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martedì 25 giugno 2019

LE TELECAMERE PER I BAMBINI DEL NIDO E DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA

                                                                                                                                   di Rino La Placa

E’ stata approvata nei giorni scorsi la legge di conversione del decreto “sbloccacantieri”.
In essa è contenuta una norma che si riferisce ai “sistemi di videosorveglianza a tutela dei minori e degli anziani”; tale norma prevede l’istituzione di un fondo, nella rubrica del Ministero dell’Interno, con una dotazione di 5 milioni di euro per l’anno 2019 e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024 “al fine di assicurare la più ampia tutela a favore dei minori nei servizi educativi per l’infanzia e nelle scuole dell’infanzia statali e paritarie”.
Dunque, telecamere negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia.
La notizia mi genera dubbi e mi turba. Non sono contrario, ma non ho la forza di una condivisione sincera e professionalmente convinta.
Anch’io sono stato colpito dai tanti casi venuti in evidenza in quest’ultimo periodo e raccontati nella loro ripugnante essenzialità, dai quali si apprende della pratica di metodi educativi coercitivi e di azioni violente e irresponsabili verso alunni anche di tenera età. Sono gesti, atteggiamenti, azioni e metodi che non hanno nulla di educativo e che devono essere censurati e condannati.
Questa triste realtà, che spero sia assai minoritaria e marginale nella complessa vita del sistema scolastico nazionale, può spingere governo e parlamento a ritenere che un rimedio  ̶  per difendere i piccoli alunni da una presunta generalità di docenti con scarsa professionalità, senza cuore e senza passione educativa – possa essere l’istallazione di telecamere in ogni asilo-nido e in ogni scuola dell’infanzia?
Continuo a riflettere su questa norma. Forse non è il rimedio migliore alla variegata negativa casistica cui si può fare riferimento. La scuola è e dovrebbe sempre più essere luogo di fiducia reciproca fra famiglie e docenti, deve essere sede in cui si realizza una positiva complicità fra i due fondamentali agenti educativi. La crisi della famiglia moderna, con riguardo ai doveri genitoriali, è già un problema in sé ed anche per la scuola giacché, per la famiglia, spesso parlano diversi soggetti in competizione e in contrasto tra loro.
Tutelare i minori a scuola dall’azione dei docenti per i danni e i soprusi  che da questi possono subire è un’affermazione che rivela pericolosi pregiudizi, che non possono stare alla base di una concezione scolastica, che mira allo sviluppo della persona.
I romantici direbbero che le telecamere a scuola offendono l’intimità dell’azione educativa. Non sono un romantico, ma gli eccessi educativi da condannare (l’uso delle mani, le punizioni corporee, le grida che intimoriscono e creano disturbi della personalità, etc.) vanno evitati e ridotti con una migliore formazione professionale dei docenti, con un aggiornamento serio e partecipato, con l’ausilio di altre figure professionali ( psicologi, sociologi, terapisti per riabilitazioni, docenti di sostegno etc.).
I docenti che hanno una immatura concezione custodialistica e con facilità determinano situazioni di particolare gravità e offese nei confronti dei piccoli loro affidati non possono essere giustificati, ma le telecamere contro di loro e contro simili docenti non sono un omaggio né un complimento alla stragrande maggioranza di docenti seri e preparati.
Resto perplesso e ho difficoltà a gioire per la legge ‘sbloccacantieri’ che metterà le telecamere negli asili nido e nella scuola dell’infanzia (0-5 anni) affinchè i docenti …. non facciano del male ai piccoli frequentanti.

                                                                                                                                        Rino La Placa




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