Una risoluzione della
Commissione Cultura riapre i giochi sul rientro in aula.
Il nodo “election day”
e il confronto governo– enti locali
Sulla riapertura delle scuole, l’incertezza regna ancora sovrana. Dopo
le dispute tra la ripresa il 14 o il 21 settembre, con l’incognita incombente
delle elezioni regionali, ieri a far discutere è stata un’altra data, quella
del primo settembre. E forte, infatti, il pressing della maggioranza nei
confronti della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, per un rientro
anticipato e generalizzato in aula degli studenti. La fine di agosto, dunque,
coinciderebbe con il termine delle vacanze non solo per chi alle superiori
dovrà recuperare le materie insufficienti (come sembrava finora) ma per tutte
le classi nella loro interezza. In aula subito per recuperare il tempo perso,
con sicurezza e test sierologici per tutto il personale.
La novità emerge tra i dieci punti della risoluzione presentata in
Commissione Cultura da oltre venti parlamentari di tutti i gruppi politici di
maggioranza. “Dal primo settembre tutti in classe, con un piano pedagogico
nazionale per il recupero del debito formativo accumulato negli ultimi mesi da
tutti gli alunni e gli studenti” recita il testo, he chiede anche una roadmap
rigorosa sulla sicurezza.
In attesa delle linee guida Ministero– Regioni, che invece puntano ad
una data unica e simbolica (il 14 settembre) per riaprire le aule in tutta
Italia, c’è però l’incognita election day: la legge approvata al Senato
consente il voto da dopo il 15 settembre che vorrebbe dire fermare subito le
lezioni, con necessità di sanificare di nuovo tutte le scuole–seggio. I dati
quantificano in oltre 50mila i plessi scolastici coinvolti nelle operazioni di
voto; si tratta della stragrande maggioranza delle sedi elettorali; c’è poi una
piccolissima parte di impianti sportivi e altre strutture. Per non coinvolgere
le scuole, occorrerebbe dunque trovare 50mila luoghi pubblici con
caratteristiche ben precise: non in affitto, non luoghi di culto né sedi di
partito né caserme operative. C’è poi il problema delle barriere
architettoniche, mentre si dovrà tenere conto anche delle indicazioni su
ingressi, distanze tra le cabine che saranno suggerite dal Comitato tecnico
scientifico.
Per il resto, per ciò che riguarda le linee guida per la riapertura il
ministero ha “continuato a raccogliere, anche in questi giorni, le proposte di
tutte le parti coinvolte e ha chiesto alle Regioni e agli enti locali un
incontro da tenersi la prossima settimana per chiudere le Linee guida. Con la
volontà di dare modo ai tavoli regionali, che si stanno già costituendo, di
iniziare subito a lavorare insieme alle scuole”.
Secondo il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano
Bonaccini “la scuola rappresenta un investimento sul futuro del nostro Paese e
mai come in questa fase di ripartenza, dopo l’emergenza Covid–19, occorre la
massima collaborazione fra le istituzioni per arrivare a un testo condiviso che
delinei linee guida con misure e regole pensate prima di tutto nell’interesse
degli studenti e dei docenti”.
L’obiettivo comune di governo centrale e
amministrazioni locali resta quello di consentire alle scuole la riorganizzazione
delle attività e la formazione delle classi “in tempo utile””.
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