Il decreto appena firmato dalla ministra Fedeli cambia finalmente (pur con qualche "fragilità"), le regole per la valutazione e introduce una logica di semplificazione degli esami che aspettavamo da tempo.
Sono tanti gli spunti di riflessione che si traggono da questo provvedimento.
Una prima valutazione, senz’altro positiva, riguarda la decisione di eliminare la valutazione delle prove Invalsi ai fini della “media” per l’esame finale. Noi dell’AIMC, insieme a tanti altri ,auspicavamo da tempo che si mettesse fine a questa distorsione: una prova “nazionale” che non tiene conto del percorso delle singole classi crea squilibri insensati nella valutazione finale.
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Come capita ormai da tempo, la valutazione degli alunni nel sistema formativo scolastico italiano viene affrontata in maniera parziale: mai una impostazione globale delle procedure e delle tecniche, mai un criterio generale di articolazione delle prove e dei relativi criteri di apprezzamento....
Per esempio: non passa per la mente del legislatore, prima,e dell' amministrazione, poi, che gli "esami" dovrebbero caratterizzare la fine di un ciclo di studi, mentre, in altre sedi normative, hanno stabilito che la fine del ciclo dell' obbligo scolastico è collocato al termine della seconda classe della secondaria di secondo grado?
E allora, che ci fa e che senso ha un "esame di stato" due anni prima del completamento del ciclo degli studi obbligatori?
....e che senso ha un ciclo di otto anni (5 di primaria e tre di secondaria) senza alcuna prova d'esame e poi, all'improvviso, come dal nulla, far comparire l'esame di "terza media"?
..... ed ancora: che logica pedagogica è sottesa alla riduzione degli scritti? e alla espulsione delle prove INVALSI dalle prove d'esame, salvo recuperare ad aprile come prove valide per l'ammissione agli esami? ....classica operazione "cerchiobottista"?.... Italo Bassotto
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