mercoledì 20 luglio 2022

SAPERSI INDIGNARE

 OGGI MANCA LA CAPACITÀ 

DI INDIGNAZIONE

 

Spesso si dice che l’opinione pubblica è indignata. 

E magari è anche vero: al mattino. 

Alla sera siamo tutti a guardare la partita!

                                    (Indro Montanelli)                              


 È morto nel 2001, ma ne conservo ancora un ricordo molto intenso, soprattutto per gli incontri avuti con lui nell’ultima fase della sua vita, incontri segnati dal dialogo e dalla simpatia. Parlo di Indro Montanelli che ho qui evocato attraverso questa sua citazione che delinea, con lo stile incisivo da tutti riconosciuto, uno dei suoi tratti tipici. Bisogna sempre ripetere che, se l’ira rabbiosa è uno dei vizi capitali, lo sdegno etico è una virtù, attestata dai profeti e dallo stesso Gesù (si provi a leggere il capitolo 23 di Matteo).

 Ciò che, invece, si registra di fronte alle palesi ingiustizie della società, alle menzogne pubbliche e alle ipocrisie è, sì, il fuoco di paglia di una protesta solitamente sguaiata. Ma subito dopo si passa o allacquiescenza o persino all’effettiva connivenza. 

Il principio dei panem et circenses non valeva solo per gli antichi romani: ancor oggi basta che uno prometta unelargizione o cancellazione di tasse e riesca a narcotizzare la massa con qualche sport popolare, che si ha facilmente la caduta di ogni indignazione morale. 

Il vantaggio personale, a scapito di quello generale, il corporativismo, la superficialità nei giudizi riescono agevolmente a far dimenticare il bene comune, il senso dello Stato, gli obblighi civici. È per questo che lo sdegno autentico, come fremito della coscienza, è una virtù.

 Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori

 

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