di Rino La Placa
E’ stata approvata nei giorni scorsi la legge di conversione
del decreto “sbloccacantieri”.
In essa è contenuta una norma che
si riferisce ai “sistemi di videosorveglianza a tutela dei minori e degli
anziani”; tale norma prevede l’istituzione di un fondo, nella rubrica del
Ministero dell’Interno, con una dotazione di 5 milioni di euro per l’anno 2019
e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024 “al fine di
assicurare la più ampia tutela a favore dei minori nei servizi educativi per
l’infanzia e nelle scuole dell’infanzia statali e paritarie”.
Dunque, telecamere negli asili
nido e nelle scuole dell’infanzia.
La notizia mi genera dubbi e mi
turba. Non sono contrario, ma non ho la forza di una condivisione sincera e
professionalmente convinta.
Anch’io sono stato colpito dai
tanti casi venuti in evidenza in quest’ultimo periodo e raccontati nella loro
ripugnante essenzialità, dai quali si apprende della pratica di metodi
educativi coercitivi e di azioni violente e irresponsabili verso alunni anche
di tenera età. Sono gesti, atteggiamenti, azioni e metodi che non hanno nulla
di educativo e che devono essere censurati e condannati.
Questa triste realtà, che spero
sia assai minoritaria e marginale nella complessa vita del sistema scolastico
nazionale, può spingere governo e parlamento a ritenere che un rimedio ̶ per
difendere i piccoli alunni da una presunta generalità di docenti con scarsa
professionalità, senza cuore e senza passione educativa – possa essere
l’istallazione di telecamere in ogni asilo-nido e in ogni scuola dell’infanzia?
Continuo a riflettere su questa
norma. Forse non è il rimedio migliore alla variegata negativa casistica cui si
può fare riferimento. La scuola è e dovrebbe sempre più essere luogo di fiducia
reciproca fra famiglie e docenti, deve essere sede in cui si realizza una
positiva complicità fra i due fondamentali agenti educativi. La crisi della
famiglia moderna, con riguardo ai doveri genitoriali, è già un problema in sé
ed anche per la scuola giacché, per la famiglia, spesso parlano diversi
soggetti in competizione e in contrasto tra loro.
Tutelare i minori a scuola
dall’azione dei docenti per i danni e i soprusi
che da questi possono subire è un’affermazione che rivela pericolosi
pregiudizi, che non possono stare alla base di una concezione scolastica, che
mira allo sviluppo della persona.
I romantici direbbero che le
telecamere a scuola offendono l’intimità dell’azione educativa. Non sono un
romantico, ma gli eccessi educativi da condannare (l’uso delle mani, le
punizioni corporee, le grida che intimoriscono e creano disturbi della
personalità, etc.) vanno evitati e ridotti con una migliore formazione
professionale dei docenti, con un aggiornamento serio e partecipato, con
l’ausilio di altre figure professionali ( psicologi, sociologi, terapisti per riabilitazioni,
docenti di sostegno etc.).
I docenti che hanno una immatura
concezione custodialistica e con facilità determinano situazioni di particolare
gravità e offese nei confronti dei piccoli loro affidati non possono essere
giustificati, ma le telecamere contro di loro e contro simili docenti non sono
un omaggio né un complimento alla stragrande maggioranza di docenti seri e
preparati.
Resto perplesso e ho difficoltà a
gioire per la legge ‘sbloccacantieri’ che metterà le telecamere negli asili
nido e nella scuola dell’infanzia (0-5 anni) affinchè i docenti …. non facciano
del male ai piccoli frequentanti.
Rino La Placa
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