ne definisca appunto i compiti, i diritti, i doveri professionali, le modalità di valutazione.
Una tematica presente nel documento La buona Scuola e che affronteremo in una prossima
comunicazione.
A.I.M.C.
FIRENZE
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