La Commissione europea sta progettando norme per contrastare siti web e messaggi social
che diffondono contenuti illegali e incitano all’odio. Propaganda
terroristica e messaggi razzisti, xenofobi e discriminatori sono
all’attenzione della Commissione. Secondo quanto riferito
dall’Osservatore Romano, per diminuire il fenomeno del c.d. “hate
speech” è necessaria una più stretta cooperazione tra le autorità di
controllo e gli amministratori dei social network.
In varie occasioni, Papa Francesco ha preso una
decisa posizione contro bullismo e avversione al prossimo. Solo pochi
giorni fa, il Pontefice ha incentrato la sua meditazione della Messa a Casa Santa Marta sul fenomeno del bullying rimarcando come intolleranza e prevaricazione si manifestino, purtroppo, anche nei bambini.
Il Santo Padre ha definito gli atteggiamenti
ostili e prepotenti “una delle tracce del peccato originale, perché
questo — aggredire il debole — è stato l’ufficio di Satana dall’inizio”
sottolineando che in Satana non c’è compassione.
Anche nell’incontro con i ragazzi
cresimati e cresimandi allo stadio Meazza-San Siro il 25 marzo 2017
Papa Francesco ha usato parole forti per spiegare ai ragazzi il danno e i
traumi causati dal bullismo o dalle loro prepotenze: “Nella vostra
scuola, nel vostro quartiere, c’è qualcuno o qualcuna al quale o alla
quale voi fate beffa, voi prendete in giro perché ha quel difetto,
perché è grosso, perché è magro, per questo, per l’altro? Pensate. E a
voi piace fargli passare vergogna e anche picchiarli per questo?
Pensate. Questo si chiama bullying. Per favore, per il sacramento
della Santa Cresima, fate la promessa al Signore di mai fare questo e
mai permettere che si faccia nel vostro collegio, nella vostra scuola,
nel vostro quartiere. Capito?”.
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