I dicasteri della Santa Sede raccontati dall’interno: storia, obiettivi e "bilancio di missione", come funzionano le strutture che sostengono il ministero del Papa.
Intervista al prefetto, il cardinale Giuseppe Versaldi
-
Gabriella Ceraso –
Città del Vaticano
Da una parte la “catastrofe educativa”
delle decine di milioni di bambini nel mondo esclusi da qualsiasi rete
scolastica. Dall’altra il “patto educativo” proposto dal Papa per contribuire a
sanare questa profonda ferita umana prima ancora che sociale. Nello spazio di
mezzo, per così dire, si concentra il lavoro di una trentina di persone che
seguono, indirizzano, sorvegliano, promuovono la formazione scolastica e
accademica degli istituti cattolici in tutto il mondo. Il cardinale
Giuseppe Versaldi racconta la missione della Congregazione per
l’Educazione Cattolica, il cui bilancio di missione, nel dato ufficiale 2021
della Santa Sede, è parte dei 21 milioni di budget stanziati complessivamente
per una trentina di dicasteri e istituzioni vaticane.
L’educazione è uno dei temi centrali del
pontificato di Francesco, che nell’ottobre 2020 ha rilanciato la proposta di un
“patto globale” rivolto a tutti i soggetti formativi della società per il
futuro delle nuove generazioni. In che modo il Dicastero è impegnato a
sostenere e a realizzare l’impegno sollecitato dal Papa?
Sin dall’inizio del pontificato Papa
Francesco, seguendo il suo precedente stile pastorale, insiste sulla necessità
di investire i talenti di tutti, e soprattutto delle giovani generazioni, per
far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente.
Con il lancio del patto educativo, egli ha rinnovato l’invito a stringere
un’alleanza che permetta di trovare la convergenza globale per un’educazione
che sappia unire tutte le persone e tutte le loro componenti, allo scopo di
trovare soluzioni ai problemi del cambiamento epocale in atto, avviare processi
di trasformazione senza paura e guardare al futuro con speranza. Un tale invito
è stato rivolto a tutti: docenti, studenti, genitori, società civile; tutti i
saperi e le discipline; le varie espressioni intellettuali, scientifiche,
artistiche, sportive, politiche, economiche, imprenditoriali a sostegno dei
giovani.
La Congregazione per l’Educazione Cattolica, incaricata
di accompagnare l’attuazione di tale progetto, oltre a promuovere una serie di
convegni ed eventi per approfondire i vari profili del patto educativo, svolti
subito dopo il primo messaggio del Santo Padre – del 12 settembre 2019 – ha
iniziato a monitorare e raccogliere le esperienze più significative avviate
dalle scuole e università cattoliche e da molte altre istituzioni educative in
molti Paesi del mondo. Vista la proliferazione delle iniziative e nella
prospettiva di un loro costante sviluppo nei prossimi anni, è stato creato un
Comitato – con la Fondazione Pontificia Gravissimum educationis,
l’Università Lumsa e l’Università Cattolica del Sacro Cuore – il quale ha
predisposto un agile vademecum per gli educatori e un volume con le linee guida
per le università. Mentre nel primo strumento sono sviluppati gli obiettivi del
patto indicati dal Papa, nelle linee guida vengono illustrate cinque aree
tematiche nelle quali il patto potrà trovare adeguate articolazioni per
iniziative accademiche, scientifiche e culturali: dignità e diritti umani;
fraternità e cooperazione; tecnologie e ecologia integrale; pace e
cittadinanza; culture e religioni. Tenuto conto che la proposta di un
patto educativo si propone di trovare una convergenza globale in una “casa comune”
per gli abitanti della Terra, e di una alleanza generatrice di pace, giustizia,
accoglienza tra tutti i popoli e di dialogo tra le religioni, il lavoro del
Dicastero si svolge in collaborazione con altri organismi della Santa Sede, in
una feconda e proficua collaborazione.
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