domenica 11 febbraio 2018

LUCIA ROSSI, TESTIMONE DI IMPEGNO EDUCATIVO, SOCIALE, ECCLESIALE

     
Ad un anno dalla morte (avvenuta il 22 gennaio 2017), la sezione AIMC di Vigevano ha organizzato un convegno in memoria di Lucia Rossi, dall’interessante titolo “Lucia Rossi: una donna e il suo impegno scolastico, sociale, politico ed ecclesiastico”.
Preparato con cura, aveva l’obiettivo di ripercorrere la figura di Lucia a 360°. Obiettivo pienamente raggiunto!
  Dopo il saluto iniziale del vescovo S.E. Mons. Gervasoni, di una rappresentante dell’amministrazione comunale e della presidente AIMC di Vigevano, è stato affidato a quattro relatori il compito di presentare il ritratto di questa persona che tanto ha dato alla scuola, all’Associazione, alla comunità civile ed ecclesiale, non limitandosi però ad una semplice illustrazione dell’opera di Lucia, ma inserendola in riflessioni di più ampio respiro, così da far percepire quanto possa essere significativo guardare ad un testimone che ha saputo incarnare le virtù evangeliche.
    L’insegnante di scuola primaria dott.ssa Maria Teresa Navaro ha affrontato il tema “La scuola: luogo dell’incontro, del dialogo, della cultura per comprendere e gestire il mondo”.

Maria Teresa ha ricordato la vicinanza di Lucia nel suo percorso formativo e leggendo un biglietto ricevuto in occasione della laurea ha sottolineato la centralità dell’alunno come soggetto di educazione richiamata tante volte da Lucia. Richiamo che stimola ancora oggi, visti tutti i cambiamenti in atto e la molteplicità di modelli culturali che investono sempre più la scuola.
   Il lavoro cooperativo è oggi una delle strade da preferire, anche perché sviluppa senso di appartenenza ed atteggiamenti prosociali che aiutano la condivisione. Una didattica attiva, oggi sempre più necessaria, ha però bisogno di insegnanti con buone capacità di gestione del gruppo classe, con atteggiamenti che suscitano interesse motivano, sostengono, compiacendosi poi delle conquiste raggiunte dagli stessi alunni.
   E per la formazione degli insegnanti Lucia Rossi ha molto lavorato promuovendo convegni, seminari, corsi, gruppi di studio per ogni ordine di scuola.
In modo profetico ha sostenuto la necessità di un raccordo stretto tra scuola per l’infanzia, scuola elementare e scuola media, per valorizzare la ricerca di uno stile di continuità didattico-educativa pur nel riconoscimento delle diverse specificità delle scuole.
    “Una frase che Lucia ha spesso pronunciato è che insegnare è una gran bella professione. In questa espressione è racchiusa tutta la passione, l’entusiasmo, la positività, l’impegno, direi proprio la gioia di essere insegnanti che vivono la difficile ma affascinante sfida dell’educazione” ha detto Navaro.
      Il dott. Biraghi Graziano ha invece svolto il tema “L’A.I.M.C. e l’impegno sociale per conoscere e capire i mutamenti, le opportunità, le interazioni per una proficua convivenza sociale”.
In apertura ha sottolineato come Lucia abbia vissuto l’AIMC “come esperienza di professione viva e vitale, frutto dell’incontro tra persone che, mosse dalla comune fede in Cristo, vedono nella quotidianità del lavoro educativo nella scuola il tempo e lo spazio in cui si realizza e si compie la propria vocazione umana, culturale, spirituale, professionale e sociale. […] per Lei l’AIMC è stato il sentiero dell’espressione della vocazione e dell’apostolato laicale entro cui si assume pubblicamente con responsabilità e si condivide comunitariamente la testimonianza della autenticità della missione della Chiesa nell’insegnamento, nell’educazione e nella cultura.”
     Biraghi ha poi proseguito precisando che Lucia rappresenta autenticamente il profilo dell’educatore cristiano che “cerca la verità praticando la carità, … che ha come guida la sua coscienza, …che costruisce comunità educative nel coniugare doti umane e professionalità magistrale” (il riferimento è ad uno scritto del dott. I. Bassotto). Per lei era importante investire e fare affidamento sulle persone e sullo loro capacità di riuscita, accogliendo e spendendosi con entusiasmo al loro fianco affinché le idee e i sogni si traducessero in imprese possibili e attuabili. Inoltre ha saputo dare senso concreto alla spiritualità dell’apostolato laicale nella scuola, nell’associazione, in tutto il suo contesto di vita.
     Il terzo intervento, affidato al prof. Giuseppe Vico, voleva richiamare l’impegno in amministrazione: “Essere sindaco: la politica intesa come servizio alla comunità”. Con maestria il professore non si è limitato a ricordare l’impegno politico di Lucia, ma ha inserito la sua vicenda nel contesto storico e culturale, con ampi riferimenti a Mounier e Maritain, perché “chi fa politica dev’essersi radicato per lunghi anni della propria vita nel culturale, nel sociale, nello spirituale. Mettere le radici per poi far germogliare i semi della persona.”
       Di Lucia ha ricordato la franchezza, la capacità di imporsi con naturalezza, frutto del saper meditare su quello che diceva; persona socratica ed evangelica al tempo stesso, sapiente e capace di ritirarsi al momento opportuno, nella ricerca continua della verità.
      L’ultimo contributo è stato quello di mons. Luigi Cacciabue: “Impegno cattolico: l’esperienza religiosa vissuta come promozione di valori comuni e coerente stile di vita.”
     Il ritratto di Lucia emerso dall’intervento ha evidenziato una religiosità forte e duratura, maturata in famiglia, cresciuta con l’aiuto di sacerdoti che hanno segnato il suo cammino, non fatta di sterili gesti o pratiche superficiali, ma di profonda esperienza evangelica. Nella Parola di Dio “trovava il nutrimento della sua vita”; nella liturgia una spiritualità rinnovata dalla riforma. Altra fonte della sua passione di vita è stato il Concilio, guida per le azioni di discernimento: da quella “primavera ecclesiale sollecitata dal soffio dello Spirito Lucia ricevette impulsi sempre più forti” e con lo sguardo del credente seppe cogliere i segni della presenza di Dio nella Chiesa e nel mondo.
Lucia è vissuta dentro il suo tempo, senza venire mai meno alle sue responsabilità, con amore sincero e fedele alla Chiesa, anche nella sofferenza a causa delle resistenze al cammino di rinnovamento conciliare. Convinta com’era che la vocazione cristiana dev’essere vissuta nel mondo, si impegnò anche nell’ambito civile, con serietà e lucidità critica, cercando sempre di ascoltare, dialogare, collaborare, senza intransigenze integraliste, “convinta che la fede della Chiesa, come il Vangelo, può essere fermento della storia, ma anche che la Chiesa stessa ha molto ricevuto dalla storia”.
     
Lucia ha saputo vivere la fede fuori dalle sagrestie: la partecipazione alla Messa si dilatava fuori dalla chiesa, nella scuola, nell’amministrazione, nella società sociale, nell’associazionismo.
       “La maturità di Lucia va proprio cercata nell’aver incarnato l’autentica dimensione laicale cristiana, nell’aver vissuto la propria professione nel servizio alla Chiesa e al mondo.”
Altri ritratti di Lucia sono stati poi proposti dagli interventi dei presenti in sala, “fotografando” ciascuno un aspetto secondo quanto l’esperienza dell’incontro con Lucia aveva dato loro di vivere: l’attenzione alla famiglia, il lavoro in collaborazione con i colleghi direttori didattici, la viva presenza in AIMC, il sostegno a realtà del territorio, la genuinità del rapporto amicale.
      Come segno di riconoscenza a Lucia Rossi è stata poi scoperta la targa che le intitola la sede AIMC di Vigevano, mente un altro iter è già stato avviato: quello di intitolare a lei l’Istituto Comprensivo in cui ha lavorato.
       Segni di una memoria che si vuole tener viva, perché a Lucia Rossi siamo in tanti ad essere debitori! E perché la sua testimonianza possa rivivere nell’impegno di ciascuno di noi che l’ha conosciuta e possa parlare anche a chi non ha avuto questa grande opportunità.
M. Disma Vezzosi
Presidente regionale AIMC Lombardia

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